La 44esima Assemblea Plenaria del Cgie si è aperta con gli interventi del Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e del Segretario Generale del Cgie, Michele Schiavone. “Ora occorre una stagione di cambiamenti nelle procedure elettorali anche per l’estero”, ha spiegato Di Maio. “Per le nostre comunità al tempo del Covid tutti noi siamo chiamati a rispondere con politiche ambiziose”, è stata la posizione di Schiavone. Sono quindi intervenuti i consiglieri Cgie, alcuni parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero e infine ha chiuso la videoconferenza il Sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo.
Ha aperto il dibattito Mirko Dolzadelli (Cgie-Frontalieri Cgil/Cisl/Uil) parlando della situazione in Svizzera “degenerata negli ultimi anni con toni anche xenofobi nei confronti dei cittadini italiani e in particolare dei lavoratori frontalieri”, ha lamentato Dolzadelli facendo particolare riferimento al Canton Ticino nonostante “molti nostri lavoratori siano impiegati proprio nella sanità ticinese e abbiano in questi mesi difficili contribuito molto, dando l’anima a prescindere dalla bandiera o dall’identità”, ha aggiunto il consigliere ricordando il referendum promosso in Svizzera per limitare la mobilità dei lavoratori stranieri: “referendum per fortuna non passato a livello confederale”.
Norberto Lombardi (Cgie-Pd) ha sottolineato la pagina nuova che si è aperta a livello europeo in fatto di aiuti e gli stessi ingenti sforzi messi in campo dal Governo italiano “mentre per i connazionali all’estero si continua a pensare che bastino gli strumenti ordinari per gestire questa situazione in tempi di pandemia”. Un commento è andato quindi inevitabilmente alla prossima legge di bilancio che “tutti sappiamo essere ormai una coperta troppo corta”, ha evidenziato Lombardi preoccupato anche dall’incognita relativa agli stanziamenti futuri finalizzati alla promozione di lingua e cultura italiana all’estero, per la quale al momento si sta usando il budget residuo in dotazione. “Nel 2020 è fissata la scadenza del fondo quadriennale per la promozione di lingua e cultura italiana”, ha ricordato Lombardi che ha lanciato un appello anche sul fronte della promozione turistica.
La nuova consigliera Maria Candida Imburgia (Cgie-Uil) si è detta fiduciosa di poter offrire il proprio contributo. Il pensiero di Imburgia è andato al mondo del lavoro stravolto dall’emergenza in corso, a livello globale, anche a fronte dell’aumento generale dei flussi migratori. Per quanto riguarda la mobilità italiana, non c’è solo la cosiddetta “fuga di cervelli” ma soprattutto c’è un flusso di persone che “nei Paesi esteri si adattano svolgendo lavori a volte dequalificati e sottopagati”, ha spiegato Imburgia richiamando l’attenzione sulla questione della convenzione tra patronati e Maeci. Luigi Billé (Cgie-UK) ha voluto ricordare il grande supporto dato al Pil nazionale dalle nostre comunità estere “raggiungendo la soglia del 5% quindi una cifra compresa tra 70 e 80 miliardi di euro annui”, ha spiegato il consigliere evidenziando però anche un problema: quello della contraffazione dei prodotti che colpisce tanto le nostre comunità all’estero quanto la nostra economia . “Gli italiani all’estero sono ormai come una regione e come tale hanno bisogno di supporto istituzionale adeguato. Una proposta sulla quale riflettere dopo il referendum sulla riduzione dei parlamentari – ha aggiunto Billé – è quella della re-istituzione, perché è già esistito, del Ministro degli Italiani nel Mondo e inoltre vanno potenziate le rappresentanze territoriali come Cgie e Comites”.
