È in atto una generale e controversa discussione sui servizi consolari. Intercomites e Ambasciata a Berlino seduti allo stesso tavolo per trovare soluzioni e per rendere la vita più facile ai quasi ottocentomila italiani residenti in Germania. La parola d’ordine è la de-burocratizzazione con una migliore organizzazione interna ai consolati proprio a causa delle ridotte risorse di personale. I vari presidenti dei Comites lanciano, nel frattempo, appelli su misura delle loro circoscrizioni. I sindacati dei lavoratori consolari sono nella mischia con le loro legittime richieste. A livello politico non mancano botte e risposte tra gli esponenti dei partiti con attribuzioni di colpe e responsabilità.
Cerchiamo di fare un po’ d’ordine, riassumendo le varie posizioni e cominciando dagli incontri periodici tra Intercomites e Ambasciata alla ricerca di soluzioni praticabili. Mentre all’inizio si parlava di facilitare la prassi dei servizi ora si parla di migliorare l’organizzazione interna dei consolati. Le rappresentanze elette dagli italiani in Germania vedono nella riorganizzazione interna degli uffici consolari risorse importanti ma ancora nascoste. Alcune situazioni locali sono più complesse e disperate. Il primo appello in tal senso è stato lanciato a settembre dello scorso anno dal presidente del Comites di Norimberga, Lucio Albanese. Albanese asseriva, in una lettera aperta al Sottosegretario agli Affari Esteri, Ricardo Merlo, “La soluzione dei Consoli onorari si è dimostrata un’operazione ingannevole soprattutto in zone con una vecchia emigrazione e con un forte aumento della nuova”. Albanese reclamava di “Non essersi mai arreso di fronte a questo imbroglio e di aver chiesto, ripetutamente, soluzioni valide per il Nord della Baviera, con servizi/uffici raggiungibili, efficaci e competenti, con personale di ruolo, come anche reclutato sul posto.” Ricordiamo che il Presidente Albanese, nel 2014, come a Saarbrücken, si vide piazzare in casa un console onorario ed è poi giunto dopo quattro anni al nocciolo della questione con una richiesta che non lascia adito a equivoci: riaprite un ufficio consolare e tutto il resto è stato un imbroglio!
Nessuna presa di posizione ufficiale da Saarbrücken ma il mormorio nella Saar, che si deve accontentare di un console onorario che apre i battenti per sole sette ore al mese, sta diventando piano, piano molto rumoroso. Si parla di raccolta di firme per la riapertura della postazione consolare. La parola d’ordine “riaprire postazioni consolari” è stata ripresa anche dal Sindacato dei lavoratori MAECI Confsal/Unsa, dal quale si apprende che in Germania dal 2010, sono state soppresse oltre sessanta postazioni di lavoro al servizio dei connazionali, con la chiusura delle sedi di Amburgo, Mannheim, Norimberga e Saarbrücken. I consolati, secondo il sindacato, sono all’orlo del collasso. In una petizione lanciata il mese scorso al Vice Ministro Del Re e ai sottosegretari Di Stefano, Merlo e Picchi, si legge “Il personale tutto in servizio all’estero segnala, con la presente, il proprio disagio e le precarie condizioni in cui è costretto a operare all’estero a causa della crescente riduzione dell’organico della propria sede, che vede continui richiami di dipendenti al MAECI nonché pensionamenti, ma mai adeguate e corrispondenti sostituzioni dei dipendenti in rientro a Roma. Tale decremento rende sempre più difficoltoso l’operato dei colleghi del settore consolare, delle nostre rappresentanze nonché degli IIC, poiché i predetti sono costretti a fare salti mortali per garantire all’utenza servizi adeguati ed attività culturali degne di questa definizione”.
Da Monaco di Baviera, invece, sono giunti segnali di ripresa e di speranza dopo che quei servizi consolari erano già stati oggetto d’interrogazioni parlamentari. La Presidente del Comites, Daniela Di Benedetto, ha confermato in un comunicato stampa di “aver ricevuto un consistente numero di segnalazioni da parte di concittadini che lamentano disfunzioni nelle modalità di assegnazione degli appuntamenti per il ricevimento in Consolato, difficoltà nella modalità di richiesta del passaporto e ritardi nell’iscrizione AIRE”. La Di Benedetto ha però poi asserito che “A Gennaio si è finalmente insediato, dopo una lunga vacanza della posizione, il nuovo Vicario Dott. Alfredo Casciello, responsabile amministrativo del Consolato Generale. A fine febbraio ha assunto l’incarico il nuovo Console Generale, Min. Enrico De Agostini. Di fronte all’evidente difficoltà di una Comunità in forte crescita, ai forti ritardi nell’erogazione dei servizi ma anche della continua riduzione del personale, la migliore soluzione, forse l’unica, è la razionalizzazione dei processi e dei servizi al pubblico. Per questo il Console Generale ha deciso di rispondere attraverso semplificazione burocratica, messa in efficienza dei processi consolari, razionalizzazione dell’archivio e potenziamento dell’interazione telefonica e per corrispondenza con i concittadini”.
Allora, come asserisce l’Intercomites, non è solo un problema di mancanza del personale ma anche un problema di organizzazione interna e pare che il nuovo Console Generale a Monaco di Baviera abbia colto il segno, dandone assicurazione al Presidente del Comites. Ma non finisce qui. La questione, che è chiaramente di ordine organizzativo, diventa anche uno scontro tra partiti politici. Tutto comincia con la dichiarazione della Senatrice Laura Garavini. La sua attenzione è rivolta alla Spagna ma l’eco giunge fino in Germania. Garavini, il 19 marzo, dichiara: „La Spagna si conferma una terra attrattiva per gli italiani, che scelgono di trasferirsi qui in misura sempre maggiore. Anche per questo è importante prevedere strutture consolari di supporto ai tanti connazionali presenti. A cominciare dall’apertura di un terzo ufficio consolare, che alle Canarie troverebbe la sua sede naturale. Qui vivono, infatti, oltre un quarto degli iscritti all’anagrafe di Madrid. Proprio in queste ore sto presentando un’interrogazione in merito”.
Vi ricordiamo che la Senatrice Garavini è stata eletta all’estero poiché residente in Germania. E dalla Germania arriva la risposta da parte di Anna Mastrogiacomo esponente dal MAIE (che poi è il partito di Ricardo Merlo, Sottosegretario agli Esteri) la quale si chiede se la senatrice Laura Garavini sia la stessa “che da deputata Pd nella scorsa legislatura, con il proprio voto, ha detto sì alle chiusure di decine di sedi diplomatiche e consolari nel mondo”. La Mastrogiacomo esorta la senatrice Garavini: “Presenti pure un’interrogazione, ma a se stessa: Come ho potuto consentire, anche con la mia complicità politica, la distruzione della rete consolare italiana nel mondo. E con quale credibilità oggi chiedo maggiori servizi per i nostri connazionali?”
Nel frattempo, il 30 marzo, quando la nostra redazione chiudeva, a Berlino era presente il Senatore Merlo, sottosegretario agli Esteri, per un incontro con l’Ambasciatore, consoli, con i Comites, membri del CGIE e con alcuni eletti all’estero. Non sono pochi a sperare che da questo incontro scaturisca un segnale politico da parte del Sottosegretario Merlo con la riapertura di postazioni consolari a Norimberga e a Saarbrücken poiché subito realizzabili, a costo zero per l’erario e senza complicazioni burocratiche. Poi nell’immediato futuro una soluzione va certamente trovata anche per Amburgo e Mannheim