Sarà lei a guidare la campagna elettorale per la CDU/CSU nell’estate del 2017: Angela Merkel. Proprio quando tutti la credevano all’inizio del suo declino, la Cancelliera ha convinto il suo partito, e forse anche se stessa, che le elezioni del 2017 non possono essere affidate a esperimenti.
La politica del centrodestra in Germania ha un volto, un nome e un cognome ed è quello di Angela Merkel.
La scelta più saggia? Per lo meno la scelta più ovvia. Basta guardarsi intorno nella CDU/CSU per capire presto che, per quanto riguarda personalità di spicco, c’è poco da scegliere. Angela Merkel non è del tutto priva di colpe in questa epidemia di personalità all’interno del suo partito. Vi ricordato del rampante Friedrich Merz e di Roland Koch e di Christian Wulff? Insomma di un’intera generazione post-Kohl? Tutti via. Uno a uno Angela Merkel ha messo in un cantuccio tutti coloro che avrebbero in qualche modo potuto minacciare il suo ruolo leader all’interno della CDU/CSU. E pensare che era stata messa al vertice di quel partito in un momento di crisi nera, quando addirittura sembrava certo che la CDU ( come la nostra Democrazia Cristiana) fosse destinata a sparire.
Era il periodo in cui i capoccioni della Democrazia Cristiana tedesca erano citati uno dopo l’altro davanti alle commissioni parlamentari a causa degli illeciti finanziamenti al partito.
Angela Merkel fu messa alla presidenza su una sedia spinosa.
La caparbietà di questo personaggio politico ha poi trasformato uno sgabello traballante in una poltrona di comando. Non sempre comoda, ma imponente. La Kanzlerin ha comunque subito colmato il vuoto che ha creato attorno a se, con una squadra di super fedeli, instancabili lavoratori, con gente cioè pronta a difendere la capa da ogni attacco. Sia interno sia esterno. Undici anni al comando del transatlantico Deutschland. Una navigazione sicura che si orienta con i due astri preferiti dai tedeschi: la stabilità dei bilanci dello stato, lo sviluppo economico. Angela Merkel è la persona meno amata ai vertici della UE, ne è consapevole e a quanto pare poco gliene importa. Quello che importa è per lei il mantenimento saldo degli interessi tedeschi all’interno dell’Unione. Ci è riuscita. La locomotiva europea ha un motore Made in Germany. Tutti gli altri sembrano fare i passeggeri, nella migliore delle ipotesi spalano carbone. Tutto ciò non dispiace ai tedeschi, agli elettori tedeschi.
E torniamo pertanto alle elezioni 2017.
La AFD, Alternative für Deut-schland, aveva cominciato il proprio discorso politico proprio con la richiesta dell’uscita dall’Euro da parte della Germania. La politica europea della Merkel aveva subito sgonfiato le vele del nuovo movimento fino alla catastrofe della guerra siriana e della venuta dei profughi. Quei profughi che hanno portato la AFD ai parlamenti regionali con consensi attorno al 20%. La signora Merkel è rimasta comunque ferma nelle sue posizioni anche davanti a queste impressionanti cifre. Il ruolo futuro della Germania non può essere quello di chi si mette in trincea. La Germania non alzerà mai più muri sul proprio territorio. L’accoglienza dei profughi è una sfida ed è compito della politica vincerla. Vincerla senza fuggire dietro un muro. In questi argomenti la Cancelliera ha la massima credibilità. Forse è l’unica a suggerire anche ai ceti più conservatori della Bundesrepublik che un isolamento della Germania sarebbe fatale per il futuro sviluppo della nazione. Nel frattempo l’alleato Seehofer farà bene la sua parte di controllore della signora Merkel affinché non scivoli troppo in un umanitarismo di sinistra e, alla fine, tutti i conservatori saranno contenti.
E l’avversario di sempre? La SPD?
I Socialdemocratici sono stati costretti ad andare a pescare un volto nuovo fuori dalla politica nazionale. Martin Schulz (si è proprio quello che fu chiamato Capò da Berlusconi al parlamento Europeo) è l’unico che può criticare apertamente l’avversaria Merkel. Tutti gli altri, a cominciare da Sigmar Gabriel, avrebbero non poche difficoltà nell’affrontare in maniera controversa una politica che la Signora Merkel ha attuato per anni in pieno accordo con l’alleato al governo e cioè con la SPD.
La Merkel come Napoleone?
Probabilmente sì, poiché per batterla ci vorrà una triplice, quadruplice alleanza fatta da SPD, Verdi, “Die Linke e franchi tiratori.
Solo che non sarà facile. Angela Merkel è all’apice della sua maturità personale e politica. Gode di una stima internazionale fuori misura. Rappresenta tutte le qualità tedesche apprezzate nel mondo: l’affidabilità, la serietà, la prevedibilità. Chi vuole batterla e prendere il comando al posto suo deve inventarsi qualcosa di veramente brillante. I tedeschi, si sa, non sono avventurieri partitici. Gli argomenti di sinistra hanno scarso consenso in una società che scivola sempre più nel populismo conservatore. E, al momento, l’unica personalità politica in grado di placare gli animi, anche quelli più terrorizzati dall’ondata di stranieri, è la Cancelliera Merkel ormai ben definita nel ruolo di conservatrice illuminata, pragmatica, ragionevole.