Era il 23 maggio del 1945 quando il cancelliere Konrad Adenauer firmava, con una penna messa a disposizione dal Kölner Ratssilber, la Legge fondamentale (Grundgesetz), proclamando “a norma dell’articolo 145” la nascita della Bundesrepublik Deutschland, la repubblica federale tedesca.
Un giorno importante, s’intende. Eppure, nei media, l’evento sembra passare quasi inosservato. Come mai?
La legge fondamentale era, infatti, frutto di un compromesso tra socialdemocratici, cristianodemocratici, liberali, comunisti e democratici. Ne venne fuori una legge che non era stata pensata come Costituzione (Verfassung), ma come una legge provvisoria. Solo nel caso di una riunificazione con la Germania dell’est, il popolo tedesco si sarebbe dato una Costituzione unica.
Dopo la caduta del muro di Berlino, tuttavia, il Grundgesetz fu confermato come Costituzione federale: l’unificazione venne raggiunta estendendo la lista dei Länder previsti nel preambolo del testo costituzionale, dunque aggiungendovi semplicemente i cinque della Germania orientale e abolendo l’articolo 23, il quale lasciava in sospeso la validità della Legge Fondamentale per un futuro in cui le due Germanie si sarebbero unite; ciò equivalse a operare la riunificazione tedesca sotto forma di entrata o adesione della Germania dell’est nella repubblica federale tedesca.
Il progetto della Costituente partiva nell’agosto 1945, quando nell’isola Herren in Baviera un gruppo di esperti – politici, professori e giuristi – si riunirono per due settimane con lo scopo di mettere insieme una prima bozza che doveva diventare la base per il Consiglio parlamentare (Parlamentarischer Rat). Gli alleati – inglesi, francesi e americani – volevano soprattutto una Costituzione democratica. Gli americani esigevano a tutti i costi un sistema federale, per i francesi e gli inglesi, invece, era importante puntare sulla divisione dei poteri e i diritti fondamentali.
Lo Stato deve essere a servizio del popolo, e non viceversa: questo era il principio fondamentale che fungeva da slogan per i costituzionalisti.
Il passato del Terzo Reich doveva restare per sempre passato.
Dopo nove mesi di intenso lavoro, il Parlamentarischer Rat, presieduto da Konrad Adenauer e Carlo Schmitt e costituito da 65 membri – tra cui solo quattro donne -, presentò il Grundgesetz.
La novità giuridica era sotto occhi di tutti: i diritti umani non vengono considerati dal Grundgesetz un semplice obiettivo da raggiungere da parte della legislazione, ma, per la prima volta in una Costituzione tedesca, vengono garantiti dalla carta costituzionale. Tra l’altro, una caratteristica significativa di questa carta è che prevede da parte del popolo un diritto di resistenza, il cui bisogno era stato dettato dall’esperienza dell’ascesa della dittatura nazionalsocialista. Non vi è più uno Stato federato dominante che pesi sull’attività politica degli altri; vengono infatti in buona parte ristabiliti gli Stati esistenti prima del nazismo, con eccezione dell’enorme Prussia, che aveva di fatto detenuto un peso sproporzionato e che viene perciò frammentato.
Durante il periodo di Weimar, i poteri conferiti al Presidente avevano provocato indirettamente la prassi di governare con l’aiuto di decreti di emergenza nei casi in cui non si riuscisse a trovare una maggioranza: nel Grundgesetz, invece, questa possibilità non è prevista neanche indirettamente.
Proprio per questo si tenta di ridurre e al minimo il rischio di maggioranze impossibili, problema tipico della repubblica di Weimar in cui spesso gli affari politici diventavano ingestibili a causa delle dozzine e dozzine di partiti rappresentati in Parlamento. La soluzione, sancita a livello di legge elettorale, fu una soglia di sbarramento del cinque per cento che limitò sensibilmente il numero di partiti rappresentati, tra l’altro tagliando fuori dall’arco parlamentare partiti estremisti.
Lo strumento della mozione di sfiducia continua ad esistere, ma è subordinato alla condizione di trovare un nuovo esecutivo prima che il precedente venga rimosso dai suoi uffici (principio di sfiducia costruttiva).
Anche da questo punto di vista, la Legge fondamentale tedesca avrà un ruolo di modello per le costituzioni di altri stati.