700 Poliziotti a Berlino contro quelli della “Letzte Generation”
Reinhold Messner, lo scalatore più famoso di tutti i tempi e storico attivista per la difesa dell’ambiente, ha definito „pericolose per l’ordine democratico“ le azioni messe in atto dal gruppo di ambientalisti “Letzte Generation”, con il blocco delle strade nei centri urbani e il lancio di zuppe di piselli contro famose opere d’arte.
Messner ha invece espresso la sua simpatia per le azioni di “Fridays for Future” lanciate da Greta Thunberg e che portano in piazza ogni venerdì quei ragazzi che, invece di andare a scuola, protestano contro la globale rovina dell’ambiente.
Messner: ”In democrazia non è tollerabile il ricatto, ma solo la legittima protesta e la facoltà di eleggere in Parlamento politici che mandano avanti le proprie idee”.
Perché si parla di ricatto?
Il fatto è che gli attivisti della “Letzte Generation” stanno facendo un ragionamento molto simile al ricatto e cioè: se non ci date ascolto, creiamo il caos nelle città, incollandoci all’asfalto e vi facciamo rabbrividire sporcando opere d’arte di inestimabile valore artistico. Non vi occupate della salvezza dell’ambiente? Ebbene, noi creiamo scompiglio, non vi lasciamo in pace!
E lo scompiglio è autentico ed efficace. Si pensi che a Berlino, alla fine di aprile, sono dovuti scendere in piazza ben 700 poliziotti per contrastare il totale blocco del traffico urbano da parte degli ambientalisti radicali.
La filosofia della “Letzte Generation” è quella del “a mali estremi, estremi rimedi”. Il mondo sta bollendo come una patata in pentola, le misure prese dai governi sono blande, lente e inefficaci, si sta distruggendo l’ordine naturale e il futuro ambientale dei nostri figli. A una situazione radicale, si risponde con un’azione radicale prima che sia troppo tardi.
Anche se, a quanto pare, è già troppo tardi. Gli scienziati parlano solo di una catastrofe che può essere limitata, non più evitata.
Che qualcosa stia andando veramente storto lo vediamo tutti, attivisti ambientali e non. Il Po ridotto a un ruscello, il lago di Garda a una pozzanghera, trombe d’aria in piena Germania come se fosse la prateria del Texas.
Il problema è: che fare?
Tutti i governi sono davanti a un problema antico come il mondo: prendere decisioni costose e antipatiche non crea consensi, senza consensi non governi. L’amore per la natura finisce quando il governo di turno ti impone di cambiare la caldaia e di spendere ventimila euro di tasca tua per una nuova ed ecologica. La passione per l’aria pulita finisce quando ti dicono di buttare via la tua amata automobile e di comprarne una nuova che costa trentamila Euro, se non vuoi andare a piedi.
Basti guardare i salti mortali che stanno facendo i Verdi al Governo in Germania per tenere in equilibrio la politica per l’ambiente e una Realpolitik, senza la quale si trovano nel giro di una tornata elettorale tutti a casa.
La presa di coscienza generale per fare tutti uno sforzo comune per salvare l’ambiente e, di conseguenza, per salvarci la pelle, è oggi più che mai estremamente difficile. Troppe le contraddizioni politiche (governi che ti dicono di risparmiare e nello stesso giorno mandano un miliardo di dollari di cartucce all’Ucraina), troppo radicato il malcostume (mentre il ragazzino va in piazza il venerdì a protestare per l’ambiente, ha in tasca un telefonino che per funzionare, insieme a un altro miliardo di telefonini di ragazzini come lui, consuma energia e provoca il riscaldamento globale in massa), troppi gli interessi contrastanti (con una società che garantisce il benessere solo con la produzione e il consumo di massa, mentre produzione e consumo rovinano la natura).
Ci vuole allora la strategia dello shock, come i monaci buddhisti che si danno fuoco per protesta contro la repressione cinese? Se così fosse, quelli della “Letzte Generation” sono, tutto sommato, solo degli innocui procuratori di fastidi.