EUROPA – La Commissione PEST ha tempo fino alla fine del 2018 per fare indagini e proporre miglioramenti alla procedura per l’autorizzazione dei pesticidi. Come intende farlo?

Fra cittadini europei restano preoccupazioni sul fatto che alcuni componenti dei pesticidi, come il glifosato, possano avere effetti dannosi per la salute. A ottobre 2017 gli eurodeputati hanno chiesto la messa al bando totale degli erbicidi a base di glifosato entro il 2022 e limitazioni immediate all’uso di queste sostanze.

Gli stati membri hanno però deciso a novembre 2017 che pesticidi di questo tipo possono essere usati per i prossimi cinque anni, senza una messa al bando in vista. Nel 2018 il Parlamento europeo ha istituito una Commissione speciale sulla vicenda, la Commissione sulla procedura di autorizzazione dei pesticidi da parte dell’Unione europea (PEST).

Abbiamo incontrato il presidente della Commissione, Eric Andrieu, deputato francese dei Socialisti e Democratici, per parlare delle sfide che si troverà davanti.

Gli stati membri hanno deciso di rinnovare la licenza per il glifosato fino al 2022. Perché allora istituire una Commissione speciale nel 2018?

Il fatto che abbiano deciso di rinnovare la licenza per l’uso del glifosato non risponde alla controversia scientifica. Per me è irresponsabile averla rinnovata senza avere elementi certi sul fatto che la molecola del glifosato e i suoi co-formulanti non siano tossici per la salute. Dobbiamo, nell’interesse della salute di 500 milioni di europei, valutare il protocollo esistente e verificare se c’è bisogno di correzioni e miglioramenti.

Quali dovrebbero essere i primi compiti della Commissione?

Un primo compito sarà quello di informarsi e mettere allo stesso livello di conoscenza i membri. Poi potremo esaminare ogni passaggio della procedura di autorizzazione parlando con le parti coinvolte: l’industria, le ONG, la comunità scientifica. Dobbiamo presentare delle proposte concrete di miglioramento del protocollo di autorizzazione.

Ci sono molte parti coinvolte: agricoltori, industriali, e soprattutto cittadini. Come ha l’intenzione di risolvere le tensioni fra le diverse parti?

Per noi la salute di 500 milioni di cittadini viene prima di tutto. Ci possono essere tensioni, ma l’obiettivo è unico. Gli agricoltori -certo che usano il glifosato! – ma quando diciamo loro: “è stato scoperto che il glifosato è dannoso per la salute, siete disposti a farne a meno?” La risposta è “Sì”. Sono in grado di trovare altre soluzioni. Alcuni scienziati sono stati critici sulla scelta degli studi sulla pericolosità del glifosato fatti dall’EFSA, (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma). Bisogna sapere come funziona la selezione degli studi. Noi abbiamo un ruolo importante a riguardo. Dobbiamo anche fare in modo che l’industria si renda conto delle questioni etiche. Non possiamo permettere tutto in nome della finanziarizzazione dell’economia. Io ho fatto la mia scelta: la salute viene prima di tutto. L’industria deve essere convinta ad agire diversamente.

Lo scandalo dei Monsanto Papers ha scatenato l’interesse del Parlamento e dei cittadini europei. Cosa può fare concretamente il Parlamento europeo per assicurare che ci siano studi scientifici veramente indipendenti?

Bisogna sicuramente dare più fondi alla scienza indipendente. Dobbiamo esaminare tutto il processo: chi ci garantisce che la relazione presentata dall’EFSA è indipendente? Chi ci garantisce che le lobby non sono intervenute? Bisogna avere i mezzi per legiferare in modo che non si possa mai più dubitare dell’onestà e dell’indipendenza degli studi e delle scelte fatte. La fusione Monsanto-Bayer, ad esempio, rafforza ancora di più quello che io chiamo il controllo sul mondo vivente e lo trovo inaccettabile. “La fusione Monsanto-Bayer, ad esempio, rafforza ancora di più quello che io chiamo il controllo sul mondo vivente e lo trovo inaccettabile”

Dobbiamo aspettarci dei cambiamenti alle licenze per il glifosato prima del 2022?

Ad oggi, la decisione presa dalla Commissione europea e dal Consiglio non è stata attaccata davanti alla giustizia europea. Io non ho i mezzi per farlo sa solo, se no certamente lo avrei fatto. Ma in seguito ai nostri lavori di inchiesta, non è da escludere che richiederemo una nuova valutazione scientifica. In quel caso il glifosato potrebbe essere proibito anche prima del 2022.

La Commissione PEST ha tempo fino a fine 2018 per presentare delle proposte. Su che base misurerete la vostra riuscita?

Se a dicembre avremo delle proposte concrete per dire alla Commissione europea “ecco quello che bisogna fare per garantire che i cittadini europei possano mangiare, bere e respirare in tutta sicurezza” avremo vinto la nostra scommessa. Non passa giorno senza che esploda un altro scandalo sanitario. Noi dobbiamo fare di tutto per garantire una migliore protezione della salute dei consumatori. È la nostra responsabilità Dobbiamo riuscire nella nostra impresa. Non abbiamo scelta.

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