Leggere la Bibbia: Intervista al teologo Simone Paganini
Simone Paganini è attualmente l’unico teologo italiano che ricopre una cattedra di teologia in una università tedesca, uno degli atenei tecnici più prestigiosi, l’università tecnica di Aquisgrana (RWTH-Aachen), ma la sua passione è far conoscere la Bibbia al grande pubblico. Per questo scrive libri. E lo fa bene. I suoi libri sono pubblicati in diverse lingue, naturalmente anche in italiano e in tedesco. Recentemente per Herder Verlag è uscito “Unzensiert”, (“Non censurato. Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul sesso nella Bibbia ma che non avete mai osato chiedere”), libro che verrà presto pubblicato anche in Italia per Edizioni Messaggero, Padova.
Il titolo è accattivante, sensazionalistico, quasi a suscitare una curiosità un po’ guardona. Di che cosa parla?
Quello che descrivo in questo libro, ma anche negli altri, non ha nulla di scandaloso né di morboso tantomeno di dissacrante. La maggior parte dei testi di cui parlo è conosciuta. È un modo per far conoscere due aspetti diversi: la prima è che la Bibbia parla di uomini e donne e la seconda è che uomini e donne non cambiano mai. Nella Bibbia trovi le stesse cose di adesso, gente che si vuole bene in due, gente che si vuole bene in tre, trovi due uomini che si vogliono bene, due donne che si vogliono bene, trovi gruppi di persone che dicono “solo così è giusto e cosà è sbagliato” e gruppi di persone permissive e gruppi di proibizionisti. È la stessa cosa che trovi nel mondo di oggi e puoi farlo vedere. Sono testi che arrivano da un’altra cultura e hanno modi di esprimere l’esperienza dell’amore che vanno tradotti nella lingua e nella cultura moderna.
“Unzensiert” è costellato di illustrazioni, Lei usa un linguaggio diretto, chiama le cose per nome e accompagna i lettori con maestria dentro racconti biblici sconosciuti ai più, partendo dalle parole di papa Francesco sull’origine divina del sesso. Che cosa ha voluto raccontare con “Unzensiert”?
Ho sempre tenuto conferenze di carattere divulgativo sulla Bibbia, è un po’ il carattere missionario proprio un po’ di tutti i teologi, ma il libro non ha intenzioni missionarie. La gente parla di cose che non conosce e allora provo a spiegargliele in maniera più simpatica. Non racconto cose nuove ma forse le racconto in maniera innovativa. Si parla di sesso perché è un’esperienza umana e la Bibbia racconta esperienze umane, che magari andando a messa o a catechismo non ti vengono raccontate. Il mio scopo è incuriosire: se dopo aver letto un libro di Paganini, qualcuno prende in mano la Bibbia, allora ho raggiunto l’obiettivo.
“Unzensiert” segue un libro sulle fake news nella Bibbia “Von Evas Apfel bis Noahs Stechmücken”, (Herder, 2019), che ha venduto bene. Alla fine del 2020 è uscito un libro sulla notte di Natale “Von wegen Heilige Nacht!” (Gütersloher) il cui successo l’ha catapultata sul divano della seguita trasmissione Das! su NDR. Chi sono i suoi lettori?
In ambiente tedesco sono credenti e non credenti interessati a un approccio diverso alla Bibbia, ossia non soltanto come libro religioso ma anche come un insieme di testi che parla di una cultura che, volente o nolente, è alla base della nostra mentalità europea. Spiegare questa cosa in Italia è un po’ più complicato perché c’è un altro modo di avvicinarsi al testo biblico, di concepire il contatto con la religione e di avvicinarsi al sacro.
Professor Paganini, Lei ha scritto un libro sulle storie fake della Bibbia. Che cosa intende per fake news nella Bibbia?
L’idea era di scrivere un libro su cose che la gente pensa che ci siano nella Bibbia e che invece non ci sono. Non sono quindi propriamente fake non trattandosi di falsificazioni della realtà, ma sono storie inesistenti nella Bibbia. La mela di Eva o le chiavi di Pietro o il mar Rosso che si apre in due nei testi biblici non ci sono proprio. Si è cominciato a pensare che c’era la mela e allora non si interroga più il testo per cercarla…
Quelle che per un esegeta, un biblista, sono conoscenze, acquisite attraverso un approccio culturale, storico alla Bibbia, non lo sono invece per il grande pubblico.
Sono filologo, ho fatto per vent’anni analisi di radici verbali ebraiche ed era una cosa bellissima. Ora faccio divulgazione scientifica perché ritengo fondamentale tentare di uscire dalla torre di avorio delle università. Questi libri sono la sintesi di oltre venticinque anni di studi. A me piace pensare che i miei libri invoglino la gente ad affrontare il testo biblico e a farlo in maniera più consapevole. In Germania questo tipo di lavoro è guardato con interesse in Italia è guardato ancora in certi ambienti con sospetto.
La Bibbia, nell’insieme dei suoi testi, è narrazione, elaborazione e riflessione teologica. L’antico testamento, in particolare, è la storia del popolo di Israele, della sua identità etnica e religiosa, ma è anche un testo teologico. Non c’è il rischio che il metodo di divulgazione scientifica disperda il connotato teologico e sacro delle Scritture?
Il mio è un approccio teologico al testo, sono testi di teologia. Non mi fermo a discutere il dogma, non mi fermo a discutere la bibbia come fondamento del catechismo. C’è una parte della teologia che lo fa, ma non è la mia. La teologia è come la medicina, è un conglomerato di scienze diverse: tutti hanno studiato anatomia, ma poi ci sono i cardiologi, gli ortopedici eccetera. Faccio teologia partendo da un metodo linguistico, storico, come fa un germanista, un italianista o un grecista. Ci sono approcci storici e approcci sistematici, come la storia dello sviluppo del dogma o di tipo pastorale e pratico per gli insegnanti di religione. Il problema sorge quando si confonde la teologia con la religione o la teologia con la chiesa e si pensa di cercare di giustificare in maniera razionale una questione di fede.
C’è mai stato qualcuno che dopo una conferenza abbia protestato?
Qualcuno mi ha detto dopo una conferenza “Ma Lei mi ha tolto la fede!”. Ma se qualcuno ha un problema di fede deve rivolgersi alla sua guida spirituale, perché io parlo di testi religiosi dal punto di vista scientifico. Sono due modalità ben diverse che vanno ben spiegate alla gente. L’esegesi è l’arte di porre al testo la domanda a cui vuole rispondere. “Il testo ha sempre ragione”, questo è Umberto Eco, semiotica generale. Un sacerdote fa al testo altre domande giuste a cui il testo risponde. Il problema non è dire “è più giusta la mia domanda o la tua”. La domanda unica per tutte le situazioni non c’è. La Bibbia come ci ha spiegato il Concilio vaticano secondo è parola di Dio attraverso la parola degli uomini. Arrivi alla parola di Dio se riesci a capire chi sono gli uomini.
Simone Paganini, “Unzensiert” e il libro sulle fake news nella Bibbia verranno presto pubblicati in Italia ma sicuramente ha in cantiere altri libri…
Ho moltissime idee ma poco tempo, comunque sto lavorando a un libro sul diavolo e sto scrivendo un libro sugli animali strani nella Bibbia: l’unicorno, il dinosauro…