Valentina Camerini è autrice di narrativa ragazzi e sceneggiatrice. Ha firmato Il manuale d’amore per la ragazza postmoderna (2012), Le storie del sorriso (2012), Il secondo momento migliore (2014), e la fortunata serie dei manuali di Violetta, per Disney
In Un salto grande un sogno, Valentina racconta la storia di Alice: 15 anni e una passione, la ginnastica ritmica. Una mattina squilla il telefono e si avvera il suo sogno più grande: l’allenatore della Star Unit, l’associazione delle atlete migliori, la vuole in squadra per partecipare al Gran Torneo di Parigi. La sceglie dopo averla osservata bene negli ottimi risultati delle ultime gare, e l’infortunio dell’atleta di punta Nadia, costretta al ritiro, rende libero un posto proprio per lei. Inizia così un’avventura agonistica carica di entusiasmanti prospettive. Alice si trasferisce con le sue compagne nell’appartamento della Federazione, e tutti i giorni dopo scuola va in palestra ad allenarsi. La strada è tutta in salita, ma Alice ha tanta grinta.
Ben presto però il sogno si scontra con la realtà. Competitività, rivalità e invidie tra le compagne frenano lo slancio di Alice, che vede vacillare e sue certezze, anche per il rancore che manifesta nei suoi confronti Martina, migliore amica di Nadia, che proprio non riesce a sopportare il fatto che qualcuno abbia preso il suo posto.
Poi Alice in allenamento conosce il compagno di squadra Mattia, del quale si innamora, che la mette subito a suo agio dandole importanti consigli e aiutandola ad arrivare alla gara nel migliore dei modi. Al suo fianco Alice riesce ad affrontare con un altro spirito le sfide agonistiche e le avventure della trasferta a Parigi.
Abbiamo incontrato Valentina per parlare con lei di sport e non solo.
Il racconto è ambientato nel mondo della ginnastica artistica. Non è uno “sport comune”. Come mai la scelta è caduta su questo sport?
La ginnastica mi ha sempre affascinato, è uno sport spettacolare, bellissimo da seguire anche per chi non lo pratica. C’è qualcosa di teatrale e romantico nello sforzo delle atlete di impegnarsi in coreografie e movimenti complessi e faticosi sempre sorridendo.
La protagonista appare molto decisa sul da fare e autonoma. I genitori paiono assumere un ruolo secondario…
Credo che chi si impegna a livello agonistico in uno sport è costretto a crescere velocemente e a diventare più responsabile dei coetanei. Mi è stato fatto notare altre volte, che nelle mie storie i genitori hanno spesso un ruolo secondario. Forse dipende dal fatto che io sono sempre stata molto decisa e indipendente, nelle mie scelte.
Il successo è il frutto di un lungo lavoro: allenamenti e impegno personale sono messi in evidenza. Il messaggio?
Se hai un sogno, non basta desiderare intensamente che si realizzi. Bisogna metterci tantissimo impegno e accettare fallimenti e critiche.
Competizione e agonismo: come vengono affrontati dai diversi protagonisti?
La competizione è una potentissima molla per spingerti a migliorare. Bisogna però imparare quando metterla da parte, altrimenti ci si lascia prendere dai confronti e dall’invidia. Alice e Martina dovranno imparare che per vincere è necessario unire le forze.
Amicizia e amore: impedimento o sprono?
Non penso che l’amore possa avere futuro, se non c’è comprensione reciproca. Ma la comprensione è alla base anche dell’amicizia. Quindi sì, credo che non sia vero amore senza anche una base di amicizia.
Quale è stato il personaggio più difficile da plasmare?
Martina e Alice sono due facce della stessa medaglia, loro sono cresciute naturalmente pagina dopo pagina. Creare Mattia invece è stato più difficile: un personaggio positivo ma complicato, con contrasti e conflitti interiori.
È previsto un seguito?
Ci sono così tante storie da raccontare che non mi piace mai troppo pensare a un eventuale seguito…