Assurdo permettere di reagire a furti e aggressioni solo di notte. Equivale a concedere di rubare o assalire di giorno. Ora passa al Senato
Il 5 maggio scorso 225 Deputati hanno approvato il testo legislativo che consente, se necessario, di difendere, con un’arma, la propria famiglia, la casa ed i soldi. Norma che, a detta del Presidente della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, non riconosce la “licenza di uccidere”, in quanto “ci sarà sempre una valutazione del giudice”. La nuova normativa ha suscitato polemiche e scontri tra gli esponenti di Sinistra Italiana che la ritengono troppo permissiva, una specie di “Far West dove chiunque si potrà armare e sparare senza freni”, e quelli del Centrodestra che la contestano perché “non viene garantito il diritto di difendersi neppure in casa propria”.
Per entrare in vigore, la legge dovrà essere approvata anche dal Senato, quindi per ora continua ad avere valore quella precedente che prevedeva la non punizione di chi ha sparato ed ucciso se, come sancito dall’art. 52 del Codice Penale, vi è “costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”, quindi non provocata dal turbamento psichico causato dal ladro con minacce alla vita, all’integrità fisica o sessuale. Valutazione, quest’ultima, fatta dai Giudici, purtroppo non sempre in grado di valutare a fondo la situazione, in quanto, non essendo psicologi, possono non essere in grado di giudicare in modo adeguato.
Nel testo approvato dall’Aula di Montecitorio, in parte alquanto confuso, sono elencati gli episodi ai quali si applica il concetto di non punibilità, in quanto naturale “reazione all’introduzione in casa, in negozio o in ufficio, con violenza alle persone o alle cose, ovvero con minaccia o con inganno”. Nonché si afferma che lo Stato si addosserà le spese processuali, compreso il compenso per gli avvocati, di chi avrebbe ucciso o ferito l’eventuale ladro, qualora gli sarà riconosciuta la legittima difesa come reazione ad un’aggressione. Purché non avvenga di giorno.
Secondo il testo legislativo approvato dai Parlamentari, essa deve essere commessa “in tempo di notte”. Altrimenti non è ammessa. Differenza, questa, che ha ovviamente provocato dissensi notevoli nella Lega e nel Centrodestra in quanto, secondo l’ex governatore pugliese Raffaele Fitto, sembra “più che una legittima difesa, la tutela del sonno. Una legge che distingue il ladro che vien di notte da quello che vien di giorno è ridicola”. Contestazione fatta anche dal leghista Matteo Salvini.
Il che fa pensare che la nuova legge sarà notevolmente modificata in Senato dove Matteo Renzi intende invitare “i Senatori a correggerla nella parte in cui risulta meno chiara e logica”. Soprattutto quell’illogicità che, a detta di alcuni esponenti del centrosinistra, però non esiste in quanto essa non riconosce “alcuna licenza di sparare, nessuna giustizia fai da te”, dato che, come affermato dalla Presidente della Commissione Giustizia, Donatella Ferranti, “spetterà sempre al Giudice stabilire se la reazione è proporzionale all’offesa”. Il che non spiega il motivo per il quale l’eventuale legittima difesa possa essere svolta solo di notte.
C’è, comunque, da sperare che le sentenze siano equanimi e giuste. Cosa che, purtroppo, non sempre succede, come ho già avuto occasione di rilevare in precedenti articoli. Perché spesso mossi da antipatie politiche nei confronti dell’imputato, per insufficienza d’informazioni in materia, o per cattiva difesa da parte dell’avvocato in carica. Ma anche perché non sempre è facile e possibile valutare se la reazione di chi rischia di essere derubato e, magari, anche ucciso sia veramente proporzionale al tentativo di furto e alle eventuali minacce.
Difficoltà effettive che hanno spinto Massimiliano Fedriga, Segretario della Lega-Nord del Friuli-Venezia Giulia, a ritenere insufficiente e discutibile la legge proposta dal Pd. E Raffaele Fitto, leader del partito Direzione Italia, a definirla “un guscio vuoto”. Giudizi negativi a volte dettati solo da contrasti ideo-logici, ma anche da un esame attento e logico di quanto approvato. Anche perché, in effetti, non risolve gli innumerevoli problemi derivanti dalla diffusa delinquenza, tra l’altro in continuo aumento.
Forse l’unica cosa veramente positiva è che lo Stato rimborserà le spese legali a coloro che, a fine del processo, saranno prosciolti se i Giudici riconoscono che l’eventuale uccisione è stata effettuata per legittima difesa.
Un risarcimento dovuto e sacrosanto. Ma che non elimina l’ansia ed il timore dell’imputato durante la procedura processuale. Che, si sa, dura anni.