Dal primo gennaio 2023 la Croazia adotta ufficialmente l’euro come valuta, diventando il 20° Stato membro dell’Eurozona, ed entra a far parte anche dello spazio di libera circolazione di Schengen
“L’anno nuovo è un momento di nuovi inizi, e oggi non c’è posto migliore in Europa per celebrarlo, come giorno di festa e di orgoglio per i croati, ma anche per tutti i cittadini dell’Europa”, ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, “Da oggi qui si passa senza controlli, e da oggi i croati hanno come loro moneta l’euro, la seconda valuta mondiale che rende noi europei più forti nel mondo, l’euro è uno dei nostri più grandi successi”.
“La Croazia ha lavorato duro per diventare il ventesimo membro dell’area euro, e ci è riuscita. È la dimostrazione che l’euro è una valuta attraente che porta stabilità ai suoi membri”, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde.
Ad accogliere Von der Leyen c’erano il premier croato Andrej Plenković e la nuova presidente della Slovenia Nataša Pirc Musar, per la quale questa è anche la prima visita all’estero dopo l’insediamento il 23 dicembre scorso. “Abbiamo raggiunto i nostri obiettivi meritatamente, convinti che l’euro e Schengen saranno vantaggiosi per i cittadini croati e per la nostra economia”, ha detto Plenković, ringraziando von der Leyen di aver deciso di passare la prima giornata dell’anno a Zagabria dove le delegazioni si sono dirette dopo la breve cerimonia al confine.
“Oggi la Croazia entra nello spazio Schengen e nell’Eurozona. Un risultato importante per il progetto europeo e per il popolo croato, a cui faccio i miei migliori auguri. Spero che presto altri Paesi raggiungano lo stesso obiettivo, a beneficio di tutta l’Ue”, afferma su twitter il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’iter e la richiesta di ingresso nel meccanismo di cambio europeo era stato avviato dal governo croato nell’ottobre del 2017. Già all’epoca l’obiettivo era stato collegato a quello dell’ingresso nella zona Schengen, raggiunto in contemporanea, il Consiglio dell’Ue ha infatti dato il via libera il 9 dicembre all’ingresso di Zagabria nello spazio di libero scambio, che raggiunge ora 27 Paesi (23 Ue più Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein).
La procedura di controllo e di accompagnamento della Croazia sulle misure proposte per aderire al meccanismo di cambio è stato avviato nel luglio del 2019. E nel luglio del 2020 l’Eurogruppo e la Banca centrale europea hanno incluso la Croazia e la kuna negli Accordi europei di cambio, fissando già il tasso centrale a 7,53450 kune per euro.
A settembre 2021 la Croazia ha firmato un memorandum d’intesa con la Commissione europea e gli altri Stati della zona euro, definendo i passi per coniare la moneta unica. L’esecutivo Ue ha poi dato la propria valutazione positiva, condivisa dall’Eurogruppo, sul raggiungimento dei criteri di convergenza, a inizio giugno del 2022, e il 24 giugno anche il Consiglio europeo ha approvato l’adozione dell’euro da parte della Croazia. “L’euro è l’espressione monetaria del nostro destino comune e ha fatto parte del nostro sogno europeo. Ora il sogno diventa realtà per la Croazia”, ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
L’atto finale per l’ingresso della Croazia nell’euro è stato deciso nel Consiglio dell’Ue il 12 luglio del 2022 fissando il cambio della kuna croata a 7,53450 per 1 euro, quindi confermando il valore fissato per l’ingresso nel meccanismo di cambio.
Dunque, dopo 17 anni i croati salutano la kuna, introdotta nel Paese solo nel 1994 (e da subito agganciata al marco tedesco), dopo il dinaro croato che subentrò nel 1991 al dinaro jugoslavo.
Dal 5 settembre del 2022 i prezzi nel Paese sono riportati sia in euro sia in kune, e lo saranno fino alla fine del 2023. Per le prime due settimane del 2023, poi, circoleranno sia l’euro, sia la kuna. Inoltre restano vietati gli aumenti di prezzo connessi alla transizione all’euro.
Con l’ingresso nell’eurozona, la Croazia in autunno 2022, ha anche volontariamente presentato alla Commissione la propria bozza programmatica di bilancio, presa in esame e ampiamente promossa nel pacchetto di autunno 2022 che apre il ciclo economico annuale. Inoltre il Consiglio dei governatori del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) ha approvato la richiesta della Croazia di entrare nel fondo “salva Stati”.
Il momento storico è stato celebrato a mezzanotte a due principali valichi di confine, con la Slovenia e con l’Ungheria, e a un bancomat nel centro della capitale Zagabria.
Al valico di Bregana-Brežice, sull’autostrada Zagabria-Lubiana, il ministro degli Interni Davor Bozinović ha simbolicamente premuto per l’ultima volta il pulsante per alzare la rampa e lasciar poco dopo passare le prime automobili senza controlli.
Alla cerimonia erano presenti anche la ministra slovena Sanja Ajanović Hovnik, e i capi della polizia croata e slovena. “Abbiamo aperto le porte all’Europa senza frontiere e definitivamente affermato la nostra identità europea per la quale si sono battute generazioni di croati”, ha detto il ministro.
Un’analoga cerimonia si è tenuta anche al confine croato-ungherese, al valico Goričan-Letenye, dove ad alzare la rampa è stato il ministro degli Esteri, Goran Grlić Radman. “Questo è un momento storico e va festeggiato”, ha dichiarato, aggiungendo che da oggi la Croazia si assume anche “la grande responsabilità per la protezione di più di 1.300 chilometri del confine esterno dell’Ue”, con la Serbia, il Montenegro e la Bosnia-Erzegovina. In totale sono stati soppressi 73 valichi di confine terrestri e 12 nei porti marittimi, mentre per il traffico aereo si dovrà aspettare fino al 26 marzo quando scatterà l’orario di volo estivo.
Nel centro di Zagabria, a poche decine di metri dalla sede della Banca nazionale croata, che dal primo gennaio fa parte del Sistema europeo delle banche centrali con a capo la Bce, il governatore Boris Vujčić ha prelevato una banconota di cinquanta euro da un bancomat. “In questi tempi incerti – ha detto – l’euro offrirà ulteriore stabilità all’economia croata e faciliterà la crescita“.
La banca centrale ha fornito nei mesi scorsi 63 milioni di banconote e 286 milioni di monete alle poste e alle banche, contanti che dal primo gennaio sono nel sistema del commercio. Nella notte di Capodanno per alcune ore non è stato possibile pagare con le carte di credito per l’adattamento telematico all’euro, mentre l’accesso digitale ai conti correnti è stato reso possibile dal due gennaio.