Nella foto: Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Foto di ©gov.it

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e presidente del Consiglio dei Ministri, ha deciso di intervenire con decisione dopo le recenti polemiche scatenate dalle rivelazioni su comportamenti neofascisti all’interno del movimento giovanile del partito

In una lunga e incisiva lettera ai dirigenti del partito, resa pubblica per riaffermare con chiarezza la posizione del partito, Meloni ha dichiarato: «Non ho e non abbiamo tempo da perdere con chi vuole farci tornare indietro, o con chi ci trasforma in una macchietta».

Le tensioni sono state alimentate dalle immagini e dalle parole riportate da un’inchiesta di Fanpage, che ha sollevato critiche anche dalla senatrice a vita Liliana Segre, notoriamente impegnata contro ogni forma di discriminazione. Meloni non ha esitato a condannare i comportamenti evidenziati, affermando con fermezza che in Fratelli d’Italia non c’è spazio per posizioni razziste, antisemite o per qualsiasi forma di nostalgia dei totalitarismi del ventesimo secolo.

La reazione della Meloni arriva dopo una fase di dibattito interno e di reazioni pubbliche. Secondo Massimo Franco, giornalista politico, l’intervento della senatrice Segre potrebbe aver influenzato la decisione della Meloni di affrontare direttamente la questione. Franco commenta inoltre che questo intervento potrebbe segnare un punto di svolta significativo per il partito, evidenziando la volontà di dissociarsi definitivamente da estremismi radicati, seppur minoritari.

Giorgia Meloni ha anche ribadito il diritto di Fratelli d’Italia di definirsi di destra e di patriota, ma con lo sguardo rivolto al futuro anziché al passato. «Il nostro compito è troppo grande perché si possa consentire a chi non ne ha compreso la portata di rovinare tutto», ha affermato Meloni, sottolineando l’importanza di comprendere le sfide contemporanee e di mantenere la coerenza tra parole e azioni.

Le dichiarazioni della Meloni non sono passate inosservate all’opposizione. Angelo Bonelli di Avs ha criticato la leader di FdI accusandola di non condannare il fascismo, mentre Roberto Morassut per il Partito Democratico ha esortato Meloni a confrontarsi direttamente con il passato fascista, menzionando Salò.

In questo contesto, Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano, ha espresso la sua opinione a Chiara Baldi del Corriere della Sera: «È giusto condannare, come ha fatto in modo unanime tutto il centrodestra, le malefatte di questi giovani. Per noi ebrei sono intollerabili. Come ha detto Gianfranco Fini qualche giorno fa, a questi ragazzi bisognerebbe far vedere almeno tre volte Schindler’s List e bisogna educarli, perché sono ignoranti». Tuttavia, Meghnagi ha sollevato una questione critica: «Perché Fanpage non va a mettere le cimici nei centri sociali? O nelle moschee? Perché non ci fanno sentire cosa dicono degli ebrei nei luoghi vicini alla sinistra? Vorrei sentire una parola di condanna da parte della sinistra per tutto quanto è successo negli ultimi 8 mesi… Dove sta il Pd? Dove stanno le voci autorevoli, come quelle di Bonaccini, Gentiloni, Letta, Franceschini? Dov’è il vecchio Pd che difendeva noi ebrei?».

In risposta alle critiche, Meloni ha affermato: «Noi abbiamo fatto della trasparenza e della coerenza i nostri tratti caratteristici. Noi facciamo quello che diciamo e siamo quello che appariamo. Non c’è trucco e non c’è inganno». Ha inoltre sottolineato che chi non è in grado di comprendere il percorso del partito o non è in grado di tenere il passo non può farne parte.

Il messaggio della Meloni appare chiaro e risoluto: Fratelli d’Italia intende marcare una netta discontinuità con qualsiasi forma di estremismo o nostalgia totalitaria, mantenendo la propria identità politica ma guardando al futuro con determinazione. Resta da vedere come il partito tradurrà questa fermezza in azioni concrete nel tempo.

La storia, conclude Meloni, ricorderà chi saprà essere all’altezza di queste sfide.