Nella foto: Milo Manara. Foto di ©Daniele Messina

Quando il fumetto diventa arte: Milo Manara e il viaggio tra Eco, erotismo e femminismi

Il disegnatore Milo Manara, come pochi, ha saputo elevare il fumetto a dignità artistica, tanto che oggi ha cambiato denominazione in Graphic Novel. Del suo ultimo lavoro originale, tratto dal romanzo di Umberto Eco „Il nome della rosa“ è apparso finora solo il primo volume. Lo abbiamo incontrato al termine dell’ultima Fiera del Libro, e ci ha concesso un colloquio che riportiamo qui di seguito.

Tutti i suoi ammiratori aspettano in ansia che Lei completi il Suo lavoro sul „Nome della Rosa“. A che punto siamo?

Lo aspetto anch’io a dir la verità, di finire „Il nome della rosa“. Siamo a buon punto, però il secondo volume sarà un po’ più lungo perché succedono molte più cose e sarà più complicato, ed io purtroppo non divento sempre più giovane, e quindi un po’ più lento; e quindi lo finirò nel 2025. Uscirà senz’altro nel ‘25.

Nel romanzo di Eco viene, fra l’altro, stigmatizzato il ruolo della donna dato da una religione patriarcale e sessuofoba. Qui in Germania c’è una differenza di opinioni tra la Chiesa Cattolica locale ed il Vaticano riguardo alla posizione da dare alla donna. Qual è la Sua opinione al riguardo?

La mia opinione è che questo è uno dei punti deboli della Chiesa: ci sono continue affermazioni sul valore della donna, però le donne non possono accedere al sacerdozio, le donne non possono dire la messa, eccetra. Ci sono ancora oggi dei preconcetti, dei pregiudizi, per cui le donne non vengono messe sullo stesso piano degli uomini. E questo, secondo me, non è neanche un errore, è una mancanza di prendere atto della realtà. Non riesco a capire come si possa discriminare, in base al sesso delle persone. Perché una volta, credo San Paolo avesse detto che le „donne sono impure“; ma siamo nati tutti da una donna, compreso il papa. Proprio nel „Nome della rosa“ c’è una disputa a proposito di questo, perché nel medioevo c’erano dei pregiudizi sull’“impurità della donna“, ma Guglielmo da Baskerville dice: tutti siamo nati da una donna, compreso Gesù Cristo, che in quanto figlio di Dio avrebbe potuto incarnarsi in qualsiasi modo, e invece ha scelto di essere partorito da una donna: segno che non le considerava così impure.

Lei non ha mai sentito parlare dell’eresia montanista?

Montanista, no. Di che epoca è?

Dal secondo al sesto secolo dopo Cristo.

Ah, no. So che ci sono state molte eresie, come i catari, o Fra’ Dolcino nel „Nome della Rosa“, ma questa da dove deriva, dalla montagna?

Montanus era il suo profeta nella Frigia, ed è stata cancellata con tanto furore, che si sono perse le sue tracce per molti secoli. Questa corrente religiosa, che i padri della chiesa bollavano come „horrenda secta“ sosteneva di interpretare correttamente le sacre scritture mettendo le donne in primo piano: aveva donne-preti, donne-vescove e profetesse, e questo suscitava orrore nei cristiani ortodossi perché creava situazioni in cui un uomo andava a inginocchiarsi davanti a una donna. Semplicemente inconcepibile, per loro.

Mi sarei iscritto anch’io a questa setta, perché mi pare che sia del tutto normale e naturale.

E invece l’imperatore Giustiniano l’ha distrutta completamente, ha raso al suolo la sua capitale Pepouza, tanto che solo pochi anni fa le rovine sono state scoperte dagli archeologi.

Giustiniano è quello che ha sposato Teodora, e quindi proprio lui non mi sembra il tipo giusto. Pare che Teodora avesse un trascorso… Lei era nata nei bassifondi di Costantinopoli, e quindi era cresciuta, diciamo, in un modo molto libero, e quindi Giustiniano sembra voler imporre agli altri una legge che a sé stesso non ha imposto.

Considerando l’altro polo, le femministe estreme, che opinione ha su di loro?

Ho partecipato a qualche dibattito perché sono stato invitato da collettivi femministi. E devo dire che in generale hanno tutta la mia solidarietà, mi pare che interpretino delle istanze molto legittime. Quello su cui caso mai posso divergere è l’opinione d’un certo femminismo – poiché i femminismi sono tanti, non uno- un’opinione molto puritana, di vedere l’erotismo come un’attività che degrada la donna, confondendo forse la pornografia con l’erotismo. Su certa pornografia io sono d’accordo che la figura della donna non è rispettata, ma c’è una certa negazione del desiderio: del desiderio reciproco, del gioco erotico. Il collettivo femminile che mi aveva invitato -io mi ero preparato un po’ sulle difensive- invece mi ha poi riferito che l’erotismo piace anche a loro. C’è poi un femminismo che vuole negare l’aspetto seduttivo della donna, sia nell’abbigliamento che nel rifiuto del trucco, ad esempio, e preferiscono un abbigliamento che tende a nascondere il loro corpo, a mortificarlo, e questo io non lo riesco a capire. Posso capire che loro non vogliano essere soltanto l’oggetto dei desideri del maschio, che vogliono essere considerate delle persone, ma vivaddio se siamo arrivati sin qua dopo centinaia di migliaia di anni, è perché esiste un’attrazione tra maschio e femmina, se no ci saremmo estinti già centomila anni fa, non saremmo mai discesi dalle scimmie. A proposito delle scimmie, negli altri animali in generale la femmina ha il famoso estro, e fa capire quando è in periodo fertile dall’odore, dal portamento, e allora il maschio ha l’obbligo proprio di provarci. E fa delle lotte furibonde con gli altri maschi per esser l’unico ad arrivarci. Le femmine umane, invece, sono disponibili per tutto il tempo, e quindi hanno un altro modo per richiamare il maschio, è la loro bellezza. Le donne lo sanno molto meglio di me, infatti se noi vediamo come si vestono le donne, lo fanno in modo totalmente differente dai maschi. Per esempio, se noi guardiamo le atlete, nella velocità, nel salto in lungo, o in alto, o con l’asta, le donne praticano la stessa identica disciplina dei maschi. Però sono vestite in maniera totalmente diversa dai maschi, hanno un costumino che somiglia a un costume da bagno. Se gli uomini fossero vestiti nello stesso modo, gli atleti maschi sarebbero ridicoli, come minimo. E io non credo che qualcuno abbia imposto alle donne di vestirsi così. È una loro scelta consapevole che sul loro corpo questo abbigliamento non è ridicolo, è seducente. Mentre gli uomini sono consapevoli che sul loro corpo quel tipo di abbigliamento sarebbe ridicolo.