La situazione sull’alcool dipendenza di minori, adolescenti e giovani-adulti è arrivata ad un punto di non ritorno. E questa volta non si tratta né di moralismi né di inutili allarmismi. I numeri parlano chiaro: i minori italiani che usano l’alcool secondo modalità rischiose e nocive per la salute sono 300 mila (il 7,3% dell’intera popolazione) e, molti di questi, si avvicinano alle sostanze alcoliche già a partire dagli 11 anni, con una percentuale doppia nei maschi rispetto alle femmine.
Anche se, in verità, gli ultimi dati messi in circolazione dall’Istituto Superiore di Sanità parlano di un’inversione di tendenza. I dati più preoccupanti riguardano infatti il gentil sesso e soprattutto le under 14 tra le quali si registra il 12% di comportamenti a rischio, praticamente il doppio rispetto al 6% della media nazionale delle donne. Perché? Sicuramente per la maggiore offerta rispetto al passato di “free-drink” e “happy-hour” ma anche per socializzare senza inibizioni, per farsi accettare dal gruppo, per il desiderio sempre più forte di evadere dai problemi quotidiani e divertirsi con gli amici senza pensieri. Consumare alcoolici, avvisano gli esperti, per le ragazze si sta trasformando, inoltre, in una sorta di edonismo da emulazione, un modo come un altro per mettersi sullo stesso piano del cosiddetto sesso forte emulandone i vizi e quindi anche i rischi. Ma questa è solo una faccia del rapporto giovani-alcool.
L’altra – forse ancora più preoccupante – sfiora o in alcuni casi addirittura cade nella “drunkoressia”, quel fenomeno di disturbo del comportamento alimentare importato dagli Stati Uniti che spinge i più giovani ad arrivare all’ora dell’aperitivo a stomaco completamente vuoto per assumere grandi quantità di alcool insieme ai coetanei. La quota di ragazzi tra i 14 e i 17 anni che consuma alcool fuori dai pasti è già al 18,8%, con un incremento del 23,6% delle donne contro il 6,2% dei maschi. Mentre la “drunkoressia” attualmente colpisce circa 300mila ragazzi, il 10% dei 3 milioni di giovani italiani che soffrono di disturbi alimentari, sempre con una incidenza molto più alta tra le femmine (80%) rispetto ai maschi (20%) e con rischiose conseguenze sulla salute.
Nel lungo periodo, infatti, oltre a pericolosi sbalzi di peso con scomparsa del ciclo mestruale nelle ragazze, si possono manifestare cirrosi epatica, lesioni cancerose al seno o anche una grave e non meno preoccupante sindrome psicologica. Tutte patologie che l’attuale legge che vieta la vendita degli alcolici al di sotto dei 16 anni (che tra breve verranno innalzati a 18) non sembra affatto arginare.”