Al Bundestag si è raggiunta la maggioranza per il Si “Ehe für alle”, matrimonio per tutti. La Cancelliera Merkel ha votato no, dichiarando che “Per me il matrimonio è quello garantito dalla „Grundgesetz“ tra uomo e donna”.
A pochi mesi dalle elezioni politiche del 24 settembre, la cancelliera Angela Merkel ha aperto all’ipotesi di una legge che permetta le nozze omosessuali in Germania.
Dopo tanti tira e molla la Merkel per la prima volta si è detta aperta a concedere „libertà di coscienza“ (in ted.: Gewissensfreiheit) ai deputati cristiano-democratici sul tema delle unioni tra persone dello stesso sesso. Vale a dire: su questo tema la cancelliera non impone una disciplina di partito.
Si tratta di una vera e propria svolta: fino al 2013, infatti, la Merkel si era sempre detta espressamente contraria ad ogni ipotesi di nozze omosessuali “per il bene dei bambini”. Rispondendo alla mossa ritenuta „tattica“ da parte dei maggiori quotidiani tedeschi, il leader e candidato alla cancelleria della Spd, Martin Schulz, ha addirittura annunciato che il suo partito spingerà per un voto nel Bundestag già a fine giugno/inizio luglio. “Merkel ha preso una posizione e ora la prendiamo in parola”, ha detto il socialdemocratico. Schulz ha anche accusato il blocco conservatore della Merkel di aver ostacolato in questi anni l’introduzione del “matrimonio per tutti” e ha espresso la speranza che ora la Merkel mantenga il suo impegno.
Se i deputati conservatori potessero votare secondo coscienza, un testo su questo tema potrebbe facilmente essere approvato al Bundestag, dove i socialdemocratici, oltre alla Sinistra e ai Verdi, sostengono l’equiparazione in materia di diritti delle coppie omosessuali con quelle etero. Le unioni civili fra persone dello stesso sesso sono legali in Germania dal 2001 (cosiddette: eingetragene Lebenspartnerschaften), ma ancora non lo sono i matrimoni. Si definiscono unioni civili tutte quelle forme di convivenza di coppia, basata su vincoli affettivi ed economici, alla quale la legge riconosce attraverso uno specifico istituto giuridico uno status giuridico analogo, per molti aspetti, a quello conferito dal matrimonio. In Italia l’istituto giuridico dell’unione civile è regolato dalla legge del 20 maggio 2016/76.
Ma non saranno i politici ad avere l’ultima parola in questione. Se lanciamo uno sguardo nella storia recente, possiamo evocare cosa successe quando in Germania fu introdotta, appunto, la legge sulle unioni civili: alcune forze politiche chiamarono in causa la Corte Costituzionale con sede a Karlsruhe, che dichiarò lo statuto delle unioni civili conforme alla Carta Costituzionale tedesca (Grundgesetz). Allo stesso tempo, tuttavia, la Corte ha sempre sottolineato la necessità di tutelare l’istituzione del matrimonio come „nucleo fondamentale della società“, riferendosi all’articolo 6 della Costituzione tedesca che ne sancisce la particolare tutela. Anche se l’articolo 6 non definisce cosa sia il matrimonio e/o la famiglia, la chiave di lettura di questa norma è stata finora sempre quella conservatrice. La Corte, infatti, ha sempre ribadito che con matrimonio si intende quello tra due persone di sesso opposto. Ne consegue che, con molta probabilità, anche questa volta i giudici di Karlsruhe dovranno mettere il sigillo sulla nuova legge che prevede un totale riconoscimento dei matrimoni omosessuali. Come decideranno, ovviamente, non si può prevedere.