La seconda generazione di stranieri in Italia salva la stagione ad albergatori e ristoratori
“Oltre il 40% del personale impiegato in alberghi e ristoranti ha origini migratorie. Sono addetti alle pulizie delle camere ai giardini, piscine, spiagge, carico e scarico merce, lavorano in cucina, servono a tavola, alla reception. Senza questo esercito di nuovi italiani il settore sarebbe in pesante affanno”, ci dice Mattia Patriarca, caposala all’Hotel San Giorgio di Porto Santa Margherita, periferia di Caorle (Venezia). Il periodo post pandemico e l’assurda guerra in Ucraina non hanno penalizzato bensì favorito il flusso turistico verso le spiagge italiane. Un po’ ovunque gli alberghi hanno registrato il pienone. La clientela non si è accorta di nulla, ma i gestori hanno penato per trovare personale da impiegare in tutti i settori dell’economia strettamente legati alla grande industria turistica.
Un esempio è il 21enne Tomasz Catello Grabarczuk, figlio di madre ucraina e padre polacco, cameriere nella Sala Hemingway dell’Hotel San Giorgio:
“Sono responsabile dell’ordine, pulizia e ovviamente di tutta la preparazione della sala nonché sensore di lamentale dei clienti per i piatti non consegnati, per bevande segnate oppure per la scarsa pulizia o l’inadeguatezza del servizio da me svolto.
Perché hai scelto di servire a tavola?
Ho iniziato a fare il cameriere 3 anni fa. Un’idea della mia ex fidanzata. Iniziai come cameriere in un ristorante, dove da non saper portare più di 2 piatti, imparai a portarne 6 in sole 3 settimane. Ho imparato a tenere ordine e pulizia, con un capo molto rigoroso e severo che approfittava della mia poca esperienza nel mondo del lavoro.Dopo un mese decisi di non proseguire più. Il giorno dopo il mio licenziamento però decisi di cercare una nuova occupazione, qualsiasi cosa mi potesse non far tornare da perdente a casa dei genitori. Girai tutta Bibione, ma nessuno mi voleva per la poca esperienza e per il fatto di aver abbandonato il mio lavoro in corso di stagione. Abbattuto provai in un piccolo hotel ‘anni 70’, un po’ bruttino. Lì conobbi Martina la mia odierna titolare, socia di un’azienda che possiede 40 hotel su tutta la riviera. Iniziai subito come jolly per un paio di settimane dando il massimo. Presi grandi responsabilità in situazioni problematiche, che nessuno voleva affrontare, e ciò mi fece apparire agli occhi della titolare come un grande lavoratore. L’anno dopo mi presentai con degli amici per poter lavorare. La titolare mi disse che se avessero finito la stagione, per ognuno di loro mi avrebbe dato un bonus. Arrivai a farne assumere 15. Da allora aiuto anche nella ricerca di personale, attraverso i social, passaparola e annunci continui. In quest’hotel in cui lavoro ora ho 3 persone in cucina e oltre 15 persone sparse negli hotel e ristoranti di Bibione ed altre 5 a Jesolo.
A che cosa devi fare particolare attenzione per prevenire eventuali reclamazioni da parte di una clientela internazionale?
I clienti provenienti dall’estero per lo più tedeschi ed austriaci non hanno molte pretese; scelgono l’hotel in base alla posizione fronte mare, all’estetica che hanno le camere e ai servizi che propone l’hotel. Spesso non ci capiscono molto di vini però pretendono un servizio perfetto. Gli italiani invece sono quelli che spesso pretendono di più perché si sentono più a casa propria. I reclami più frequenti è l’insufficienza del buffet a cena, i piatti consegnati tiepidi, le bevande non finite il giorno prima, che non vengono portate ai tavoli.
Che rapporto riuscite ad instaurare anche fra voi colleghi di lavoro?
Non è facile mantenere un buon rapporto soprattutto tra 15 diverse personalità che devono convivere per 12 ore al giorno; per non parlare della convivenza negli alloggi. La vita in comune o ti lega alle persone oppure ti fa passare una stagione infernale.
Tu hai tre nazionalità, lingue e culture diverse. Quale nazionalità prevale?
Provengo da una famiglia multietnica: mia madre ucraina e mio padre polacco. Io sono sempre stato ritenuto l’italiano della famiglia, nato a Vico Equense (Napoli) dove tutt’ora ho ancora il mio cuore e la mia infanzia, e un po’ del mio carattere napoletano, dato che i miei genitori lavoravano tanto per poter pagare la casa e dare un futuro a me. Sono cresciuto in diverse case delle mie maestre passando la maggior parte delle mie giornate con loro fino a quando uno dei miei genitori non mi veniva a prendere. A 6 anni ci trasferimmo qui in Friuli Venezia Giulia. Mia madre per farmi andar bene a scuola pagava una maestra di sostegno che mi insegnava ed educava. Così ho imparato a conoscere ed apprezzare la cultura del nord Italia, usanze e prelibatezze. Detto questo, credo di essere un italiano con una radice pienamente est europea.
Ti senti parte della società italiana a pieno titolo?
Assolutamente sì. Posseggo la cittadinanza italiana nonostante abbia anche quella polacca ed ucraina, ma voto ovviamente solo in Italia.
Hai frequentato corsi di lingue e culture dei tuoi genitori?
Non ho mai frequentato corsi delle lingue dei miei genitori. Ho appreso tutto in casa. Ho fatto però corsi di inglese e spagnolo.
Ti senti appagato nel lavoro?
Non propriamente per le tante ore lavorative ma posso dire che per le responsabilità affidatemi e per il ruolo che svolgo, sono molto contento.
Qual è il guadagno medio netto?
Mediamente un cameriere percepisce 1800 euro. La mia retribuzione è nettamente più alta per il ruolo che ricopro, cui si aggiunge un extra per la mediazione nella ricerca ed assunzione di personale.
Dove abiti durante il periodo lavorativo?
Questo è il primo anno che vivo in un appartamento. Gli anni scorsi alloggiavo in camere, sotto l’hotel, che erano piccole e umide, con bagni in comune con altre 5/6 persone.
Sei contento dell’andamento della stagione che terminerà verso la fine di settembre?
Non vedo l’ora che anche questa stagione giunga al termine. Così potrò dedicarsi allo studio e penso di iscrivermi alla facoltà di Gestione d’impresa.
Avete registrato un calo di clientela?
Ci sono stati dei cambiamenti. Non abbiamo clienti russi che vivono in Russia ma solamente russi tedeschi. Tuttavia non ci sono grossi cali di clienti. Quasi tutti gli hotel registrano il pienone.
Che farai a scadenza di contratto?
Dopo tutta l’estate passata a lavorare, farò un viaggio di almeno una settimana a Lisbona dove mi attende un caro amico, conosciuto in stagione, che spinto anche da me ha abbandonato questo lavoro per seguire il suo sogno di suonare il violino al conservatorio. Ora si esibisce e scrive canzoni che stanno avendo un modesto successo nel suo paese.
Voterai per il rinnovo del parlamento italiano?
Sì, avendo acquisito la cittadinanza.
Che pensi dell’Italia e degli italiani?
Amo il loro modo di vivere. L’Italia è un paese di mille colori. Ogni città ha le proprie usanze e modi di fare, ma hanno tutti una cosa in comune: l’importanza del cibo e del bere, diversità di costumi e usanze, con mille sfumature e sapori.
Che cosa vuoi che l’Italia istituzionale faccia per gli stranieri?
Che aiuti chi veramente è disagiato e non chi in Italia viene solo per delinquere.