Richiamo del grande pubblico con “Sabato, Domenica e Lunedì” di Eduardo De Filippo
Una compagnia teatrale non può che festeggiare la lieta ricorrenza col proprio pubblico. Infatti per i 40 anni di palcoscenico i registi Angelo Attademo e Giuseppe Sassano propongono la divertente commedia “Sabato, Domenica e Lunedì” del grande Eduardo per sabato 9 novembre alle ore 17.30 all’Altes Feuerwehrhaus di Stoccarda.
Nel corso dei quattro decenni di vita teatrale amatoriale Le Maschere hanno presentato numerose commedie di altri autori, ma l’attaccamento al grande Eduardo è spasmodico.
Lo stesso debutto fu una sfida. Attademo scommise tutto su “Natale in casa Cupiello”. Ci volle veramente molto coraggio gettare nell’acqua fredda attori che per la prima volta si accingevano a salire su un palcoscenico per recitare non solo la più conosciuta delle commedie del drammaturgo napoletano, quant’anche la più impegnativa per la durata di due ore e mezza dei Tre Atti e per l’impiego del numero degli attori: ben 20.
Il successo fu strepitoso tant’è che in un’edizione più contenuta (30 minuti) fu registrata negli studi di drammaturgia dell’allora Süddeutscher Rundfunk (SDR oggi SWR) e trasmessa la Vigilia di Natale in collegamento con Radio Monaco ed in versione più contenuta anche da Radio Colonia.
Questo inaspettato successo segnò l’inizio di una lunga promozione culturale italiana in Germania attraverso il palcoscenico. Attore e regista è Angelo Attademo, classe 1954, originario di Trecase (Napoli) e sviscerato estimatore della commedia napoletana. Il suo debutto come attore in terra stoccardese risale però alla Festa della mamma del 1981, organizzata dall’allora Missionario don Battista Mutti. Due anni dopo Attademo interpretò il ruolo di Bernardone, padre di San Francesco d’Assisi, nel Musical “Forza Venite gente” preparato dall’allora missionario Tarcisio Pozzi e portato in tournee in diverse città della Germania e della Svizzera.
Per il giovane napoletano fu la fiammella che accese il fuoco della passione per la recita salendo in punta di piedi sul palcoscenico.
Lungo la via della vita stoccardese Attademo è riuscito ad invogliare molti connazionali ad avvicinarsi alla recita, compreso Giuseppe Sassano, psicologo Caritas per gli italiani che da 26 anni è inseparabile compagno di regia.
L’esser riuscito a conquistare la disponibilità di recitare e curare insieme la scelta delle commedie da proporre ai componenti della Compagnia è stato “un terno al lotto” poiché Sassano ha portato ne Le Maschere una ricca esperienza, acquisita e sviluppata negli anni di liceo nella sua natia Andria dando vita alla Buatta, una compagnia teatrale di giovani studenti.
Un altro forte collante fra Attademo e Sassano è da ricercare nella comune sviscerata passione per le commedie di Dario Fo e dei fratelli Eduardo e Peppino De Filippo.
Guardando però indietro nel tempo Attademo ricorda così la prima fase di reclutamento di futuri compagni di recitazione:
Trovai nei giovani un riscontro molto positivo, pronti a collaborare , ma timidi. Parlare di teatro faceva quasi paura, perché si vedeva o in televisione oppure in qualche rara occasione della venuta di qualche gruppo dall’Italia. Ma c’era anche scetticismo in giro. Si diceva :“ la gente non verrà a teatro perché non è abituata”. Fortunatamente riuscii a vincere questi preconcetti fondando agli inizi del 1984 la compagnia teatrale che poi prese il nome di “Le Maschere”.
La grande sfida del debutto de Le Maschere fu il 25 novembre del 1984 con “Natale in casa Cupiello” del grande Eduardo De Filippo, un’opera teatrale tragicomica, fra le più conosciute del drammaturgo napoletano, deceduto il 31.10.1984 a Roma a causa di un blocco renale. Una scelta coraggiosa per la neonata compagnia stoccardese?
Recitare “ Natale in casa Cupiello “ come primo pezzo della compagnia fu quasi obbligatorio, e non un atto presuntuoso, perché sicuramente non eravamo all’altezza. Fu un azzardo da parte mia. Ma era anche l’unico pezzo teatrale che tutti conoscevano, napoletani e non. Perciò decisi di attirare tutte quelle persone desiderose di vedere finalmente dal vivo quel capolavoro di Eduardo. L’ affluenza alla prima e alle tante repliche ha dato fiducia a tutto l’ambiente e ci ha permesso di affermarci come compagnia. Mi sento quindi orgoglioso delle scelte fatte.
Quali scogli avete dovuto superare?
Ho avuto la fortuna di iniziare il percorso teatrale presso la Missione cattolica italiana di Stoccarda trovando da parte dei missionari scalabriniani il sostegno morale e logistico. Poi è subentrata la collaborazione con la Caritas presso il “ Centro Italiano” attraverso l’assistente sociale di allora Salvatore Voi, che dopo un po’ divenne membro delle Maschere e ci aiutò a costituirci in associazione culturale riconosciuta dal Comune di Stoccarda come eingetragener Verein ovvero come associazione locale senza scopo di lucro.
Nel corso degli anni avete registrato una fluttuazione di attori?
