Una manifestazione riuscita che ha messo in luce l’amore per il proprio territorio di un’intera comunità
Situata in provincia di Avellino a 800 metri di altitudine, Ariano Irpino è una ridente cittadina di circa 20.000 abitanti che ha saputo valorizzare la propria identità storica diventando un centro culturale e tecnologico di rilievo internazionale. Artefice di questo successo è Ortensio Zecchino, professore di Storia del Diritto, ex Ministro dell’Università e della Ricerca scientifica, fondatore nel 1991 del Cesn, Centro Europeo di Studi Normanni e poi, nel 2006, di BioGem, consorzio universitario operante nella genetica molecolare e nelle biotecnologie. Di entrambi Zecchino è presidente.
Lo scorso 28 maggio nel Castello di Ariano Irpino ha avuto luogo la celebrazione del trentennale del Cesn. Alla manifestazione hanno partecipato il sindaco Enrico Franza e numerosi ospiti tra cui diversi studenti e docenti dell’Istituto superiore Ruggero II. Nel suo discorso introduttivo il prof. Zecchino ha sottolineato che il Cesn è un istituto “dotato di personalità giuridica istituito, in una piovosa serata di ottobre 1991, da un nutrito gruppo di studiosi italiani, francesi e inglesi”. Oggi il Cesn è nell’elenco degli enti culturali di rilievo nazionale del Ministero della cultura. Zecchino ha poi parlato dei Normanni: “popolo straordinario che dal Nord si diffuse in varie parti d’Europa, giungendo persino a Kiev, e che ebbe il grande merito di impedire l’islamizzazione dell’Europa. Dalla Normandia raggiunsero prima l’Italia meridionale e poi l’Inghilterra. Ma mentre in Inghilterra giunsero con un esercito di conquista (Battaglia di Hastings, 1066, ndr), in Italia arrivarono a gruppi sparsi. Dobbiamo al prof. Errico Cuozzo (tra i fondatori del Cesn e presente alla manifestazione, ndr) la scoperta di una pergamena che dimostra che Ariano è stata la prima contea normanna dell’Italia meridionale”. I primi conti si autoproclamarono per intercessione diretta dell’autorità divina. Con Ruggero II di Altavilla nel 1130 nacque il Regno di Sicilia che comprendeva inizialmente la maggiore isola italiana, la Calabria e la Puglia, a quel tempo molto più vasta della regione attuale. Fu proprio nel Castello di Ariano Irpino che Ruggero tenne, nel 1140, il suo parlamento generale col quale furono emanate le cosiddette “Assise”, le nuove basi legislative del Regno.
Ma torniamo al trentennale. Il Prof. Cosimo Damiano Fonseca, anche lui tra i fondatori del Centro, accademico dei Lincei e professore emerito di storia medievale, che Zecchino ha voluto salutare chiamandolo affettuosamente don Damiano, essendo sacerdote, e aggiungendo “decano e maestro di tutti”, ha tenuto la prolusione dal titolo “Il Cesn nel panorama degli studi del Mezzogiorno medievale”. In essa Fonseca ha sottolineato che “fino al 1931 la storia nazionale ha incentrato la sua attenzione esclusivamente sull’Impero romano e sulla Chiesa cattolica e che fino a 60 anni fa sarebbe stato impensabile che un comune potesse avere un proprio centro di studi sulla storia locale”. Per inciso, ricordiamo l’intervista concessa dal prof. Fonseca al Corriere d’Italia, pubblicata nel febbraio 2021.
