Foto di ©Daniele Messina

Mercoledi 19 febbraio, in due bar shisha a Hanau ci sono stati degli spari che hanno mietuto 9 vittime, oltre all’attentatore Tobias R. ed alla madre di questi. La questura centrale ha iniziato le proprie indagini e il ministero degli interni dell’Assia ha parlato di un attacco volutamente terroristico ( FOCUS online). Gli attentati erano rivolti contro stranieri e motivati da radicalismo di destra, a secondo delle astruse affermazioni di Tobias R. fatte su „Youtube.de“ ore prima del sanguinoso massacro.

Il locale dove è avvenuto l’attentato

Il sindaco di Hanau (ca. 100.000 abitanti, di cui il 25% stranieri) Kaminski ha indetto immediatamente delle riunioni pubbliche per commemorare gli uccisi, rifiutandosi di parlare di stranieri, ma di cittadini inseriti nel quadro della città, di persone integrate nella società. Le vittime sono turchi con origini curde, una rumena-polacca, bosniaci.

Già subito, fra le 22.00 e le 23.00 i nostri parrocchiani si mandano messaggi poiché capiscono che si spara e scongiurano di non uscire di casa. Si sente un elicottero volare sopra il quartiere di Kesselstadt. Alcuni di noi conoscevano a vista le vittime. Poi, per i due giorni successivi alla tragedia, a causa delle indagini in corso la scuola elementare „Heinrich-Heine-Schule“ e gli asili circostanti restano chiusi. C’é un’atmosfera da shock, Hanau è al centro di una tragedia senza pari. In un quartiere del centro, alcuni nostri parrocchiani che abitano vicino al luogo del delitto non hanno sentito nulla durante la notte, solamente il giorno seguente hanno notato le transenne. Si parla di razzismo. Giovedì in Italia, già di prima mattina, trapelano le informazioni sul mercoledì di fuoco a Hanau. Si ha paura che questo attacco si ripeta, e infatti oggi lunedì una macchina ha travolto un corteo di carnevale in un altro paese dell’Assia. Si apre con Seehofer della CSU il dibattito politico su come sia possibile che una persona psichicamente malata possa avere il porto d’armi e non vengano fatti controlli. L’associazione del porto d’armi risponde che, anche rendendo più severi i controlli e le leggi, ciò non basterebbe a tutelare da eventuali attacchi terroristici ( FOCUS online). Noi abbiamo regalato un mazzo di fiori col velo nero per Hanau Kesselstadt, secondo luogo della tragedia. Una nostra parrocchiana che abita in quel quartiere, con un altro parrocchiano che è sia nel Katholikenrat, che attivo nella vita politica della città, ha deposto questo mazzo con le più sentite condoglianze da parte della comunità cattolica italiana di Hanau. Presente era la madre di una vittima con il cappotto del figlio ucciso. Tutto è molto commovente e ci mancano le parole. Domenica noi della comunità parrocchiale abbiamo celebrato la messa con stola viola. L’omelia è stata omessa e abbiamo ricordato e pregato per gli uccisi.

Ci sono già stati i primi due funerali a Offenbach e a Hanau, ma seguirà un lutto cittadino pubblico a marzo. Hanau adesso è tristemente collocata assieme con gli attentati di Bruxelles, Parigi, Londra, Cannes, Berlino. Purtroppo questi attentati non risparmiano le cittadine, ma possono succedere ovunque. Il nostro pensiero va alle vittime, uccise barbaramente, e alle loro famiglie. Ci lascia orfani di giovani innocenti. Ci vorrà del tempo per riflettere negli anni futuri sull’estremismo di destra, che è stato sottovalutato per molto tempo. Ma non possiamo fermarci davanti al razzismo e alla violenza, Hanau vuole dimostrare che una coesistenza pacifica è possibile fra culture e identità etniche diverse. Noi, in quanto cristiani, non perdiamo naturalmente la speranza, e siamo certi che se pure in momenti tragici come questi il bene non prende il sopravvento, alla fine avrà la supremazia.

Nico Bongiorno, collaboratore della Comunità Cattolica di Hanau in collaborazione di padre Antonio Gelsomino e dei nostri parrocchiani

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here