Come discriminare gli „infedeli“ del computer
Grande rumore sta sollevando la discussione in Parlamento sul decreto di legge Zan contro la cosiddetta „transomofobia“, ovvero „per la prevenzione ed il contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“, in cui recentemente si è immischiato pure il Vaticano. La maggioranza parlamentare sbandiera da destra a manca la sua ferma decisione di realizzare il principio costituzionale dell’uguaglianza di tutti i cittadini, compresi i cosiddetti transgender che, stando a una ricerca dell’Università di Firenze, costituiscono una percentuale fra lo 0,5 e l‘1,2 % della popolazione.
Fin qui nulla di male, se non fosse che nello stesso momento in cui lo Stato italiano pretende di abolire delle discriminazioni fatte da altrui contro l‘1% della sua popolazione, egli stesso ne crea di ben più gravi contro un buon terzo della medesima. Infatti, secondo i dati ufficiali dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) oltre il 31% degli italiani non usa internet e può considerarsi al livello di analfabetismo informatico.
Ebbene, stando così le cose, cosa ti fa lo Stato Italiano? Introduce un fattore discriminatorio chiamato SPID senza il quale è impossibile ottenere quelle prestazioni standard che ogni Stato democratico deve ai suoi cittadini, come passaporti, carte d’identità, certificati matrimoniali, ecc. Come nel triste ventennio in cui chi non aveva giurato fedeltà al regime veniva discriminato dal resto della popolazione. Nel suo celebre romanzo „Fontamara“ Ignazio Silone descrive la situazione discriminatoria in cui lo Stato di allora teneva una minoranza consistente del paese. Il protagonista Berardo Viola, ad esempio, cerca di viaggiare in treno, ma ne viene escluso, benché abbia comprato regolare biglietto, perché privo di un ufficiale documento di viaggio introdotto a scopo discriminatorio dalle autorità fasciste. Adesso vediamo cosa può capitare ad un odierno cittadino italiano che in futuro tenti di viaggiare senza avere codesto SPID. Egli non potrà avere con sé, rinnovati, né passaporto né carta d’identità, e quale albergo darebbe mai ricetto a chi non è provvisto di un documento valido?
Dunque lo Stato Italiano, per mezzo dello SPID, introduce di sua iniziativa un fattore discriminatorio molto più grave della transomofobia, e contro una minoranza ben più sostanziosa della sua popolazione. Poiché esso ha riservato lo SPID esclusivamente (si noti l’avverbio di modo) a chi padroneggi i programmi del computer, e ne priva chi non sa usarli. Così, mentre i politici combattono ufficialmente contro le discriminazioni che riguardano l‘1% della popolazione, nello stesso tempo introducono di soppiatto una discriminazione ben più grave che ne riguarda almeno il 31%.
Ma niente paura: come ci hanno rassicurato le Autorità, in Italia si può ottenere lo SPID recandosi di persona allo sportello di qualsiasi ufficio postale italiano…
Adesso vi raccontiamo una storia autentica con un nome inautentico:
L’emigrato Guerìn Meschino ha una carta d’identità cartacea rilasciatagli dal suo consolato di competenza che scadrà nel settembre prossimo. È già più di un anno che egli tenta di farsi dare un nuovo esemplare ma vuoi il ritardo per l’introduzione di quella elettronica, vuoi il blocco del covid, ha dovuto attendere a lungo invano. Ma quando finalmente il suo turno sta per giungere, ecco che improvvisamente, inopinatamente le autorità italiane gli frappongono un nuovo ostacolo: lo SPID. Senza di quello, niente documenti. Per avere lo SPID all’estero bisogna saper manipolare complicatissimi programmi del computer, da cui neppure gli esperti d’informatica a disposizione della nostra redazione riuscivano a cavarci un ragno dal buco.
Figurarsi il nostro povero Guerìn Meschino, che non sa neppure cosa sia un’app, ed appartiene quindi a quel 31% di cittadini italiani „informaticamente disabili“. La mattina dopo il suo ritorno in patria, Guerìn Meschino va all’ufficio postale del suo comune, estrae regolarmente il suo numero ed attende tranquillamente il suo turno. Dopo una quarantina di minuti tocca a lui: va allo sportello, mostra tutti i documenti necessari e fa richiesta del suo SPID.
