Venerdì 22. ottobre la VHS di Stoccarda ha organizzato un incontro online della rassegna di Donne e Poesia 2021, istituita dalla (nostra compianta) Marcella Continanza
La Rassegna “Donne e Poesia Isabella Morra” è stata portata in vita dalla poetessa e giornalista Marcella Continanza nel 1991 a Francoforte. Avremmo voluto festeggiare in modo particolare la trentesima edizione. Purtroppo, non è stato possibile ma ci rifaremo.
Nel corso degli anni la rassegna, che è sempre stata itinerante ed è stata ospite ad Amburgo, Colonia, Stoccarda, Friburgo, Friedrichshafen e le tre ultime edizioni in Italia a Castellamare di Stabia. Nel 2020 a causa del decesso di Marcella che ha portato nello sconforto le poetesse che le erano vicine e del Covid la Rassegna non si è tenuta.
Ora come in punta di piedi la Rassegna Donne e Poesia si sta risollevando dalle ceneri. Grazie alla VHS di Stoccarda che ha dato spazio alla piattaforma online e con l’iniziativa di Anna Picardi e Barbara Golini che ha moderato la serata, si è potuto dare voce alle donne che scrivono in italiano i loro pensieri, le sensazioni, i dolori e realtà in poesia.
L’emozione delle autrici era molto palpabile. La gioia di ritrovarsi e stata grande anche se online, e il ricordo di Marcella, lei sicuramente sarebbe stata felice che la Rassegna non si sia “persa”.
Dopo il saluto e ringraziamenti da parte di Barbara Golini la serata è stata aperta dalle liriche di Rosa Spitaleri la prima reca il titolo Quadri “Vedo il grano mietuto e l’altro in attesa, / un mare d’oro spolverato da papaveri rossi / e l’Etna col suo placido fumo.” e Minnella d’Etna “Raggrinzita dal sole del Mongibello / ondeggia tra i filari la vite antica / l’accarezza il vento pietoso / mentre attende la rugiada della notte.”
Giulia Amato Mazzei ricorda le sue amate Montagne: Belle e imponenti, / le sue cime sembrano / tocchino il cielo. / Le casette sparse qua e là / sembrano gusci di lumache. Mentre in Ritorna Bambina si chiede da adulta, Dov’è finita la bambina allegra, spensierata, / felice di tutto, / felice con niente?
Anna Lucia D’Elia Tortorelli ci delizia con Il Piccolo Pettirosso Una mattina aprendo la porta del balcone eri li immobile / piccolo pettirosso…./ ho pensato che eri ferito /…. non eri ferito sono rimasta a guardarti… /… avrà voluto portarmi un saluto da chi mi ha voluto tanto bene….// e in Amatevi scrive di rondini si apprestano a fare i loro nidi / Nell’aria profumo di fiori… / …per le strade bambini felici…/ Amatevi e siate sereni la vita è un dono e ci appartiene. Nella Terra mia parla di un vuoto che sente perché vive lontano dalla sua Terra.
Rosa Perrone averla rivista dopo tanti anni mi ha fatto felice. Lei affronta in Terra mia il suo dolore per la perdita del padre e della madre. “Arrivo…/ e ti ritrovo / calda di letto / con le tue colline d’un verde quasi bianco / sotto la luna /…La mia vita / mancata e bruciata / nel ciocco del camino // Mi hai rubato mio padre / che ancora mi manca / mi hai rubato mia madre / con le sue mani stanche//…Non rubarmi ancora /. Nella seconda lirica Paesaggio ci parla della vita che trascorre mettendo a confronto il vecchietto curvo e gli occhi di un bambino che danno speranza all’umanità: Il vecchietto curvo / trascina la sua vita/poggiata al suo bastone // Un bimbo corre via /… / Nei suoi occhi / si specchia il mondo.
Evita Sanpietro ha letto alcune poesie della mamma parla del suo Paesaggio Sardo Pace di ulivi, / beatitudine di pascoli, / solitudine antica / di nuraghi senza storia. /…sapore di primavere / livide di pianto. / ma che pur nel dolore /…E l’assapori…/ come nel rimirar d’un quadro…/ e non ti sazi.