Della compagnia che debuttò nel 1984 siamo rimasti in 4. Più della metà degli attuali soci fa parte delle Maschere da più di 20 anni e costituisce lo zoccolo duro della compagnia. Negli ultimi anni si registra, e ne siamo contenti ,un interesse da parte di alcuni giovani come non si vedeva da tempo.
Come si inseriscono i nuovi innesti?
In genere chi ci chiede di recitare viene invitato a partecipare alle prove del mercoledì e a collaborare a seconda delle necessità del momento, ad esempio per sostituire nella lettura qualcuno assente. Dopo un periodo di “prova” e su richiesta dell’interessato può essere accolto come socio dell’associazione a tutti gli effetti. I nuovi innesti si presentano con tanto entusiasmo e pronti a far parte del gruppo, grazie al sincero spirito di familiarità di tutta la compagnia. A tale proposito è stato pubblicato proprio in questi giorni un articolo sul mensile del Forum der Kulturen di Stoccarda su di noi col titolo “Una grande famiglia”.
Chi propone le commedie da presentare e come avviene l’assegnazione dei ruoli?
La scelta dei pezzi e l’assegnazione dei ruoli avviene in diverse fasi. In un primo momento sono per lo più io (Angelo) che scelgo uno o più testi e una prima scelta dei personaggi(mi piace leggere le commedie). Ne discuto con Giuseppe (lavoriamo insieme da 35 anni e conosciamo le qualità degli attori) e proponiamo poi al gruppo il copione finale, la lista dei personaggi e gli interpreti Ognuno prende visione del testo e del personaggio, se ne discute insieme e…si comincia!
Trattandosi di una compagnia amatoriale, quali sono i tempi di preparazione di una commedia?
Almeno 6 mesi dovendo tener conto della chiusura della sala-prove nel periodo di ferie scolastiche, i turni di lavoro ed eventuali imprevisti.
Chi cura i costumi?
Noi stessi. Scoviamo nei nostri armadi e troviamo sempre qualcosa da adattare. Nel peggiore dei casi si ricorre al “mercato delle pulci” o a qualche negozio di abbigliamento.
E la scenografia?
La scenografia viene pensata e proposta da me e Giuseppe con la collaborazione di un gruppo-lavoro, guidato dal nostro Biagio che provvede alla costruzione.
Quanti costi dovete sostenere per mettere su una commedia?
A questa domanda dovrebbe rispondere il nostro cassiere Salvatore Voi. Dipende comunque dalle commedie ,dal costo di affitto della sala, dal numero delle persone coinvolte, dalla complessità delle scenografie, dai requisiti e dal loro trasporto. Comunque non meno di 800/1000 euro.
Ogni compagnia ha bisogno di luoghi per conservare suppellettili e costumi. Avete un magazzino?
Abbiamo in affitto una stanza, non grande, in uno scantinato dove, con molta difficoltà, cerchiamo di conservare alcuni mobili, pochi vestiti data l’umidità della stanza e i pannelli per le nostre scene.
Quando è nata la necessità di affiancarti un co-regista?
La collaborazione con Giuseppe, non è nata per necessità. Considerando l’alto numero dei personaggi delle nostre commedie e il nostro coinvolgimento anche in qualità di attori, è sorta spontanea, utile e necessaria l’idea di una collaborazione a “quattr’occhi” nella conduzione dell’attività teatrale.
Come si tiene in piedi un simile sodalizio ormai così longevo?
Non perdendo di vista il risultato finale, frutto dell’impegno di ogni componente. Tra noi c’è molto rispetto e fiducia e ci concediamo reciprocamente la libertà, anche durante le prove, di esprimere e confrontare eventuali divergenze di idee per raggiungere l’obiettivo. Siamo convinti che il gruppo noti ciò e lo apprezzi,
Quali sono stati o sono i vostri pezzi forti?
Spontaneamente direi tutti. Ma alcuni sono andati oltre ogni aspettativa: “Natale in casa Cupiello”, “Filomena Marturano”, “Napoli milionaria”,” Uomo e galantuomo”, “Miseria e Nobiltà”, “L’amico del cuore”, “Pasticceria Bellavista”,”.. e fuori nevica”, sicuramente andrebbero ricordate tante altre commedie, per esempio il testo in doppia lingua sul problema della scuola differenziale, recitato nei più svariati contesti. A questo sketch siamo molto affezionati un po’ perché è stato creato da noi, ma soprattutto per il riconoscimento e l’apprezzamento ricevuto sia da parte delle famiglie italiane che dagli insegnanti di lingua tedesca. È stato un tentativo molto riuscito perché mette in risalto in modo comico e ironico il conflitto tra scuola tedesca e famiglie italiane.
Per i vostri 40 di teatro il prossimo 9 novembre presenterete nella sala teatro Altes Feuerwehrhaus di Stoccarda la Commedia: Sabato, Domenica e Lunedì, opera in tre atti di Eduardo De Filippo. Come va la prevendita?
La prevendita ha superato le attese. In una settimana abbiamo registrato il tutto esaurito (250 posti).
È prevista una replica?
Per Stoccarda abbiamo già fissato la data del 22 febbraio 2025 sempre nell’Altes Feuerwehrhaus. Contiamo poi di portare la commedia anche ad Augsburg in primavera, ospiti del locale gruppo “La Paranza”.
Che cosa vi augurate per questo importante compleanno?
Di riuscire a ripagare la fiducia che gli spettatori ci stanno dimostrando con la loro numerosa partecipazione. Per noi è uno stimolo in più, qualora ce ne fosse bisogno, a far sempre meglio negli anni a venire.
Ad multos annos!!