Sabato 18 gennaio in scena a Waiblingen: “Già consegnato” di Pino La Pietra, presente allo spettacolo
Nemmeno chi soffre di pecundria riesce a trattenere le risate. L’interpretazione è talmente autentica che non pare vero che si tratta invece di una recita. Anche quando il pubblico applaude a scena aperta e ride a crepapelle, gli attori in scena non si scompongono. Restano attaccati al proprio ruolo con la pece.
È forse proprio questo il segreto del grande successo de Le Maschere, la Compagnia per eccellenza in Germania, costituita da appassionati della recitazione.
La loro scuola è costituita dalla meticolosità delle prove, dall’assegnazione dei ruoli, dalla memorizzazione dei testi anche per coloro che napoletani non sono.
Angelo Attademo, napoletano purosangue è regista e attore principale con Giuseppe Sassano, Rainer Kästel, Gaetana Imbrogiano e Maria Tufano. Tutti interpretano al meglio i protagonisti della Commedia napoletana di Eduardo e Peppino De Filippo, Eduardo Scarpetta, Di Gennaro, Pino La Pietra, ma anche di Dario Fo ed altri.
L’elenco delle Opere rappresentate su palcoscenici tedeschi comprende ben 35 commedie, tante quanti sono gli anni dell’attività della Compagnia.
La bravura è la sommatoria di tante figure visibili ed invisibili. C’è molta professionalità nella recita nell’allestimento particolarizzato delle scene e degli effetti luce, nella scelta dei costumi e del trucco.
In 7 lustri la Compagnia è cresciuta in ogni senso. È diventata una salda compagnia che si sposta da Stoccarda per portare allegria anche in diverse altre città della Germania: da Wolfsburg a Bad Säckingen (ai confini con la Svizzera), fino a St. Gallen e Sorrento.
Nonostante l’inconfutabile professionalità della trentina di componenti, la Compagnia è rimasta “con i piedi per terra”.
“Recitiamo per diletto” ribadisce il fondatore e regista Angelo Attademo, molto sensibile anche verso fasce sociali problematiche come i carcerati.
Infatti, suo è lo spettacolo “In galera per caso” costruito ad hoc nel penitenziario di Heilbronn con alunni dei corsi di recupero della Terza Media organizzato e gestito dall’Istituto IAL-CISL Germania.
La riuscitissima e singolare esperienza, oltre ad essere stata oggetto di una tesi di laurea in sociologia, è stata richiesta e calata anche nella realtà intramuraria italiana di Darmstadt-Ebersbach.
Le Maschere dunque hanno la forza, la convinzione, la capacità e la perspicacia di avvicinare al teatro tanti connazionali, tedeschi e di altre nazionalità amanti della nostra lingua e cultura.
Per facilitare la comprensione prima della rappresentazione viene distribuita al pubblico la trama della Commedia in italiano e tedesco.
È senza dubbio un modo intelligente di costruire ponti culturali italo-tedeschi e di segnalare alla comunità ospitante che i lavoratori italiani, come ebbe a dire Max Frisch, architetto e scrittore svizzero, “non sono solo braccia ma anche persone in grado di pensare e di agire”.
Come nelle precedenti 34 opere rappresentate, così nella 35esima “Già consegnato” Le Maschere hanno fatto registrare il tutto esaurito sia a Stoccarda che a Tubinga. Biglietti a ruba anche per la replica di sabato 18 gennaio alle ore 19 a Waiblingen (Kulturhaus Schwanen, Winnender Str. 4). In quest’ultima rappresentazione a fare gli onori di casa è addirittura l’autore napoletano Pino La Pietra che con questa divertentissima commedia affronta il problema droga, piaga del secolo.
In questo spettacolo l’emissario (Renato), consapevole dello stato di disoccupazione di Dino, un suo vecchio amico, riesce a convincerlo a consegnare settimanalmente singoli pacchetti, dietro lauto compenso. Un giorno però le bustine della droga, depositate nella credenza, vengono scambiate per zucchero a velo e finiscono su una torta causando un’ebrezza collettiva. Come avviene nei film anche questa commedia termina con la vittoria della giustizia. I poliziotti sgominano la banda, traggono in arresto il mandante e scagionano l’ignaro corriere.
Chissà che questo male del secolo non venga sconfitto dal buon senso e non solo dalla repressione?