La 96ma edizione dello storico Festival lirico in scena all’Arena della città scaligera vede quest’anno in cartellone il ritorno del Nabucco di Verdi nella messa in scena della stagione passata con regia e costumi di Arnaud Bernard e scene di Alessandro Camera (10 e 18 agosto).
Il debutto quest’anno è toccato a Carmen, capolavoro di Georges Bizet, con ben 13 repliche cui fa seguito la maestosa Aida di Verdi, opera simbolo della stagione areniana con l’imponente scenografia di Franco Zeffirelli, arricchita dagli straordinari costumi di Anna Anni (2,5,7,11,19, 23, 29 agosto e 1 settembre).
Il terzo titolo con 5 recite nello scorso mese di luglio è la Turandot di Giacomo Puccini ed il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini di cui quest’anno ricorre il 150° anniversario della sua scomparsa (4,8,17,24 e 30 agosto).
Per ben 47 serate Verona e la sua Arena offre anche quest’anno musica di altissimo livello internazionale sotto le stelle. La città di Giulietta è in una “Babele” di lingue e una passerella di alta moda, soprattutto femminile.
L’Opera Festival ha tuttavia bisogno di un nuovo slancio.
Negli anni 2014-15 si è assistito ad un sensibile calo di pubblico sia italiano che straniero, soprattutto tedesco, austriaco, svizzero, russo e americano. Purtroppo l’affluenza di cinesi, giapponesi e sudamericani non è riuscita a colmare il vuoto. Solo nel 2016 si è registrato un +2% e l’anno scorso un +3%.
Il vistoso calo della domanda e una cattiva gestione hanno prodotto negli ultimi anni un buco di bilancio che ha superato i 30 milioni di euro. Per cui il fiore all’occhiello dell’Italia sul palcoscenico internazionale ha rischiato l’insolvenza.
Alla luce di questo trend negativo, negli ultimi tre anni ci sono stati degli avvicendamenti al vertice della Fondazione. Ma per risalire la china finanziaria ci vorrà tempo.
Le maestranze hanno subìto un taglio di 72 unità e una riduzione del 30% del guadagno.
Sono saltati due sovrintendenti; è stato ridimensionato l’AMO (Arena Museo Opera) che costa annualmente 1,1 milione di euro; è stato rinnovato il Comitato di indirizzo e controllo e nominato, 6 mesi fa, un nuovo sovraintendente.
A Luciano Polo, al quale va il merito di aver riportato il sereno alla Fondazione Arena nel 2017 grazie al richiamo di 380 mila persone all-Arena con un incasso di 22,5 milioni di euro (+3%), è subentrata Cecilia Gasdia. È alla 57enne veronese, potenza pura della lirica italiana che spetta ora il compito di risalire la china.
È un volto noto per i numerosi teatri che ha calpestato in 36 anni di carriera canora. Ha interpretato sulla scena oltre 90 ruoli e nel 1999 si è esibita nel ruolo principale de La Vedova allegra all’Arena con Andrea Bocelli e con lo scomparso Fabrizio Frizzi, esecuzione ripresa dalla Rai.
Cecilia Gasdia è nota anche al pubblico televisivo per aver partecipato dal 2012 al 2014 come giurata al concorso canoro “ti lascio una canzone” di Antonella Clerici su Rai 1.
Ma come uscire dal pantano finanziario?
La ricetta della Gasdia è semplice puntare sull’alta qualità degli spettacoli in cartellone per raggiungere il “tutto esaurito”.
Attualmente però la media per spettacolo è al di sotto degli 8mila spettatori a serata che può apparire bassa, ma bisogna anche ricordare che se la pioggia impone l’interruzione dello spettacolo già durante il Primo Atto, la Fondazione è obbligata a rimborsare il biglietto. E purtroppo nell’arco di una stagione lirica la pioggia fa da guastafeste più di qualche volta. Fortunatamente in questo scorcio di stagione il tempo è stato finora clemente ed alcuni segni di ripresa si stanno registrando.
Il nuovo allestimento del Nabucco, lanciato l’anno scorso a firma del maestro francese Arnaud Bernard, e l’inserimento in cartellone del Barbiere di Siviglia (realizzato dai propri laboratori dell’Arena) di Giacchino Rossini del quale ricorre il 150° della scomparsa stanno sortendo effetti positivi.
La Fondazione pare quindi essere tornata al centro dell’interesse di esperti, critici e semplici appassionati ed ha tutte le potenzialità per tornare ad essere un centro di riferimento della lirica nel mondo.
Il timone è ora in mano ad una donna: veronese e cantante lirica. Il suo nome è Cecilia Gasdia, una nota soprano, chiamata alla Scala nel 1982 per sostituire improvvisamente la mitica soprano Montserrat Caballé, in Anna Bolena di Gaetano Donizetti. Aveva appena 21 anni. Il successo fu tale che le si spalancò l’accesso ai grandi teatri di tutto il mondo.
36 anni dopo Cecilia Gasdia è al vertice della Fondazione Arena con l’arduo compito del risanamento.
L’attuale stagione sta andando bene.
Ovviamente le somme si tireranno a settembre. Intanto in questo mese di agosto, condizioni climatiche permettendo, in cartellone esordisce alla grande la Prima del Barbiere di Siviglia.
In scena vi saranno tre leggende del repertorio operistico: Leo Nucci in Figaro, Ferruccio Furlanetto in Basilio e Ambrogio Maestri in Don Bartalo.
La più giovane quest’anno è la soprano Martina Gresia, nata a Roma 21 anni fa, che debutterà domenica 26 agosto nella Verdi Opera Night.
Per saperne di più, visita la pagina www.arena.it