Il quesito sottoposto al voto
Di solito durante l’estate non si sa come riempire il giornale. Ma quest’anno non è così! Non solo perché il COVID-19 non smette di tormentarci, rimanendo di grande attualità, visto il suo percorso insidioso ed inarrestabile. La materia del tema che i giornali italiani trattano in queste settimane non lascia indifferente nessuno! Il quesito sottoposto al voto il 20 e 21 settembre p.v. è:
“Approvate il testo della legge costituzionale concernente: “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019.
Si tratta di un referendum confermativo. Significa che se vuoi far passare la riforma per il taglio dei parlamentari rispondi con il SÌ e in caso contrario, rispondi NO. Fa tremare i polsi il pensiero che tra poche settimane conosceremo la fatidica risposta. Ricordo al lettore che dal 1983 si sono succeduti 7 tentativi di riduzione del numero dei parlamentari. Per motivi diversi non hanno avuto seguito. Quindi gli Italiani hanno visto ben sette tentativi di riforma, tutti sfumati nel nulla.
Ecco cosa dicono attualmente i tre articoli in questione:
Articolo 56: La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto.
Il numero dei deputati è di 630, 12 dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di età. La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione, per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
Articolo 57: Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero.
Il numero dei senatori elettivi è di 315, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a 7; il Molise ne ha 2, la Valle d’Aosta 1. La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
Articolo 59: È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita 5 cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.
Quando i dati saranno tratti, con il SÌ avremo 400 deputati invece degli attuali 630 e 200 senatori al posto dei presenti 315. Poi si avranno nel suo complesso un massimo di 5 senatori a vita. Con il NO, gli articoli della Costituzione 56, 57, 58 rimarranno invariati.
Non mancano i colpi di scena
Troviamo il partito che era per il SÌ che ora si orientano verso un “NÌ”: deputati, senatori, costituzionalisti, opinionisti si allarmano per la perdita sostanziale di esercizio democratico nelle due camere, come spiegano con il loro pensiero. C’è anche stato uno slittamento della data per la votazione. Originariamente era previsto per il 29 marzo 2020, ma un invisibile virus ha fatto la sua e la data è slittata a quella attuale. Ma se gli Italiani in territorio nazionale vanno alle urne domenica e lunedì 20 e 21 settembre, noi Italiani all’estero riceveremo un plico postale con la nostra scheda di voto già nei prossimi giorni.
Altro dato che va messo in rilievo è che la riforma riduce ancora di più la nostra rappresentanza.
L’italiano che vive fuori dall’Italia ha la vita doppiamente dura. Siamo sradicati e decentrati rispetto agli abitanti del territorio nazionale e anche se siamo, conti alla mano, 6 milioni su 5 continenti, di cui 2,4 milioni vivono in Europa (quindi nella casa madre che l’Italia sta costruendo da oltre mezzo secolo), non abbiamo una rappresentanza comparabile ai nostri compatrioti. I dati forniti dal Servizio Studi del Senato Italiano fissa il rapporto di 1,6 parlamentari per 100 mila abitanti. Dopo il referendum, nel caso passasse il SÌ il rapporto scenderebbe a 0,99 per 100 mila. Ora, tenete presente che i 6 milioni d’Italiani che vivono all’Estero sono rappresentati con la legge attuale da 12 deputati (un deputato ogni 500 mila italiani!) e 6 senatori che con la riforma si ridurrebbero a 8 deputati e a 4 senatori.
Il Dr. Vincenzo Mancuso, consigliere in Germania del Cgie (Consiglio generale degli italiani all’Estero), si rammarica di questo fatto -essendo già molto scarso il numero dei deputati e senatori eletti nella Circoscrizione Estero secondo gli articoli 56 e 57 attualmente in vigore (12 deputati e 6 senatori)- qui vede un grave indebolimento per la democrazia per gli italiani residenti nel mondo. Lui perciò si trova in assoluta sintonia con la linea del CGIE nel mondo e auspica che vinca il no. Almeno la rappresentanza parlamentare di 1 deputato ogni 500 mila Italiani rimarrebbe invariata.
Per chi è ancora alla ricerca di una sua personale risposta da dare al referendum a fine mese, raccomando l’attenta lettura dell’opuscolo informativo del Comites Lussemburghese che espone gli argomenti in maniera utile ed equilibrata:
http://comites.lu/web/wp-content/uploads/2020/08/Libretto_Informativo_referendum_2020.pdf
Differenze fondamentali tra le scadenza in Italia e all’estero
In Italia si vota domenica 20 e lunedì 21 settembre. All’estero gli elettori riceveranno le schede elettorali entro i primi giorni di settembre e dovranno restituirle all’ufficio consolare entro il 15 settembre ore 16 locali.
Quando riceverò il plico elettorale?
I plichi saranno inviati entro i primi giorni di settembre.
Se non ricevo il plico elettorale? Cosa devo fare?
A partire dal 6 settembre 2020 gli elettori che non abbiano ricevuto il plico possono richiederne un duplicato all’ufficio consolare di riferimento. Non è possibile chiedere il duplicato prima di tale data.
Entro quando si può votare?
Il plico contenente la scheda votata deve pervenire al consolato tassativamente entro le ore 16 locali di martedì 15 settembre 2020.
Per il momento come dicevo ad inizio articolo, il grande dibattito che presenta gli argomenti per il sì o per il no riempie le nostre giornate sia con la stampa cartacea che su internet. Chiudo riportando la preghiera del consigliere del CGIE, dr. Mancuso: “Cari cittadini italiani residenti all’estero, votate, votate, votate! Solo votando si esercita il proprio diritto di esprimersi direttamente, con il voto si ha e si vive in una vera democrazia: possiamo fare la differenza!