Brogli elettorali in Sudamerica?
Il voto all’estero ha dato risultati assai discordanti con quelli in patria. Solo il 26,93% degli aventi diritto al voto ha compilato la scheda ricevuta per posta, con una flessione del 3,4 % rispetto alle elezioni del 2018. Il culmine dell’assenteismo è stata proprio la sede di Bruxelles, dove ha votato solo il 16,61% degli aventi diritto.
Il vincitore è stato comunque il Partito Democratico in ogni circoscrizione con un totale di 7 parlamentari eletti su un totale di 12. Complessivamente il PD ha ottenuto il 28% dei voti contro il 26% della coalizione di destra. Terzo è arrivato il Movimento 5 Stelle con quasi il 9%. Questo riguardo alla Camera; per il Senato la vittoria del PD è ancora più netta con il 34% dei voti.
Camera dei deputati e Senato
Per la Camera dei Deputati in Europa hanno vinto Toni Ricciardi del PD (22.969 voti), seguito da Simone Billi della Lega (13.454 voti ) e da Federica Onori del Movimento 5 Stelle (8.354 voti).
L’unico mandato al Senato per l’Europa se lo è aggiudicato Andrea Crisanti del PD (35.962 voti).
La tendenza è confermata anche nelle altre circoscrizioni estere, tenendo presente che in Sudamerica si sono presentate delle liste locali di forte affluenza, in particolar modo il Movimento Associativo degli Italiani all’Estero (MAIE) fondato e presieduto da Ricardo Merlo, che ha fatto eleggere due suoi candidati, Franco Tirelli per la Camera e Mario Alejandro Borghese per il Senato.
Una netta controtendenza, anche se irrilevante sul risultato complessivo, si osserva nei due collegi consolari di Mosca e San Pietroburgo: la coalizione di destra ha raggiunto la maggioranza assoluta su 534 votanti.
A proposito del Sudamerica, si sono levate proteste e denunce per brogli elettorali, tanto che martedì scorso presso la Camera dei Deputati si è tenuta una conferenza stampa organizzata da PD, Lega e MAIE, per informare l’opinione pubblica sui clamorosi brogli elettorali che sarebbero avvenuti soprattutto in Argentina.
Nel corso dello spoglio sarebbero state trovate migliaia di schede grossolanamente contraffatte (alcune con la scritta ufficiale “camera dei diputadi”) tutte riportanti un voto per la lista locale USEI e la preferenza ad un certo candidato, il quale però non ce l’ha fatta lo stesso a venire eletto.
Nella conferenza stampa gli onorevoli Fabio Porta (PD), Marcello Bomrad (Lega) e Ricardo Merlo (MAIE), benché di partiti contrapposti, si sono dichiarati all’unanimità favorevoli ad una riforma del voto all’estero.
Comunque è un grave problema, già in partenza, che la legislatura italiana non possa controllare lo svolgimento delle votazioni all’estero con la stessa caparbietà con cui le controlla sul suo territorio nazionale, e fattacci del genere erano già stati previsti da politici lungimiranti. Ma non si possono perseguire come se si fossero verificati sul suolo sovrano dell’Italia.
Questo problema, unito alla scarsissima partecipazione, porta acqua al mulino di chi chiede l’abolizione del voto all’estero.