“Nell’arena politica italiana si propaga l’odore di elezioni legislative anticipate e, da copione, ritorna la campagna di disinformazione sul voto nella circoscrizione estero. Ha incominciato il Corsera nell’edizione di domenica 28 maggio, con Dino Martirano, seguito a ruota da Libero con Tommaso Montesano e Gianluigi Paragone nell’edizione del giorno successivo.
Quest’ultimo quotidiano è da sempre contrario all’esercizio di voto dei cittadini italiani all’estero e ne incoraggia la soppressione. I titoli utilizzati ‘togliamoci il peso degli eletti all’estero’ e ‘costano e nessuno li fila: chi sono gli inutili diciotto’ costituiscono il preludio di una campagna di stampa, che lascia trasparire la portata di illazioni e di spudorate bugie per creare disinformazione finalizzata a smontare la credibilità del voto all’estero”. Lo afferma in una nota Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE).
“Al di là del diritto di cronaca – ha proseguito Schiavone – è gravissima l’esposizione fatta dal giornalista Gianluigi Paragone nell’articolo ‘togliamoci il peso degli eletti all’estero’, che a suo modo di vedere è stata una colossale fesseria e per giustificare la sua tesi sull’inutilità si spinge a confutare nei modi più banali e grossolani i dettami costituzionali, mettendo in evidenza non solo gravi lacune e approssimative conoscenze del diritto costituzionale, ma anche un suo palese astio verso la comunità italiana all’estero, che allo stato dell’arte gode degli stessi diritti civili riconosciuti a tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla loro residenza e ai quali, lui è impaziente di toglierli”.
“A suo dire non si rende conto della confusione causata tra la legge ordinaria, sulla quale i gruppi parlamentari stanno lavorando per definire le nuove modalità di voto per la Camera e il Senato della repubblica in seguito alla recente sentenza della corte costituzionale, e la modifica della costituzione – ha sottolineato il segretario generale del CGIE -. Il linguaggio guascone di questo impavido parolaio è fuori dal tempo e dalla storia, abituato alla cacofonia dei programmi televisivi in cui è protagonista, induce a confusione sapendo che, nell’era delle fake news, travasare le informazioni è diventato uno sport nazionale. La riforma della legge elettorale italiana – ha spiegato ancora Schiavone – è una necessità per evitare l’ingovernabilità del paese, invece quella degli italiani all’estero, che nella circoscrizione estero eleggono diciotto parlamentari in rappresentanza di cinque milioni di cittadini di passaporto, va sistemata nella pratica procedurale. Gli accorgimenti per migliorarla possono essere definiti con un semplice decreto”.
“Ogni paragone tra le due leggi è inappropriato – chiosa Schiavone -. Tutte le democrazie occidentali avanzate, e non solo, coinvolgono i propri cittadini all’estero alla composizione della rappresentanza politica nazionale. Un ripensamento da parte dell’Italia sposterebbe le lancette del tempo indietro al secolo scorso, a un periodo in cui bastava cantare una romanza per accattivarsi i favori e le simpatie popolari. Quel tempo per fortuna è archiviato nelle pagine della storia, oggi, invece, i cantori della libertà acquisiscono consenso trasmettendo sogni e visioni, certezze e fiducia facendo avanzare l’orizzonte dei diritti a differenza dei menestrelli, che strimpellano paure e diffondono pregiudizi cercando di fermare il vento con le mani”.
“Il richiamo delle serene di epica memoria non ammalia più neanche i creduloni. Finalmente, chi è restio ad alzare lo sguardo oltre la palizzata del proprio giardino, è sollecitato ad armarsi di coraggio e di buona volontà per guardare al nostro tempo con gli occhi dell’etica e della morale del nuovo millennio”, ha concluso il segretario generale del CGIE.