“Chi fa da se fa per tre” sembra valere anche per i consolati poiché ognuno di essi, a modo suo, ti spiega cosa ti serve per il matrimonio.
Abbiamo il consolato che ti permette in maniera palese di fare tutto anche per posta (Francoforte)e il consolato che richiede di primo acchito la tua presenza.
Berlino indica che ti devi presentare” di persona e personalmente” (per dirla come l’appuntato di Montalbano) con il rispettivo fidanzato o fidanzata. La stessa cosa vale per Friburgo e Stoccarda. Ma attenzione! Presentarti così, diciamo “spontaneamente”, non vale. Devi prima stabilire il famoso appuntamento. In alcuni casi, studiando attentamente il sito, si potrà capire che la richiesta è possibile anche per posta ma… a pagamento! Il certificato di capacità matrimoniale costa 6 Euro. Friburgo, però, chiede a priori un versamento bancario di Euro 9,35 e si dimentica di spiegarti che Euro 3,35 sono per le spese postali a tuo carico.
In tutti i casi, anche quando hai stabilito l’appuntamento, devi esibire l’autocertificazione e la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà per ottenere dal consolato il documento da portare allo Standesamt.
Una cosa comune tutti i consolati, infatti, ce l’hanno: ti chiedono un’autocertificazione con i certificati! Attenzione: autocertificazione (e lo dice la parola stessa) dovrebbe significare (e ci pare che lo dica addirittura un’apposita legge) “dichiaro determinate cose e mi risparmio i documenti che provano quanto dichiarato”. Dichiarazione sostitutiva significa la stessa cosa: “Dichiaro anche quanto riguarda il mio futuro sposo o sposa”.
Ma ne siamo proprio sicuri? Nella rete consolare non è proprio così. Devi presentare, personalmente o per posta, un’autocertificazione con la dichiarazione sostitutiva dell’atto notorio e … una serie di documenti che certificano quanto hai già autocertificato e dichiarato!
A questo punto sembra proprio che la parola “auto” riguardi solo l’automobile che ti serve per raggiungere il Consolato se vuoi presentare, sempre “personalmente e di persona”, quei documenti che servono a provare che la tua autocertificazione è certificata!
Dicevamo: chi fa da se fa per tre. Questo vale anche per la modulistica. È vero che tutti, ma proprio tutti, i consolati alla voce “modulistica”, per la richiesta di un certificato di capacità matrimoniale, ti presentano il modulo dell’autocertificazione e della dichiarazione sostitutiva dell’atto notorio. Ma è anche vero che ogni consolato ne ha preparato uno proprio, in una sorta di “concorso di bellezza per moduli e formulari”, dando inizio alla corsa a ostacoli.
In un primo momento, infatti, ti convincono che puoi cavartela cosi, con la semplice autocertificazione. Poi cominci a studiare la pagina Web (vedi quella di Francoforte che è una vera e propria scatola cinese per quanto riguarda i matrimoni) e ti accorgi che anche il fidanzato o la fidanzata tedesca deve fare l’autocertificazione e, sempre secondo la logica consolare, deve presentare tutti i documenti che provano quanto autocertificato.
Badate! Al cittadino tedesco che vuole sposare un italiano, è richiesta la “Eidesstattliche Erklärung” con allegata documentazione. Per un tedesco suona così: e come se mi chiedessero di fare una testimonianza e portare i testimoni che provano che la mia testimonianza è una testimonianza vera! Immaginate la confusione, quando il cittadino tedesco si rivolge al suo “Standesbeamte”, l’Ufficiale di Stato civile che dovrà celebrare il matrimonio, e questo gli dice che non ha bisogno del certificato di capacità matrimoniale.
Ovviamente il nubendo tedesco si chiederà: Ma se non ne ho bisogno, perché lo devo chiedere? Inutile chiederlo al consolato. L’impiegata o impiegato addetto ti spiegherà con sguardo materno (anche se somiglia molto allo sguardo della mamma che guarda il figlio scemo) che il cittadino italiano, per avere un certificato di capacità matrimoniale, deve presentare anche la richiesta dello stesso certificato da parte della fidanzata o fidanzato tedesco.
Ma il certificato di capacità matrimoniale è richiesto solo a me, cittadino italiano! Stesso sguardo materno o paterno (ma stavolta rivolto al figlio scemo che ha rotto il vaso prezioso della nonna) e l’impiegato, come un disco rotto ti rispiegherà : “Il cittadino italiano, per avere un certificato di capacità matrimoniale, deve presentare anche la richiesta dello stesso certificato da parte della fidanzata o fidanzato tedesco.” Facile no? Sarà pure facile, ma non si spiega lo stesso.
C’è da chiedersi: ma non sarebbe più chiaro e più facile per tutti, se i nostri uffici consolari indicassero che, per sposarsi in Germania, bisogna presentare una richiesta di certificato di capacità matrimoniale, da parte dei due nubendi, con allegato a) b) c) e via dicendo? Perché insistere con l’autocertificazione quando in realtà l’autocertificazione a quanto pare non basta e di autocertificazione non si può proprio parlare?
Abbiamo scritto all’Ambasciatore d’Italia a Berlino, Dr. Pietro Benassi, chiedendo di dare una risposta ai nostri quesiti.
