Uscito il secondo libro di Rosa Maria Mauceri, autrice di “Una verità rubata”
Cosa ti ha spinto a scrivere il tuo secondo libro, “Filippa – L’inferno prima dell’inganno”, e quali sono stati i principali temi e messaggi che hai voluto trasmettere attraverso questa storia?
Il secondo romanzo, “Filippa – L’inferno prima dell’inganno”, è stato scritto per rispondere a molte domande lasciate aperte nel mio primo romanzo, “Una verità rubata”. Era importante raccontare alcuni passaggi legati alla vita di mia madre, Filippa, senza approfondire completamente quei dettagli nel primo libro. “Una verità rubata” affronta diversi temi e intreccia diverse biografie, compresa la mia. Invece, il secondo romanzo è dedicato a questa straordinaria, meravigliosa e coraggiosa donna che è Filippa, mia madre! È importante prestare molta attenzione durante la lettura, perché ci sono eventi che forniscono delle risposte che potrebbero illuminare la mente di chi ha letto “Una verità rubata”, proprio come è successo a me quando ne sono venuta a conoscenza. Si potrebbe dire che la narrazione del passato di mia madre sta influenzando anche la mia ricerca personale.
Puoi condividere con noi qualcosa sulla vita di Filippa, tua madre, e su come ha vissuto la sua giovinezza? Quali sono state le sfide e le esperienze significative che ha affrontato?
La vita di Filippa è stata piena di sfide e di esperienze significative. Vorrei poter raccontare come “sarebbe dovuto essere il suo destino”, ma chissà… forse un giorno lo farò. Inizierei il suo racconto dalla sua adolescenza, quando era una ragazza spensierata e ignara del suo futuro. Aiutava in casa con i compiti domestici. Mia madre non era solo bella, era anche dolcissima e non conosceva la malizia. Era la primogenita di 10 figli, o meglio, devo correggermi, oggi devo dire 11 figli. Come ho già raccontato in “Una verità rubata”, questa storia è incredibile e capisco che qualcuno potrebbe pensare che sia surreale, ma è proprio così! Grazie alle ricerche e alle indagini del passato, ho scoperto l’esistenza di una figlia di mia nonna, anch’essa portata via con l’inganno quando era ancora un neonato. È un peccato che mia nonna Rosa non sia più con noi.
Senza rivelare troppo della trama, puoi darci un’idea di come sia finita la storia con quell’individuo di cui hai parlato? Cosa hai cercato di comunicare attraverso questa parte della narrazione?
Attraverso questa parte della narrazione, ho cercato di esaltare la forza e la determinazione di mia madre, riscattandola e dimostrando al mondo chi era veramente: una donna coraggiosa e una madre straordinaria. Lei ha deciso di sfidare il destino e tutto ciò che la circondava, compresa la mentalità retrograda che dominava in quel periodo. A volte, a causa dell’idea di “onore”, dovevi omettere molte cose. Per quanto riguarda “l’individuo” di cui hai parlato, non svelerò nulla che non si possa vedere sulla copertina del romanzo. Si può vedere Filippa che scappa con i suoi quattro figli, attraversando binari e mettendo molta distanza tra loro. La foto è tratta da una scena del cortometraggio che ha toccato profondamente molte persone. Non ho nemmeno bisogno di scrivere aggettivi per descrivere mia madre. Basta guardare la foto per capire che tipo di donna era.
Nel tuo primo racconto, hai menzionato la Corte di Strasburgo come “l’ultima spiaggia”. Puoi dirci qualcosa in più su questo aspetto e su come hai affrontato la battaglia legata alla storia di tua sorella?
La menzione della Corte di Strasburgo come “l’ultima spiaggia” nel mio primo racconto fa riferimento alla battaglia legale che ho affrontato per cercare giustizia nella storia di mia sorella. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo è un’istituzione che si occupa di casi di violazioni dei diritti umani. Nel mio impegno per la verità e la giustizia, ho intrapreso un percorso legale per cercare un ricorso finale e far valere i diritti violati nella storia di mia sorella. È importante per me e per i miei lettori continuare questa narrazione, ed è per questo che sto già scrivendo il terzo romanzo, intitolato “Una verità rubata 2”. Voglio onorare i miei lettori e tutti coloro che mi hanno sostenuto, leggendo o ascoltando la mia storia e aiutandomi a diffonderla attraverso i media. Questo nuovo libro sarà un seguito della mia battaglia per la verità.
Come hai affrontato le sfide e le difficoltà nel raccontare una storia così personale e emotivamente coinvolgente? Cosa ti ha spinto a non demordere e a continuare nella tua battaglia?
