Le sfide della giustizia educativa in Germania
Dopo i preoccupanti risultati dello studio PISA, che hanno rivelato gravi carenze nelle competenze di base in lettura, scrittura e aritmetica tra gli alunni tedeschi, il dibattito sulla politica educativa nella Repubblica Federale di Germania ha occupato ampio spazio nei media, coinvolgendo esperti e presunti tali.
Attualmente, grande attenzione è rivolta al tema della “giustizia educativa” (“Bildungsgerechtigkeit”), un concetto che viene spesso interpretato, analizzato e giustificato in modi diversi. A livello internazionale, la Germania è spesso evidenziata come un paese con forti disuguaglianze educative, spiegate e giustificate a seconda del punto di vista politico, sociale e scientifico.
Non c’è dubbio che la giustizia educativa sia un aspetto fondamentale per la vita di ogni persona, poiché può influenzare in modo decisivo il suo percorso. Ad esempio, i sistemi di istruzione e occupazione sono strettamente collegati, e in presenza di condizioni educative diseguali possono emergere disparità di reddito, opportunità di salute e posizioni sociali, con un impatto significativo sulla soddisfazione generale della vita.
Se il potenziale dei talenti non viene adeguatamente sfruttato, possono verificarsi conseguenze economiche a lungo termine, in termini di innovazione, competitività e performance economica complessiva, causando così un ritardo economico per la Germania. Sul piano sociale, ciò potrebbe portare a una sovra o sottorappresentazione di determinati strati sociali, influenzando in modo significativo i processi politici e le decisioni nella nostra società.
L’importanza della giustizia educativa è riconosciuta e indiscussa, ma cosa causa l’ingiustizia educativa e come può essere affrontata?
In Germania, le opportunità educative sembrano dipendere principalmente dal background socioeconomico della famiglia di origine. Studi recenti mostrano che quasi l’80% dei bambini provenienti da famiglie accademiche prosegue gli studi universitari, mentre solo poco meno del 30% dei bambini provenienti da famiglie senza un background accademico fa lo stesso. È stato inoltre riscontrato che i bambini provenienti da famiglie socioeconomicamente meno privilegiate ricevono voti peggiori e meno raccomandazioni per il passaggio alla scuola secondaria.
Le disuguaglianze educative non sembrano derivare principalmente dal sistema educativo, ma piuttosto dalla capacità e dalla volontà dei genitori di sostenere i propri figli. Anche le aspettative dei genitori riguardo al rendimento scolastico e le decisioni sul percorso educativo giocano un ruolo cruciale. I genitori investono più o meno nella carriera scolastica dei figli, a seconda del loro livello di istruzione e background sociale.
Le differenze nel successo scolastico si manifestano già prima dell’inizio della scuola e spesso si accentuano durante il percorso scolastico, poiché l’attuale sistema educativo non riesce a compensare le diverse condizioni socioeconomiche attraverso misure scolastiche adeguate.
Allora, cosa si può fare?
È importante riconoscere che nessun sistema educativo può compensare completamente le diverse esigenze di partenza degli studenti. Cercare di applicare le stesse misure a tutti gli studenti per ridurre le disuguaglianze è un approccio fuorviante e destinato al fallimento. Pertanto, è necessario garantire pari opportunità, che significa trattare in modo diverso chi si trova in situazioni diverse. Il sistema educativo deve mirare alla giustizia educativa, non all’uguaglianza educativa, tenendo conto delle differenze individuali e utilizzando misure personalizzate per sviluppare le potenzialità di ciascun bambino.
Le misure compensative devono essere attuate il prima possibile, già nei nidi d’infanzia, prima dell’inizio della scuola. Le differenze di status all’interno delle famiglie devono essere affrontate con misure educative extra-scolastiche. Non può esserci una compensazione uniforme per tutte le esigenze educative diverse; è necessario considerare anche misure flessibili nel tempo, anche dopo l’orario scolastico. Una collaborazione stretta e fiduciosa con i genitori è fondamentale, anche se può essere difficile per motivi legati alla classe sociale.
Non dobbiamo dimenticare il ruolo cruciale degli insegnanti, che devono essere adeguatamente formati e sensibilizzati alle diverse esigenze educative. Il rafforzamento sociale della professione pedagogica è altrettanto importante, considerando il suo ruolo centrale nella nostra società.
In conclusione, l’obiettivo non deve essere l’uguaglianza educativa, ma la giustizia educativa, raggiungibile solo attraverso misure di compensazione personalizzate.
Sarebbe interessante esaminare il problema della giustizia educativa anche dal punto di vista dell’inclusione e dell’educazione speciale, o considerare gli aspetti politici legati al problema migratorio e ai flussi di alunni associati. Tuttavia, dobbiamo ricordare che “la giustizia educativa è il diritto alla disparità di trattamento”.
Nota: Attualmente si sta discutendo se i governi federale e statale lanceranno congiuntamente un programma di promozione “Startchancen” (opportunità di inizio) all’inizio del nuovo anno scolastico, rivolto alle scuole con condizioni sociali particolarmente difficili. Per i prossimi dieci anni, il governo federale prevede di fornire un miliardo di euro all’anno, con la partecipazione degli Stati con la stessa somma. Aspettiamo e vediamo se e come questo progetto si realizzerà!