Risposta dell’ambasciatore d’Italia a Berlino, Dr. Pietro Benassi,
Ho letto con molta attenzione quanto mi ha scritto sulle procedure utilizzate dai vari Consolati della nostra rete per il rilascio dei certificati di capacità matrimoniale.
L’allineamento delle procedure consolari nelle varie Sedi è un tema che mi sta particolarmente a cuore: è per me fondamentale che ai nostri connazionali sia offerto un servizio quanto più possibile omogeneo, e che l’applicazione della normativa sia coerente e trasparente in tutta la nostra rete consolare.
La semplificazione della procedura per la richiesta del certificato di capacità matrimoniale è effettivamente da tempo un tema che si trova al centro del dibattito interno alla nostra rete consolare (e sarà anche uno dei temi in discussione durante la prossima riunione di coordinamento consolare, che si terrà qui a Berlino alla fine della prossima settimana). Tutte le nostre Sedi sono infatti ben consapevoli che, per gli utenti, la procedura può apparire complicata e farraginosa: e tuttavia essa è dettata da una normativa nazionale che lascia, purtroppo, poco margine alla possibilità di modifiche a livello locale.
Per quel che riguarda l’autocertificazione, in realtà, la questione è piuttosto lineare: i nostri Consolati, come qualsiasi altra Amministrazione italiana, possono (e devono) accettare l’autocertificazione soltanto nel caso di dichiarazioni su dati o fatti di cui la stessa pubblica Amministrazione italiana sia già a conoscenza. Essi possono quindi accettare l’autocertificazione per quel che riguarda i dati del connazionale che intende sposarsi, ma non con riferimento a quelli del nubendo straniero, che dovrà in ogni caso presentare la documentazione a supporto delle sue dichiarazioni, per permettere le necessarie verifiche (a meno che non si tratti di un cittadino straniero del quale l’Amministrazione conosce già i dati, naturalmente, come ad esempio nel caso di un tedesco nato in Italia e lì residente).
In linea di principio, quindi, per i nostri cittadini (salvo casi particolari, come quelli di persone divorziate e vedove che non abbiano ancora provveduto a regolarizzare la propria posizione con le Autorità italiane) è sufficiente l’autocertificazione, mentre per i cittadini stranieri è indispensabile richiedere i documenti.
Nella prassi, in realtà, alcuni dei nostri Consolati (come Lei ha notato) chiedono anche ai nostri connazionali di presentare alcuni documenti (normalmente il certificato di nascita e/o un certificato cumulativo come l’”erweiterte Meldebescheinigung”). Questo, tuttavia, avviene unicamente per facilitare i connazionali stessi, e cioè per accorciare i tempi di rilascio del certificato di capacità matrimoniale: se, infatti, essi presentano anche tali certificati (che devono in ogni caso predisporre per l’Ufficiale di stato civile tedesco), è possibile per il Consolato rilasciare il certificato a vista (perché il funzionario consolare può effettuare direttamente le verifiche necessarie); se invece non lo fanno, è necessario chiedere conferma dei dati autocertificati alle competenti Autorità comunali in Italia, con un evidente ritardo nel rilascio. Purtroppo la possibilità che Lei sembra suggerire, e cioè quella di non chiedere affatto l’autocertificazione ai connazionali, richiedendo loro direttamente (ed obbligatoriamente) la presentazione dei certificati non sarebbe possibile, perché, secondo la legge, i Consolati sono tenuti ad accettare le autocertificazioni (ovviamente verificandole quando necessario, come in questo caso), mentre non possono chiedere agli utenti di produrre certificati su dati che potrebbero loro stessi verificare presso i Comuni competenti: la procedura prevista dalla legge è, cioè, quella dell’autocertificazione, mentre la richiesta di vedere la documentazione già prodotta per lo Standesamt tedesco serve unicamente a ridurre i tempi di verifica di quanto dichiarato dai connazionali, ma non potrebbe – dati i vincoli di legge – sostituire l’autocertificazione. Anche l’aspetto delle modalità di presentazione delle richieste (per posta o di persona) è oggetto di riflessione da molto tempo e, su questo punto, concordo con Lei che c’è effettivamente ancora spazio di miglioramento in alcune delle nostre Sedi. Quello che Le posso assicurare è tuttavia che anche nelle Sedi che fino ad ora non hanno previsto il servizio tramite posta la riflessione è in corso, e che in realtà dietro alla decisione di richiedere la presenza di uno o entrambi i nubendi presso l’Ufficio consolare c’è sempre la volontà di rendere loro un servizio migliore e più veloce (capita infatti spesso che le pratiche inviate per posta siano incomplete e che i connazionali debbano poi ripetere l’invio diverse volte, perché solo in un secondo momento emergono elementi che inizialmente non era possibile conoscere; al contrario, il contatto diretto con l’operatore permette di chiarire immediatamente all’utente la procedura più corretta per il suo caso individuale, riducendo al minimo le tempistiche).
Nell’auspicio di aver almeno parzialmente risposto ad alcuni dei dubbi che mi ha rappresentato e nell’assicurarLa sul fatto che si sta attivamente operando per intervenire su possibili margini di miglior funzionamento, in linea con l’omogeneità di azione della rete consolare, Le invio i miei migliori saluti,
Pietro Benassi, Ambasciatore d’Italia nella Repubblica Federale di Germania