Nella sua seconda lirica parla della sua emigrazione. Nostalgia di emigrante: Sulla bianca distesa di neve / le sagome nere di gelsi / gli irti rami immobili / e scheletri di ville in costruzione: abbandonate /…Nell’animo / la ferita del distacco / e l’illimite nostalgia / mai placata / dell’isola solare … pietrosa…/
La nostra giovane poetessa Alessia De Gennaro affronta il tema dell’amore in Hiraeth :…in un’aria che non smetterò mai di respirare / scrivo il battito del tuo cuore / nella più bella voce che abbia mai sentito / fotografo i tuoi gesti / in libro che non finisce mai /assaporo la primavera/ che mi desti l’ultima volta che ci vedemmo. Nella poesia Vestiti tralucenti oppure vestiti che parlano da sé parla dei vestiti comparandoli alla vita Tu che dicevi spesso / che i vestiti non ti importavano/ ed invece ti davano un volto, un carattere/ quando ti spogliavi / ti si scioglievano di dosso / come le labbra che accarezzavano la superfice di un gelato. // tu che lasciavi spesso/ vestiti sporchi per terra / ed io li raccoglievo con speranza / con occhi lucidi che potevano illuminare tutt’una città
Silvana Fiori parla del Laptop rotto e si è costretti ad usare l’antico strumento: la penna: Laptop dal tecnico, portato stamattina / e in attesa che lo curi. lo ricomponga assembli / ritorno ad un quadernone rosso / che avevo scordato sotto libri. / … La penna scorre su quadretti scuri …./ Spariscono i ricordi lungo gli anni, / quel golfo, però , non si stacca dalla mente / con a nord il castello aragonese. Nella sua seconda lirica Silvana ci fa partecipe del suo paesaggio: Il ruscello andava per la sua rapida breve via / e l’acqua lambiva selci e piedi / Dopo giorni sempre per la montagna, / m’accorgo solo ora della nuova pace. / Sogni or ora … non dimenticati / ma ora come frapposti all’ abbandono.
Anna Picardi ci presenta Voli…non pindarici Dove siamo? / al punto di partenza / o al traguardo? / Ci interessa saperlo? / È importante? // Incomincio a volare / e non ho paura. / Tu voli con me. In Estranei affronta come ci si sente in un pese diverso e non si capiscono molto delle feste paesane: Accovacciato su un‘altura / con il mio fiasco di vino / osservo la cerchia / di amici riuniti / per celebrare / l‘antico rituale // Mi hai rinnegato! / Devo essere / solo uno straniero / come tanti oggi / conosciuto per caso / invitato alla mensa / bandita sul prato.
Concludiamo l’incontro con Barbara Golini che dietro la nostra esplicita richiesta ha proclamato la sua poesia con il titolo Passano: Passano, le curve tra queste ruote / sempre di fretta; fischiano tra raggi. / Manca il vento stanotte, spingo e spingo / ci sono sassi e terriccio sulle gomme / ormai consunte, dai viaggi e dalle storie//….le vocali non sono mai rotonde, ma a volte sanno / essere angolari; e tu mi hai detto no // Passano, le onde tra queste curve / sempre di fretta; soffiano tra la spuma…/ Sì sono sabbie mobili …/ ormai corrose, dal sale e dalle onde.
La Rassegna si conclude con l’intento di incontrarci anche il prossimo anno. Non si è deciso dove ma ci piacerebbe essere ospite a Firenze dove vive una poetessa della rassegna Silvana Fiori. Al momento sono solo sogni ma chissà se possono diventare realtà. Marcella Continanza da sempre era impegnata a dare voce alle donne italiane in Germania che scrivono ancora in lingua italiana. L’idea di andare a Firenze è venuta, dove ci si potrebbe confrontare con le emigrate che vivono in Italia, per conoscere quali sono i loro pensieri, sentimenti e realtà; per un confronto sociale e poetico. Visto che la rassegna è sempre stata itinerante essere ospite a Firenze sarebbe molto bello ed interessante. Marcella sicuramente sarebbe stata felice.
Ciao Marcella da tutti noi