„Non si può!“ gli risponde seccamente l’impiegata.
„E perché mai?“ domanda, smarrito, Guerìn Meschino.
„Perché bisogna prima fare un appuntamento.“ replica l’impiegata sicura di sé.
„Ma come, se tutti gli altri vengono serviti senza appuntamento…“
„Per lo SPID funziona solo previo appuntamento“.
„Va bene“ si rassegna Guerìn Meschino, „Allora, prego, mi fissi un appuntamento“.
„Non si può!“ ribatte l’impiegata, „L’appuntamento per lo SPID si può fare solo al computer sul sito delle poste“.
Quindi quei cittadini italiani che non sanno usare il computer non possono fare l’appuntamento per ottenere lo SPID, e quindi non potranno rinnovare i propri documenti.
Se andiamo a guardare il sito delle Poste Italiane, scrive che gli appuntamenti vengono rilasciati solo per il giorno lavorativo stesso o per quello immediatamente successivo, motivo per cui ogni giorno sei costretto a prenotare a brevissima scadenza, ottenendo regolarmente diniego perché tutto già occupato.
Quindi bisogna dire che per gli italiani all’estero che desiderano ottenere lo SPID, permangono ancora molte difficoltà.
E proprio per far fronte a queste difficoltà, il termine per il rilascio esclusivo delle credenziali SPID e CIE (Carta di identità elettronica) ai fini dell’identificazione, è stato prorogato, per gli italiani residenti all’estero, al 31.12.2022, mentre coloro che fossero già in possesso di credenziali diverse da SPID e CEI potranno continuare a utilizzarle fino al 31.03.2023.
SPID in tabaccheria
Un’altra notizia che si trova sulla pagina del Ministero è che si può ottenere lo SPID anche in tabaccheria pagando una tantum di 9 euro. Si tratterebbe di servizi offerti da Mooney/Sisalplay, grazie ad un accordo avuto tra Infocert e Banca5. Anche qui per richiedere lo SPID bisogna essere in possesso di un indirizzo mail, di un telefono cellulare sul quale ricevere il messaggio sms con il codice Otp (necessario per validare la registrazione), la carta d’identità elettronica e il codice fiscale (ma in realtà il documento che viene richiesto è la tessera sanitaria italiana).
E torniamo da Guerìn Meschino
La prova che abbiamo fatto ci ha insegnato il contrario.
Sempre il nostro Guerin Meschino si è recato in una di queste tabaccherie a Roma, dopo essersi informato telefonicamente che essa sia effettivamente abilitata allo SPID, dato che molte delle tabaccherie segnate sul computer nell’elenco ufficiale di Mooney, sempre per telefono si sono invece dichiarate non abilitate. Dunque viene accolto da un gentilissimo operatore che accetta i suoi documenti e apre il programma per lui. Tutto sembra filare liscio, quando il computer improvvisamente dà segnale rosso. Che c’è, adesso? „La sua tessera sanitaria è scaduta“, mi dice l’operatore. „E non se ne può richiedere una nuova?“, chiede costernato il Meschino. „Certo che si può“ risponde l’operatore, „Ma per farlo occorre avere lo SPID“.
Dunque per ottenere lo SPID occorre già avere lo SPID (???), ovvero chi non ce l’ha già, non può ottenerlo. Il bello è che senza lo SPID non ti danno neppure il green pass per la pandemia. A questo punto ci si può chiedere quale sia la differenza fra lo SPID e il certificato di arianità.
Ci auguriamo che entro il 2022 il procedimento per ottenere lo SPID diventi molto più semplice, e forse anche gratuito, evitando ai nostri connazionali ulteriori problemi.
Il Corriere d’Italia augura a tutti buone vacanze. E se doveste andare in Italia in vacanza, fate un tentativo per ottenere lo SPID e raccontateci la vostra esperienza.