Durante la manifestazione ampio spazio è stato dedicato alla presentazione del volume del trentennale con interventi del curatore, il prof. Giuseppe Muollo, e di alcuni dei coautori, i professori Errico Cuozzo, Gianfranco Stanco e Luigi Russo. È stato poi presentato il progetto di “rifunzionalizzazione” del castello di Ariano. Oggi il castello è in gran parte impraticabile ad eccezione di due torri ristrutturate dove, dal 2009, è stato allestito il Museo della Civiltà Normanna di cui Muollo è direttore. Del progetto di rifunzionalizzazione hanno parlato il prof. Marcello Rotili, ordinario di Archeologia cristiana e medievale, e il prof. Leopoldo Repola, architetto. Il progetto è nato da una visione del prof. Zecchino incentrata sulla combinazione di studi storici e archeologici e di tecniche digitali usate come strumento di indagine e comprensione. Il risultato è stato una metodologia scientifica multidisciplinare rigorosa che ha messo in luce aspetti inediti: “praticamente abbiamo fatto la Tac quadridimensionale del castello, relativa cioè a tempi ed epoche successive, producendo un clone di quella che era una formidabile macchina da guerra”. La rilettura funzionale dell’edificio sarà il punto di partenza per la sua riqualificazione. Il progetto è stato presentato al sindaco e se realizzato restituirà al territorio di Ariano e all’intera collettività un elemento del patrimonio architettonico di grande valenza simbolica che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia e nell’identità della città. Auspicabilmente il sindaco Franza non si farà sfuggire le ricadute sul piano turistico-culturale ed economico che la realizzazione del progetto certamente comporterà.
Nell’ultima parte della manifestazione è stato presentato il Museo delle armi in asta che, grazie alla donazione della collezione dell’ing. Mario Troso e del relativo fondo bibliotecario, consentirà di realizzare nel castello di Ariano un centro studi sulle armi in asta unico nel suo genere a livello mondiale. L’intervento dell’ing. Troso ha regalato un momento di forte emozione. Troso, appassionato collezionista e grande esperto di armi medievali, lo scorso 22 maggio ha compiuto 100 anni. Lo ha rivelato il Prof. Zecchino aggiungendo la notizia della proposta del Sindaco Franza di offrire la cittadinanza onoraria all’ingegnere. Troso ha ringraziato commosso. Diventare cittadino onorario di Ariano “mi alletta molto e non vedo l’ora che questa cosa si avveri”. Ha poi parlato del “suo” museo. “Io sono nato col desiderio di fare un museo di armi antiche. Ho tentato molte volte di realizzare questo desiderio, ma non è stato possibile a causa di resistenze nei confronti delle armi da parte degli ambienti pubblici. Grazie al senatore Zecchino sono però arrivato ad Ariano. La mia idea del museo non è tramontata. L’idea si perpetuerà ad Ariano. Il mio museo diventerà il museo di Ariano”. Della collezione Troso ha parlato il dott. Giuseppe Mastodontico, curatore del Catalogo delle armi in asta, sottolineando l’importanza che tali armi hanno avuto nella storia dell’umanità come elemento di valenza culturale prima che funzionale alla guerra. Come evidenziato dal Prof. Zecchino, le armi in asta hanno rappresentato “l’inscindibile unione tra ferro, legno e fuoco, ovvero il motore che ha dato movimento alla fabbrica, ma anche alla scienza e alla tecnica delle armi antiche”. La collezione Troso, che il Cesn ha acquisito, comprende un arco temporale molto ampio, dall’ XI secolo al XIX secolo e, con ben 42 tipologie di armi, offre uno dei campionari più completi e straordinari a livello internazionale.
Concludiamo citando la parola “glocalismo” pronunciata durante il suo intervento da Ortensio Zecchino. Lo ha fatto parlando di ciò che hanno rappresentato i castelli durante il Medioevo e, in particolare, di ciò che ha rappresentato quello di Ariano intorno al quale è nata la città. Glocalismo, ovvero quando la grande storia universale incontra quella locale. Da abile e appassionato oratore quale è, Zecchino ci è sembrato abbia voluto inviare un nitido messaggio al sindaco Franza invitandolo a mettere da parte italiche diatribe tra guelfi e ghibellini e a sostenere il progetto di rivalutazione del castello dei Professori Rotili e Repola consentendo di ottenere i finanziamenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Chi scrive non ha dubbi sulle positive ricadute che potranno esserci per Ariano Irpino in termini di cultura, turismo e sviluppo economico.