Rodolfo Ricci (Cgie-Filef) tornando sulla questione del referendum ha ribadito che le comunità territoriali hanno pieno diritto ad essere rappresentate ai massimi livelli istituzionali. “Abbiamo bisogno di una nuova politica integrata per l’emigrazione: il fatto che storicamente l’interlocutore privilegiato sia il Maeci non implica il fatto che non ci debba essere un coordinamento più ampio”, ha spiegato Ricci evidenziando come nell’affrontare le questioni migratorie ci siano condizioni che vanno oltre le prerogative del Maeci. “È il caso delle persone più deboli, maggiormente colpite durante la pandemia, o degli effetti socio-economici che hanno avuto un impatto più pesante sui lavoratori precari non coperti da garanzie assistenziali o contributive”, ha aggiunto il consigliere menzionando quindi questioni che riguardano per esempio il Ministero del Lavoro o il Dipartimento per le Politiche europee. “C’entrano in alcuni casi anche le Regioni, se parliamo del rientro in Italia di lavoratori che necessitano di essere reinseriti”, ha sottolineato Ricci richiamando infine l’attenzione sulla necessaria semplificazione burocratica degli interventi. “Questo non vale solo per nuove misure ma anche per quelle già esistenti. Per esempio l’ex legge 845 sulla formazione professionale e l’orientamento dei lavoratori all’estero, a titolarità del Ministero del Lavoro, che è ferma da oltre dieci anni e che da un punto di vista formale necessiterebbe soltanto dell’emanazione di bandi da fare con tavoli di lavoro congiunti con Cgie e Maeci: per questi bandi serve solo una volontà politica”, ha concluso Ricci ricordando gli eterni meandri della burocrazia italiana che fungono da freno a mano per il Paese.
Manfredi Nulli (Cgie-UK) ha ricordato l’obiettivo di poter organizzare, almeno online, entro la fine dell’anno la tanto attesa Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie. “Le tematiche finora sviluppate in preparazione della Conferenza, poi rinviata, dovranno essere riviste proprio alla luce degli sviluppi del Covid e del suo impatto sulle nostre comunità estere”, ha spiegato Nulli.
Mariano Gazzola (Vicesegretario Generale Cgie-America Latina) ha parlato della situazione pandemica che resta molto critica in molti Paesi latinoamericani in alcuni dei quali non si sarebbe ancora raggiunto il picco. “Avevamo richiesto di tener conto di questa situazione per i fondi aggiuntivi da destinare ai diversi continenti perché il nostro fabbisogno non sembra essere adeguato a quelle che saranno le conseguenze della pandemia nei nostri Paesi”, ha spiegato Gazzola riferendosi naturalmente ai Paesi dell’America Latina. Gazzola ha anche affrontato la questione relativa ai problemi riscontrati nella rete diplomatico-consolare. “Siamo più che coscienti degli sforzi fatti dal Governo per venire incontro alle necessità delle nostre comunità dal punto di vista assistenziale proprio in questa fase ma le carenze del personale e delle strutture della rete rende difficile raggiungere i connazionali più distanti dalle sedi consolari”, ha evidenziato Gazzola. Il Vicesegretario ha concluso esprimendo soddisfazione per la volontà del Ministro degli Esteri di approfondire un tema come quello del Patto per l’Export insieme al Cgie.
Laura Garavini (IV), senatrice eletta nella ripartizione Europa, ha espresso soddisfazione per l’impegno del Governo in questi mesi difficili. “Un obiettivo raggiunto però grazie al lavoro di sinergia svolto anche con le rappresentanze come quella del Cgie e la pressione esercitata sul Parlamento da noi in maniera congiunta”, ha commentato Garavini riferendosi al lavoro spesso trasversale da parte degli eletti nella Circoscrizione Estero che ha superato le divisioni partitiche. La senatrice ha ricordato misure importanti come l’estensione del reddito di emergenza anche agli italiani rientrati dall’estero e nuovamente residenti nel nostro Paese; discorso analogo per l’ecobonus esteso ai residenti all’estero proprietari di un immobile in Italia. “Ci saranno misure speciali anche per gli enti gestori che hanno avuto difficoltà per l’emergenza sanitaria”, ha aggiunto Garavini sottolineando come la pandemia abbia accentuato crisi comunque preesistenti. “Bisogna aumentare la dotazione del fondo cultura, spalmato su più anni, che sia la ripresa di ciò che prevedemmo nel 2016 con il Governo Renzi per l’offerta di lingua e cultura italiana all’estero. Anche sulla Circolare 3 bisogna insistere affinché gli enti gestori vengano messi nelle condizioni di implementare al meglio le direttive previste dalla circolare. Infine serve chiarezza sulla data per il rinnovo dei Comites e anche qui dobbiamo esercitare pressione in modo congiunto”, ha concluso la senatrice dicendosi contraria all’idea di testare il voto elettronico sugli italiani all’estero, specialmente per le elezioni politiche. Franco Dotolo (Cgie-Migrantes) ha lamentato da parte della rete diplomatico-consolare un mancato coinvolgimento della rappresentanza territoriale per veicolare un’informazione diffusa e più approfondita anche in occasione del recente referendum. Tre sono le piste sulle quali agire, secondo Dotolo: “necessità di rimodulazione tecnica ed editoriale del sito del Cgie, valutazione della possibilità di diffondere programmi radiofonici via web, rivitalizzazione della rete delle testate italiane per l’estero”. Inoltre Dotolo ha prospettato l’idea di un’indagine capillare da parte dei Comites per avere un’informazione accurata nella circoscrizione di riferimento.