Grazie per questa domanda. Affrontare le sfide e le difficoltà nel raccontare una storia così personale ed emotivamente coinvolgente è stato un percorso complesso. Ogni parola che mettevo sulla pagina era un’esperienza dolorosa per me, poiché stavamo parlando della donna che mi ha dato alla luce, la donna con cui combatto al suo fianco con tutte le mie forze. Ho incontrato diverse reazioni e opinioni riguardo alla mia biografia. Alcune persone si sono dimostrate coraggiose e hanno iniziato a raccontarsi senza tabù, mentre altre mi hanno complimentata per aver osato rendere pubblica la mia storia. La maggior parte dei commenti sono stati di apprezzamento. Questi mi commuovono, mi gratificano e mi rendono sempre più forte. Credo che abbiano anche contribuito a rendermi una persona migliore. Tuttavia, c’è anche un’altra categoria di persone, fortunatamente molto piccola, che non osa dirmi in faccia quello che pensa, ma mi fa sentire una sorta di colpa per aver scritto la mia biografia. È quasi come se mi biasimassero per aver esposto le mie debolezze, perché così sanno dove ferirmi se volessero farmi del male. È incredibile che ancora oggi, nel nostro tempo, alcune persone trovino giustificazione per tale comportamento. Immagina quindi cosa poteva accadere mezzo secolo fa se una donna stuprata e massacrata avesse cercato di confidarsi. È per queste ragioni che continuerò a combattere per le donne, sia quelle che in carriera che quelle che non, contro ogni forma di discriminazione. Ancora oggi subisco il bullismo e, a volte, per un breve istante, ritirandomi piango come una bambina che ha appena subito un ennesimo affronto.
Puoi condividere qualche riflessione sul riconoscimento che hai ricevuto attraverso i 50 premi nazionali e internazionali, così come il cortometraggio? Come si è sviluppata la tua carriera artistica in questo contesto?
Certamente! Voglio dedicare questi premi a tutti coloro che mi hanno ferito e continuano a ferirmi. Alzare la voce, denunciare e farlo anche attraverso l’arte mi dà una sensazione di ripagamento. Sono grata per questi riconoscimenti, non ero sicura di essere preparata a tutto ciò e non sapevo di possedere tali talenti. Modestamente, voglio continuare a coltivare e preservare il mio lato artistico, che si sta rivelando una nuova prospettiva nella mia carriera.
Qual è stato il ruolo del “Premio Vincenzo Crocitti e Moraldo Rossi” nella diffusione del tuo appello e nella promozione delle tue opere? In che modo questo premio ti ha sostenuto nella tua battaglia?
Il “Premio Vincenzo Crocitti e Moraldo Rossi” ha svolto un ruolo significativo nella diffusione del mio appello e nella promozione delle mie opere. Questo premio in particolare mi ha lusingato molto. Francesco Fiumarella, il fondatore del premio “Vincenzo Crocitti”, si impegna affinché il talento venga riconosciuto in modo meritocratico, e questo per me è di grande valore. Non ho mai abusato delle mie conoscenze, nonostante lavori per un’azienda che ha una solida posizione in questo settore, come l’editoria. Ricordo vividamente quando ho ricevuto la telefonata per la nomination da parte di Carmen Minutoli della redazione. Ero entusiasta e emozionata. Il team dietro il premio è composto da professionisti in ogni senso, che curano ogni dettaglio. Durante l’evento ho avuto l’opportunità di incontrare diverse personalità del mondo dello spettacolo, ma uno in particolare mi ha colpito: l’attore Mirko Frezza. Ci siamo incrociati alla postazione dei giornalisti e lui ha iniziato a raccontare del suo film tratto dalla sua storia personale, la sua biografia. Siamo rimasti entrambi commossi durante l’ascolto reciproco delle nostre storie. Quel momento spontaneo ha generato una forte chimica tra di noi, che si è tradotta in un abbraccio. È stato davvero bello. Per me, tutto quel mondo era una scoperta. L’avevo sempre visto come qualcosa di lontano da me, ma grazie anche a Mirko Frezza ho avvertito umiltà e leggerezza in quell’ambiente, caratteristiche che spesso si vedono raramente nel mondo artistico. Dicono che il premio Vincenzo Crocitti porti fortuna, ma per me ha significato molto più della fortuna: mi ha fatto sentire al mio posto quella sera. L’atmosfera magica di quell’evento è stata un’esperienza meravigliosa da vivere. In seguito, sul palco, è arrivata una sorpresa: mi è stato assegnato un altro premio, il “Vince Award Moraldo Rossi 2022”. Puoi immaginare cosa significhi per me? Moraldo Rossi è stato il co-regista di Federico Fellini per almeno dieci anni, e io stavo ricevendo quel premio! Mi