Ebbene si, podio con il brano Soldi per il giovane ventisettenne Mahmood nato a Milano da madre italiana e padre egiziano. Al secondo posto si è piazzato Ultimo con I tuoi particolari, mentre al terzo posto si classifica Il Volo con Musica che resta, il trio composto da: Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble tornati a Sanremo nel decimo anniversario della loro nascita artistica e a quattro anni dalla vittoria con Grande amore. A Simone Cristicchi con il brano Abbi cura di me è andato il premio Sergio Endrigo per l’interpretazione e premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale. A Daniele Silvestri è andato il premio Sergio Bardotti e il premio della critica Mia Martini.
All’Eurovision Song Contest dunque l’Italia dovrebbe essere rappresentata da Mahmood, con la stessa canzone che lo ha reso vincitore a questa edizione del Festival della Canzone Italiana, Soldi. Un tormentone che, sin da quando abbiamo assistito le prime prove generali dentro lo storico Teatro Ariston di Sanremo, lo avevamo pronosticato tra i tormentoni dell’anno.
Al Festival puntualmente non sono mancate le retoriche polemiche ingiustificate o meno che siano, ma basta che se ne parli perché tradizionalmente sembra faccia parte di una cornice sbiadita e logorata dal tempo all’inimitabile kermesse che, a mio avviso, meriterebbe diversamente più rispetto. Grandi emozioni invece per la versione a due voci di “Vedrai Vedrai” con Elisa e Claudio Baglioni, rendendo omaggio a Luigi Tenco e meritando una standing ovation.
Un pensiero è stato rivolto anche al Quartetto Cetra, a Erminio Macario con Camminando sotto la pioggia. Ricchissima anche la scaletta degli ospiti nel corso delle cinque serate, dall’attesissimo Eros Ramazzotti che entrando stravolge l’Ariston festeggiando così i suoi trentacinque anni di carriera, iniziati proprio a Sanremo e che saluta tutti con l’intervento della star portoricana Luis Fonsi. Non da meno è stata l’attesa di altrettanti grandi nomi da Andrea Bocelli e il figlio Matteo Bocelli, Marco Mengoni, Luciano Ligabue, Riccardo Cocciante, a Giorgia, Tom Walker, Fiorella Mannoia, Alessandra Amoroso e Antonello Venditti. Nelle cinque serate sono intervenuti non solo ospiti musicali ma anche Serena Rossi, Michelle Hunziker, Pierfrancesco Favino e ancora Claudio Santamaria, Fabio Rovazzi, Michele Riondino, Laura Chiatti e Pippo Baudo che ha ritirato inoltre il premio Assomusica (Associazione Italiana degli Organizzatori e Produttori di Spettacoli di Musica dal Vivo). Un riconoscimento dato in nome di uno dei più grandi produttori e promoter di spettacoli dal vivo, scomparso appena un anno fa, David Zard. Premio consegnato dal figlio Clemente Zard e dal presidente di Assomusica, Vincenzo Spera.
Grande orgoglio anche per noi di TeleVideoItalia.de e il Corriere d’Italia presente alla kermesse in quanto, durante le nostre interviste e i nostri interventi in Rai, numerosi artisti e non solo hanno colto l’occasione, attraverso i nostri microfoni, di salutare e dedicare pensieri coincisi anche per i nostri connazionali residenti in Germania. Parliamo del trio Il Volo che si è rivolto in particolar modo ai naresi che popolano in gran numero Pforzheim, ricordandoli con affetto. Lo stesso ha fatto Pippo Baudo ai suoi siciliani partiti da Militello, Catania, ed emigrati non solo a Pforzheim ma in tante altre città tedesche. Saluti anche dal conduttore Claudio Baglioni che in più serate ha posto l’accento sull’importanza e il sentimento compreso di un emigrato, raccontando aneddoti della sua carriera e come egli ha fatto successo musicale sia Germania sia all’estero. Claudio Bisio si diverte e ci regala due faccine della sua risata e ci dice: un mio sorriso alla tedesca e uno all’italiana. E ancora Patti Pravo, Dodi Battaglia e Arisa che non vedono l’ora di arrivare in Germania, abbracciare tutti gli italiani e deliziarli con la loro splendida voce. Tutti insomma hanno avuto parole di conforto, amore e di stima specie verso l’italiano emigrato perfino Nek e Andrea Bocelli che pongono l’accento sui milioni d’italiani emigrati in Germania e comunque all’estero. Tra le numerose domande poste da noi, doveroso ci è sembrato porre l’accento per il secondo anno consecutivo sul fatto che, giacché attraverso le scelte fatte da Claudio Baglioni oltre ai più giovani anche i nostri connazionali italiani emigrati sono ritornati a seguire il Festival della Canzone Italiana di Sanremo, di accelerare i tempi e aprire a maggior ragione anche il voto dall’estero, dando loro l’opportunità di sentirsi ancora più vicini al Paese di origine.
Poiché è da ventinove anni che lo viviamo in prima persona e seguiamo questa grande imponente tanto quanto complessa macchina musicale, direttamente dentro il Teatro Ariston di Sanremo, mi permetto di aggiungere che questo Festival è un prodotto di qualità e che si confronta con tutto e con tutti e tende a migliorare ogni anno. Questa kermesse, capitanata per il secondo anno dal Maestro Claudio Baglioni, è stata ancora una volta una miscela azzeccata e fatta all’insegna della musica, dell’armonia, della simpatia e della riflessione grazie anche a “Claudio Bisio e Virginia Raffaele” dove hanno rispolverato insieme cose, fatti, storie e ricordi che (specie noi di una certa età) avevamo malinconicamente conservato ma mai avuto il coraggio di buttare. È stato un Festival che ha rispecchiato gli sforzi, le emozioni, le attese e le speranze di tutte le persone che seguono e che lo ritengo davvero importante, come noi. La sostanza del Festival della Canzone Italiana di Sanremo è unica in tutto il mondo, ed è talmente importante che non deve essere toccata e nemmeno deve prevalere il chiacchiericcio. Diversamente va protetta e difesa con tutti i suoi pregi e difetti. Non è stato un Festival politico e, sempre a mio avviso, si è basato da una parte sulle canzoni rap, pop, indie pop, reggae, indie rock, dando spazio ai giovani come ai miti che hanno fatto la storia della musica italiana nel mondo; mentre dall’altra parte sull’intrattenimento e dove ha vinto la leggerezza e l’ironia. Ha sbancato insomma la speranza di tanti artisti di diversa generazione pronti a esprimersi anche in un linguaggio, magari per certi nostri colleghi incomprensibili, ma che hanno comunque per certo avuto il coraggio di affrontare noi mass media, il pubblico in sala e quello da casa. Ha vinto la musica e le sue parole. Claudio Baglioni in questi due anni del suo mandato festivaliero ha riportato all’ascolto anche il pubblico più giovane come il più impensabile e pertanto mi sento di ripresentare il mio concetto espresso in diverse reti: Squadra che vince non si cambia. Ringrazio di cuore tutti i colleghi che ho avuto affianco e il grande rapporto collaborativo e morale avuto in questi nostri undici giorni di mandato al Festival di Sanremo; e ancora il supporto della squadra RAI, il Comune e la Città di Sanremo, la SDA Sanremo Eventi, la squadra interna TIM e le forze dell’ordine che puntualmente ogni anno ci ospitano, ci assistono e ci tutelano durante tutto il periodo del Festival perché: Sanremo è Sanremo!… Fatti, no parole.
Il Reportage “7 Giorni a Sanremo” redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production è visibile al sito televideoitalia.net e corriereditalia.de