Il rilancio parte da Berlino
Le cifre della crisi
L’industria turistica paga il prezzo più salato per la crisi pandemica che da oltre un anno blocca i voli, le vacanze, i soggiorni in albergo etc. Non è un problema solo italiano, naturalmente, ma considerato quanto il settore incide nel bilancio economico-finanziario del Belpaese, si capisce perché l’Italia sia la nazione più danneggiata su questo fronte. Il bilancio del 2020 presenta cifre a dir poco drammatiche: rispetto all’anno precedente l’Italia ha perso il 55% dei pernottamenti e ha registrato un crollo del 70% del turismo internazionale. Ad essere colpite dalla crisi con maggiore virulenza sono state le città d’arte, da una parte per la mancanza di turisti extra europei, e dall’altra per la battuta d’arresto del turismo d’affari e di quello legato agli eventi. Allora, come uscirne? Come ripartire? Come prepararsi alla nuova stagione, con l’auspicio che i piani vaccinali producano un significativo miglioramento della situazione?
La Fiera del Turismo di Berlino 2021
Sono questioni di cui si è discusso nel corso dell’ITB, la Internationale Tourismus-Börse, ovvero la “Fiera internazionale del turismo”, che si svolge ogni anno a Berlino a inizio marzo e che costituisce la più grande fiera e mercato d’affari al mondo dell’industria del turismo. L’edizione 2021 ha avuto luogo dal 9 al 12 marzo scorsi in formato virtuale, come non poteva non essere. L’Italia vi ha preso parte, sotto il coordinamento dell’ENIT, con 385 tour operator provenienti da 11 Regioni diverse: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia-Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Trentino. L’evento clou è stata la conferenza di presentazione dell’Italia alla quale hanno preso parte anche il Ministro al Turismo, Massimo Garavaglia, il Presidente dell’ENIT, Giorgio Palmucci, e la direttrice marketing dell’ENIT, Maria Elena Rossi. A moderare la discussione è stato Christian Lungarotti, consigliere economico della nostra Ambasciata a Berlino.
Germania e Italia: un’affinità elettiva
Un dato è certo: la Germania è storicamente il principale Paese di provenienza dei flussi turistici diretti verso l’Italia. Nel 2019, ultimo anno dell’epoca pre-pandemia, oltre 6,7 miliardi di euro di introiti è arrivato da clienti tedeschi, con un aumento del +7,4% rispetto al 2018. I viaggiatori tedeschi hanno fatto registrare quasi 59 milioni di pernottamenti nel complesso degli esercizi ricettivi italiani, con un aumento del 22,8%. Le regioni preferite dai turisti tedeschi continuano ad essere il Trentino-Alto Adige con 19 milioni di presenze, il Veneto con 16 milioni e la Lombardia con 5,2 milioni. Insieme raggiungono una quota del 69% circa sul totale. «La Germania è un partner chiave, una pietra angolare per la ripresa dell’Italia dalla crisi: i viaggi dei tedeschi in Italia sono simbolo di tradizione e amore, non soltanto numeri» ha ricordato il ministro Garavaglia nel corso della conferenza berlinese, mentre il presidente dell’ENIT ha precisato che «l’attività di networking internazionale condotta dall’ENIT mira a implementare e aggiornare le modalità di creazione e promozione dell’offerta turistica. Abbiamo sviluppato più di 30 campagne di marketing, almeno una per ogni Paese con uffici di rappresentanza ENIT, sviluppando un monitoraggio per fornire strumenti e dati utili per la ripartenza». Di sicuro, se l’Italia vuole ripartire nel settore turistico, deve farlo insieme con la Germania e in una cornice europea. «Italia e Germania condividono l’interesse per una ripresa coordinata e sicura dell’intero settore del turismo» ha dichiarato Garavaglia aggiungendo che «A tal fine è cruciale il lavoro che si sta svolgendo nell’Ue a partire dall’ipotesi allo studio di un ‘passaporto vaccinale’ in pista per l’estate 2021».
La difficile ripartenza
Ma cosa si può fare in concreto per rilanciare il turismo italiano? Un’idea è quella di proporre nuove frontiere turistiche all’insegna dell’accessibilità, della sostenibilità e dell’innovazione, con focus specifici per gruppi di potenziali clienti con caratteristiche ed esigenze specifiche. Il piano di rilancio che l’ENIT intende portare avanti si basa innanzi tutto sull’informazione, ovvero sulla velocità e precisione nel fornire ai potenziali turisti informazioni sugli sviluppi della pandemia e sulle misure di sicurezza delle destinazioni italiane. È evidente che responsabilità e affidabilità sono elementi cruciali in questa fase per ristabilire la fiducia dei consumatori e promuovere la ripresa del turismo.
Tra le proposte emerse è interessante quella della regione Abruzzo, che punta sulla destinazione a vocazione fortemente esperienziale, con un’attenzione particolare al turismo lento e sostenibile che permette uno stretto contatto con la natura. In questa cornice, l’Abruzzo promuove il cicloturismo, divenuto da tempo una parte sostanziale dell’offerta turistica regionale. «La nostra forza» ha spiegato Daniele D’Amario, assessore al Turismo della regione, «consiste nel fatto che il nostro territorio offre naturalmente e senza alcuno sforzo tutto quello che i viaggiatori cercano in questo momento: spazi naturali incontaminati, sia sulla costa che nelle aree interne ricche di storia e autenticità, luoghi bellissimi in cui il distanziamento sociale è naturalmente garantito».