è stato consegnato da sua figlia, Raffaella Rossi, con la quale sono ancora in contatto e che ha apprezzato il mio romanzo. Tutto questo è accaduto nella splendida capitale, Roma. Il “premio Vincenzo Crocitti” ha un riconoscimento internazionale! Spero di poter tornare in futuro solo per rivivere quella magia che ti sto raccontando. La prestigiosa rivista internazionale “Livein”, distribuita in Italia, America in New York, ha voluto dedicare un intero servizio di 14 pagine al VinceAward nel numero di maggio, con il tema “Speciale Cinema”, sintetizzando le prime dieci edizioni del Premio Vincenzo Crocitti International. “Livein” è una prestigiosa rivista internazionale distribuita in Italia, America e New York, inclusa una versione in lingua italiana. La rivista considera il premio Vincenzo Crocitti come il terzo premio più importante nel campo cinematografico italiano. Inoltre, è opportuno ricordare anche il Nastro d’Argento e il David di Donatello. Il mio cortometraggio, ho avuto l’onore di partecipare alla competizione del David di Donatello lo scorso anno, insieme a numerosi talentuosi registi e produttori a livello internazionale. Ora mi rimane solo la partecipazione al Nastro d’Argento. Scherzo… voglio dire con questo che il premio ha avuto un’importanza significativa per me e sono felice che tu me l’abbia chiesto. Utilizzo questi canali di comunicazione e divulgazione a livello internazionale per promuovere il mio lavoro, la mia ricerca.
Cosa ti dà la motivazione e la determinazione per continuare a lottare e a raccontare la tua storia? Come hai visto l’impatto delle tue opere sui lettori e sulla società in generale?
Adesso sento una responsabilità maggiore nei confronti di tutti voi, che sono stati coinvolti in questa vicenda, e ritengo giusto tenerne conto. Non posso lasciarvi senza aggiornamenti o risposte alle domande ancora aperte. Inoltre, sono pienamente consapevole dell’esistenza di quelle persone di cui parlavo prima, che ancora oggi diffondono un pensiero negativo e discriminatorio. È per questo motivo che continuo ad alzare la voce, con fierezza e determinazione, per combattere contro questo tipo di mentalità. Riguardo all’impatto delle mie opere sui lettori e sulla società in generale, ho visto delle reazioni significative. Molti lettori mi hanno contattato per condividere le loro esperienze personali e per ringraziarmi per aver dato voce a tematiche importanti. Mi hanno fatto comprendere che le mie storie hanno toccato corde sensibili e hanno contribuito a suscitare consapevolezza e empatia nella società. Questo mi dà la motivazione e la determinazione per continuare a lottare e a raccontare la mia storia, sapendo che le mie opere hanno un impatto reale sulla vita delle persone.
Quali sono i tuoi progetti futuri nell’arte e nella tua battaglia personale? C’è qualcosa che vorresti realizzare o raggiungere nel prossimo futuro?
Per quanto riguarda l’arte, vedo nuove prospettive e sento di poter continuare a utilizzarla come una passione. Sono particolarmente affascinata dalle storie reali e desidero aprire “L’atelier delle Storie Vere” in cui posso aiutare le persone a raccontare le loro esperienze di vita. Vorrei che diventasse un punto di partenza per coloro che desiderano elaborare un dolore o condividere il loro percorso personale. Quando mi siedo alla tastiera, entro in un mondo tutto mio, in un silenzio che ascolta il rumore delle lettere battute sul tastierino del mio computer. Scrivere mi permette di esprimere i miei pensieri in forma di parole, è un po’ come sognare ad occhi aperti. Il mio prossimo progetto, che è già in corso, è il mio terzo romanzo: “Una Verità – il seguito”. Si tratterà di una trilogia che avrà il potenziale per essere portata sullo schermo come un film completo. Sto lavorando per realizzare questo obiettivo. Ci sarà un evento emozionante in cui presenterò al pubblico tedesco “Eine Geraubte Wahrheit”, che è la versione tedesca di “Una verità rubata”. Successivamente, questo luglio, presenterò il romanzo “Filippa: l’inferno prima dell’inganno” in Sicilia, presso la meravigliosa “Villa Mirador” a Zafferana Etnea. Sono entusiasta di condividere queste storie con il pubblico e di essere parte di queste esperienze indimenticabili. Che dire, altre destinazioni… spero di poter ritirare personalmente i premi che ho vinto al “Cannes World Film Festival” a l’evento di giugno. Questo festival è stato creato dalla fondatrice Karolina Bomba. Lo scorso ottobre ho vinto due premi, quello per la migliore biografia e come migliore regista femminile.