Iniziato fra molte incertezze nel 2014, il Progetto Pilota neolaureati promosso dal ministero degli Esteri italiano ha concluso in questi giorni la quarta annualità con successo
Il progetto consiste di affiancare giovani laureati in didattica dell’insegnamento dell’italiano a figli di italiani all’estero in età scolare e a loro coetanei della scuola soprattutto primaria tedesca.
Le sperimentazioni sono iniziate a Dortmund, Saarbrücken, Friburgo, Norimberga e Stoccarda presso diversi enti gestori. Solo nelle annualità 2015/16 e 17 il progetto ha acquistato corpo ed identità.
A beneficiarne è l’Istituto IAL-CISL Germania che ha fermamente creduto in questa grande opportunità di affiancare 4 giovani leve ad insegnanti di lunga esperienza operanti in corsi di lingua e cultura italiana, prima ad Amburgo/Brema, Magonza, Stoccarda ed Augusta.
Si è trattato di produrre unità didattiche di apprendimento per livello elementare e medio e di sperimentarle in co-docenza nei corsi apportando poi necessarie modifiche.
Sono state prodotte oltre 500 schede, messe poi a disposizione di tutti i docenti dell’ente.
Nel periodo marzo – dicembre 2017 tre nuove “progettiste” hanno potuto approfondire la sperimentazione in 12 corsi pilota: 4 a Mannheim/Heidelberg con Elisa Aguiari, 4 a Karlsruhe/Pforzheim/Calw con Claudia Arzilli e 4 ad Augsburg con Valentina Candidi.
Con i docenti titolari dei corsi e con le tutor le tre intraprendenti giovani laureate delle Università per Stranieri di Roma Tre e Siena hanno potuto mettere a fuoco le nuove tecniche d’insegnamento utilizzando strumenti tecnologici molto graditi e apprezzati dai giovanissimi discenti.
Nello specifico: il progetto è stato diviso in cinque fasi: una prima di osservazione e codocenza nei corsi IAL, che ha permesso di osservare le modalità di azione dei docenti e capire il target di riferimento dei corsi. Una seconda fase di raccolta dati relativi ai bisogni formativi di allievi, genitori e insegnanti: ciò è stato svolto attraverso la somministrazione di questionari e di attività di focus group. Una terza fase ha previsto l’analisi approfondita dei dati raccolti, in particolare per quanto riguarda il target “genitori”. Una quarta fase è servita alla produzione di materiale didattico da impiegare nei corsi, secondo una duplice modalità: da una parte l’integrazione delle Unità Didattiche proposte nel Progetto Pilota 2016, attraverso attività ludiche, una didattica basata sulla WebQuest e sul Task Based Language Teaching, canzoni e musica, LearningApps; dall’altra la produzione di nuove Unità Didattiche (basate sui suggerimenti e le richieste raccolti tramite i questionari), divise in due macro livelli (primario e secondario), a loro volta suddivisi in sottolivelli, per far fronte alle caratteristiche dei nostri corsi: eterogeneità a livello linguistico ed anagrafico. La quinta e ultima fase è tutt’ora in corso e prevede la sperimentazione delle nuove unità, per verificarne la validità nei corsi offerti sul territorio.
Nella prima stesura e nelle prime sperimentazioni delle UD, è subito parso chiaro come le tematiche affrontate siano state ben accolte dagli studenti: si fa riferimento a Il carciofo: un piccolo bullo (bullismo di livello primario), La Gabbianella e il Gatto: un’amicizia speciale (livello primario), Diventa anche tu un cittadino modello! (educazione civica di livello primario) e Come diventare un cittadino modello: istruzioni per l’uso (educazione civica di livello secondario). Tuttavia, le prime attività proposte non sono risultate del tutto idonee al target di riferimento: per questo è seguita un’immediata revisione delle UD, che prevedono ora delle attività mirate e consoni agli studenti. Si utilizzano quindi attività di matching, insiemistica, pregrafismo e grafismo, attività ludiche, completamento di disegni attraverso il collegamento dei trattini o dei numeri, attività di rinforzo e/o scoperta lessicale attraverso crucipuzzle, cruciverba, ricerca delle parole, attività di role-play, vero/falso, identikit di personaggi. Una varietà di attività, quindi, che spinge gli allievi a mettersi alla prova, ma, soprattutto, punta a lavorare non solo con la lingua italiana, ma con tutto il corpo: soprattutto a livello primario, i bambini hanno bisogno di stimoli variegati, da qui la scelta di intervallare attività “tradizionali” con attività ludiche e di movimento. Si è cercato quinti di stimolare gli studenti su più fronti e ad appassionarli non solo alla lingua italiana, ma anche alla cultura del Bel Paese, attraverso l’analisi di tematiche attuali e di uso quotidiano.
In ogni zona per ottimizzare tempi e risultati si è lavorato con un forte spirito di squadra volto a superare permalosità e gelosie di concorrenza professionale.
A prevalere sono stati quegli ingranaggi necessari fatti di scambio di idee, suggerimenti e proposte per catturare l’interesse dei bambini e ragazzi per l’italiano, non solo lingua dei nonni e genitori ma anche della musica, della moda, del cibo, dello sport, dei bolidi e della simpatia.
Per rendersi conto di quanto avviene nei corsi sperimentali, si è recata una delegazione prima a Calw e poi a Eppelheim il 15 dicembre composta dalla Preside Marina Lenza della Direzione Generale Promozione Sistema Paese (Roma), da Stefano Mastrovincenzo – Amministratore Unico IAL Nazionale (Roma) e Tony Màzzaro – Responsabile IAL-CISL Germania, ente titolare della locale progettualità.
In entrambe le località la delegazione ha potuto constatare i livelli e la qualità dell’apprendimento.
Gli allievi non sono più conosciuti tramite un codice astratto del corso, ma diventano persone reali, con un volto e caratteristiche proprie: non solo per noi insegnanti. L’interesse non è stato quindi solamente volto a valutare il lavoro e le unità preparate, anche e soprattutto ad entrare in contatto con i ragazzi, conoscendoli di persona e interagendo con loro, in modo naturale e spontaneo, creando un’atmosfera leggera e non di verifica. L’interazione con i ragazzi è diventata quindi il focus della visita, il voler capire come si lavora in classe, come ci si relaziona a un target di questo genere.
Per noi neolaureate finalmente le conoscenze teoriche apprese durante il percorso universitario prendono vita e si concretizzano attraverso il confronto con i colleghi e gli studenti. Un’esperienza che regala tanto, non solo a livello professionale ma anche a livello umano, perché permette di crescere, mettersi alla prova, migliorarsi, confrontarsi e dare il meglio di sé. Un’esperienza che, per fortuna, ancora non è finita.