Nella foto: Passaporto. Foto di © Sarah Passos su Pixabay

Con l’approvazione del decreto-legge sulla cittadinanza, il governo italiano introduce una serie di modifiche significative al sistema di acquisizione e mantenimento della cittadinanza italiana per i discendenti di emigrati all’estero. Il provvedimento, proposto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani e dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, mira a rafforzare il principio del „legame effettivo“ con il Paese, ridisegnando i criteri per il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis e introducendo nuove disposizioni per i cittadini italiani residenti all’estero.

Fine della trasmissione illimitata iure sanguinis

Uno degli aspetti più rilevanti del nuovo provvedimento è la limitazione della cittadinanza automatica ai discendenti di italiani nati all’estero. Attualmente, il diritto di cittadinanza si trasmette di generazione in generazione senza limiti temporali, purché vi sia una linea di discendenza da un cittadino italiano. Con la nuova normativa, la trasmissione della cittadinanza sarà automatica solo fino alla seconda generazione:

Chi nasce da almeno un genitore italiano o un nonno nato in Italia sarà automaticamente cittadino.

I pronipoti di cittadini italiani (terza generazione e successive) non saranno automaticamente cittadini, salvo specifiche condizioni.

Questa misura si allinea alle politiche di altri Paesi europei e ha lo scopo di evitare la concessione della cittadinanza a persone che non abbiano più alcun legame con l’Italia, pur avendo un avo italiano.

Acquisizione subordinata alla residenza o alla nascita in Italia

Per i discendenti di italiani che vivono all’estero, l’acquisizione della cittadinanza non sarà più automatica se oltre la seconda generazione. Tuttavia, ci saranno due modalità per ottenere la cittadinanza:

Nascita in Italia: I figli di italiani nati in Italia saranno automaticamente cittadini.

Residenza qualificata: Se un cittadino italiano trasferisce la propria residenza in Italia per almeno due anni continuativi prima della nascita del figlio, quest’ultimo sarà automaticamente cittadino italiano, anche se nato all’estero.

Registrazione dell’atto di nascita entro 25 anni

Un’altra novità importante riguarda l’obbligo di registrare l’atto di nascita del discendente entro il compimento dei 25 anni di età. Se il soggetto non effettua la registrazione entro questo termine, perderà il diritto a chiedere il riconoscimento della cittadinanza. L’obiettivo è rafforzare il concetto di legame effettivo con l’Italia e limitare le richieste tardive da parte di discendenti lontani.

Perdita della cittadinanza per „desuetudine“

La nuova normativa introduce anche un criterio inedito: la perdita della cittadinanza per „desuetudine“. I cittadini italiani nati all’estero che non risiedono in Italia e che possiedono un’altra cittadinanza perderanno la cittadinanza italiana se non manterranno alcun vincolo effettivo con il Paese per almeno 25 anni. Questo sarà valutato in base al mancato esercizio dei diritti e doveri derivanti dalla cittadinanza italiana, come la partecipazione elettorale o la richiesta di documenti italiani.

Le modifiche alle procedure consolari

Il Consiglio dei Ministri ha inoltre approvato un disegno di legge per la riforma dei servizi per i cittadini italiani all’estero. Tra le novità più rilevanti:

Centralizzazione delle richieste di cittadinanza: Le domande di riconoscimento della cittadinanza non saranno più gestite dai consolati, ma da un ufficio centrale presso la Farnesina.

Periodo transitorio di un anno: Durante questa fase, i consolati continueranno a ricevere domande, ma con un limite nel numero di pratiche accettate.

Miglioramenti nei servizi per cittadini e imprese all’estero: La riforma riguarda anche legalizzazioni, anagrafe, passaporti e carte d’identità, con l’obiettivo di snellire le procedure e ridurre i tempi di attesa.

Aggiornamenti sulla legislazione passaporti

Nel pacchetto di riforme è incluso anche un aggiornamento della legge sui passaporti, che risale al 1967. Tra le modifiche principali:

Abolizione della proroga della durata del passaporto: I passaporti avranno una durata fissa di 10 anni non rinnovabili, eliminando la possibilità di proroga tramite timbro.

Eliminazione del passaporto collettivo: Questo tipo di documento, ormai obsoleto e non più accettato negli standard internazionali, viene formalmente eliminato dalla normativa italiana.

Obbligo di denuncia per il furto o smarrimento del passaporto: Chi perde il passaporto all’estero dovrà sporgere denuncia presso le autorità locali, salvo impossibilità comprovata.

Le conseguenze per gli italiani all’estero

L’introduzione del principio del „vincolo effettivo“ avrà un impatto significativo sulle comunità italiane nel mondo, specialmente in Paesi come Argentina, Brasile, Stati Uniti e Canada, dove risiedono milioni di discendenti di italiani. Alcuni esperti prevedono un incremento delle richieste di cittadinanza nei prossimi mesi, prima dell’entrata in vigore definitiva delle nuove norme.

Tuttavia, il governo rassicura che le modifiche non influenzeranno chi ha già ottenuto il riconoscimento della cittadinanza, né coloro che avranno presentato domanda prima del 27 marzo 2025.

Le nuove disposizioni potrebbero inoltre incentivare l’immigrazione di ritorno in Italia, facilitando la naturalizzazione per i discendenti di italiani che scelgano di risiedere stabilmente nel Paese.

Con queste riforme, il governo Meloni ridisegna il concetto di cittadinanza italiana, ponendo l’accento sul legame effettivo con il Paese e uniformandosi agli standard internazionali. Il decreto e il disegno di legge segnano la fine della trasmissione illimitata della cittadinanza e rafforzano l’importanza della residenza e della partecipazione attiva alla vita civile italiana.

Sebbene la misura abbia suscitato alcune preoccupazioni tra le comunità italiane all’estero, il governo insiste che l’obiettivo non è restringere i diritti, ma garantire che la cittadinanza sia un privilegio fondato su un legame reale con l’Italia.