Se c’è una cosa del nostro paese che suscita ammirazione incondizionata (ed anche invidia) in tutto il mondo, questa è la sua plurisecolare produzione artistica di eccelso livello. Perciò ogni mostra dedicata all’arte italiana è molto più rappresentativa per l’Italia d’un viaggio ufficiale di questo o quel politico nostrano, e comunque suscita molto più interesse. Dobbiamo quindi rallegrarci dell’iniziativa del grande museo dello Städel di Francoforte per aver organizzato una mostra molto grande ed impegnativa dedicata a quel capitolo speciale che è la pittura veneziana del ‘500 ed intitolata „Tizian und die Renaissance in Venedig“. In quel secolo d’oro la Serenissima raggiunse non solo l’apice della sua potenza politica ed economica, ma anche nella produzione artistica.
Nel campo della pittura si riscontra un’incredibile concentrazione locale e temporale di grandi maestri come Tiziano, Veronese, Tintoretto, Giorgione, Palma il Vecchio, Giovanni Bellini, Lorenzo Lotto, Sebastiano del Piombo, Jacopo da Bassano, tanto per fare i nomi più famosi: e tanti altri ce ne sono. Nelle sale blindate dello Städel sono raccolti per i prossimi tre mesi (dal 13 febbraio al 26 maggio) oltre cento dipinti di questi supermaestri, di cui una ventina di originali del Tiziano.
È quindi un’occasione da non perdersi per la nostra comunità di godersi i „nostri“ capolavori fatti giungere dai più prestigiosi musei di ogni angolo della Terra: da San Francisco (Fine Arts Museum), da Vienna (Kunstrhistorisches Museum), da Edinburgo (Scottisch National Gallery), da Londra (Victoria and Albert Museum), da Washington (Nationa Gallery of Art), da Los Angeles (Paul Getty Museum), da Parigi (Louvre), da Berlino (Staatliche Museen), da Madrid (Museo Nacional), da Amsterdam (Rijksmuseum), da Budapest (Szépmüvészeti Múseum), da New York (The Metropolitan Museum of Art), da Roma (Galleria Corsini), eccetra eccetra. „È un grande giorno per noi, siamo molto orgogliosi“ ha dichiarato il direttore dello Städel Philipp Demandt, durante la conferenza stampa ufficiale prima dell’inaugurazione, ed ha sottolineato come eventi di questa portata divengano sempre più rari, anche perché le assicurazioni domandano oramai dei premi astronomici. Ci sono voluti tre anni di lavoro per organizzare questa. Alla domanda di una giornalista, quanto sia costata in tutto, ha preferito restare sul vago „una somma sulle sette cifre“.
Il curatore della mostra, Sebastian Eclercy, ha spiegato che, se le due grandi scuole di pittura rinascimentali, quella fiorentina (Giotto, Masaccio, Raffaello, Michelangelo, Botticelli, Beato Angelico, Leonardo da Vinci, Piero della Francesca, Paolo Uccello ecc. ecc.) e quella veneziana si differenziano con caratteristiche nettamente diverse, ciò malgrado sono evidenti anche degli scambi reciproci, e questi accostamenti sono una delle preoccupazioni della sua organizzazione.