Tony Mazzaro (Cgie-Germania) ha ricordato la presenza di tanti italiani nei consigli comunali e nei parlamenti locali, che potrebbero far cambiare atteggiamento per esempio al mondo della scuola tedesca per quanto riguarda l’insegnamento di lingua e cultura italiana.
Fucsia Fitzgerald Nissoli (FI), deputata eletta nella ripartizione America Settentrionale e Centrale, ha menzionato la necessità di arrivare ora a delle riforme istituzionali anche per “una Circoscrizione Estero spesso dimenticata”, ha spiegato Nissoli citando il risultato referendario che ha riformato l’assetto numerico del Parlamento. “È importante anche l’elezione per il rinnovo di Cgie e Comites e ho richiesto con una risoluzione che ci sia una data certa; va poi aggiornato anche il registro Aire. Sulla Commissione bicamerale abbiamo invece superato lo scoglio dell’esame in Commissione”, ha aggiunto Nissoli auspicando una riforma del voto all’estero.
Daniela Magotti (Cgie-Confsal) ha posto l’attenzione sulle affermazioni istituzionali riguardanti la diffusione di lingua e cultura italiana all’estero: “essa rimane una mera enunciazione che non trova riscontro nelle politiche scolastiche all’estero”; ha spiegato Magotti ricordando come nel 2017, in applicazione del decreto ‘Buona Scuola’ è stata prevista la suddivisione delle competenze tra Maeci e Ministero dell’Istruzione “con una mancanza nell’assegnazione del personale”.
Ha chiuso il dibattito il Sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo, auspicando il mantenimento di tutti i fondi dei capitoli destinati agli italiani all’estero e non solo quello dedicato alla promozione di lingua e cultura. “L’aspirazione nella legge di bilancio è quella di mantenere i fondi senza diminuirne alcuno”, ha spiegato Merlo sostenendo che l’attuale legge elettorale non possa continuare così com’è per tutti i problemi avuti nelle scorse elezioni. “Con meno posti in Parlamento rischiamo di entrare in una situazione molto difficile, ma dobbiamo parlare anche di modalità di voto all’estero”, ha aggiunto Merlo che non ha ancora visto alcun sistema elettronico in grado di fornire ogni sorta di garanzia. “Faremo una prova coi Comites”, ha annunciato il Sottosegretario preoccupato però anche dal fatto di andare alle prossime elezioni politiche con l’attuale sistema elettorale. “Serve arrivare ad un voto trasparente al 100% e con meno costi all’estero per quanto riguarda l’elezione di Cgie e Comites, l’importante sarà inserire nella legge di stabilità i fondi necessari. Quest’anno abbiamo dovuto posticipare ma l’anno prossimo dovremo fare queste elezioni”. Sulla rete diplomatico-consolare Merlo ha parlato di grandi sforzi e stanziamenti dal 2017 ad oggi per aumentare la quantità di impiegati di ruolo. Le questioni burocratiche a volte fanno in modo che le cose non si concretizzino. Da giugno del 2021 speriamo di avere a disposizione i primi 300 giovani nuovi impiegati di ruolo dopo una formazione alla Farnesina. L’idea è anche aumentare il contingente dei contrattisti”, ha precisato Merlo. Per lo svolgimento del recente referendum Merlo ha ringraziato tutti i lavoratori del Maeci. Per il divieto di rientro in Italia dei connazionali Merlo ha spiegato che questa decisione è del Ministero della Salute. Anche io penso che chi ha il passaporto italiano debba poter rientrare quando vuole ma in altri Paesi ci sono addirittura ancora divieti di circolazione interni come in Argentina. Sono tornati dei divieti anche in alcuni Paesi europei. Capisco questa situazione, che credo non sia neanche costituzionale perché una persona col passaporto italiano dovrebbe poter rientrare in Italia quando vuole, però è una situazione particolare”, ha ribadito e concluso Merlo.