Il 21 gennaio, a Bonn, un congresso straordinario della SPD – Partito Socialdemocratico Tedesco (Sozialdemokratische Partei Deutschlands) ha votato, a maggioranza dei delegati, a favore dell’avvio dei negoziati con CDU – Unione Cristiano-Democratica (Christlich Demokratische Union Deutschlands) e CSU – Unione Cristiano-Sociale (Christlich-Soziale Union in Bayern), per la formazione del nuovo governo federale di Grande Coalizione (Grosse Koalition, „GroKo“). Il 12 gennaio, dopo cinque giorni di colloqui esplorativi, i Presidenti dei tre partiti – Angela Merkel (CDU), Horst Seehofer (CSU), Martin Schulz (SPD) – hanno siglato un documento programmatico pre-negoziale in 28 pagine, da Martin Schulz, già Presidente del Parlamento Europeo, definito „un manifesto della Germania Europea consapevole della propria responsabilità per la libertà, la democrazia, la coesione e la solidarietà in Europa“.
Emmanuel Macron – Presidente della Repubblica Francese – è tra i sostenitori del rinnovo della Grande Coalizione, in modo da continuare la convergenza europeista tra i due governi, orientata, da parte francese, a un rafforzamento della Eurozona attraverso la istituzione di un proprio Ministero delle Finanze e di un proprio bilancio. Contraria a un’altra Grande Coalizione è Jusos (Jungsozialistinnen in der SPD), la federazione dei Giovani Socialisti, presieduta da Kevin Kühnert, che ha considerato la eventualità controproducente per i Socialdemocratici e ha avanzato critiche al modo in cui sono stati condotti i colloqui con CDU/CSU, a vantaggio di cui, ritiene, siano state approvate troppe concessioni.
Dei 645 delegati di SPD, 362 hanno votato a favore, 279 contro. Alla vigilia una quota ampia del partito si prevedeva fosse ancora indecisa. Il 15 gennaio, il comitato esecutivo della SPD di Berlino ha votato 21 a 8 contro l’avvio dei negoziati mentre in quello del Brandeburgo è prevalso il voto favorevole per 9 a 2. Lo scetticismo dei contrari deriva dalla previsione che una continuazione dell’alleanza di governo con CDU/CSU, presieduta dalla Merkel, forzerebbe la SPD alla rinuncia delle proprie posizioni programmatiche, con effetti elettorali negativi come già avvenuto alla conclusione delle due recenti legislature con l’esecutivo di Grande Coalizione (2005-2009 e 2013-2017), quando alle elezioni seguenti la SPD ha segnato perdite rilevanti (-76 seggi nel 2009; -40 seggi nel 2017). Nelle elezioni legislative federali del 24 settembre 2017, SPD, con il 20.5%, ha conseguito il peggior risultato nelle elezioni per il Bundestag (Dieta Federale) dal 1949. I dati elettorali di CDU e CSU sono stati altrettanto negativi: la CDU, con il 26.8%, ha avuto il secondo peggior risultato storico (dopo il 25.2% del 1949) perdendo 54 seggi; la CSU, che presenta proprie liste solo in Baviera, ha perso 10 seggi. Ha invece segnato un riscontro rilevante AfD – Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland), terzo partito con il 12.6% e 94 seggi.
Il 15 gennaio, i comitati esecutivi di CDU e CSU hanno approvato alla unanimità la proposta di avviare il negoziato con SPD. L’intenzione di rinegoziare quanto stabilito nei colloqui esplorativi, emersa dalle dichiarazioni di alcuni dirigenti Socialdemocratici, ha determinato la reazione della CSU bavarese. „Da sempre i risultati dei colloqui esplorativi sono la base dei negoziati di coalizione, che hanno l’obiettivo di rendere concrete le questioni trattate e renderle efficaci. Non riesco a immaginare che si possano sostanzialmente cambiare i risultati dei colloqui“, ha detto Horst Seehofer.
Dopo il fallimento dei precedenti colloqui esplorativi, svolti da ottobre a novembre 2017, tra CDU, CSU, FDP – Partito Liberale Democratico (Freie Demokratische Partei) e Verdi (Bündnis 90 / Die Grünen or Grüne), la SPD, che subito dopo le elezioni, con Martin Schulz, aveva dichiarato l’intenzione di stare all’opposizione nella legislatura entrante, a seguito degli auspici del Presidente della Repubblica Federale Tedesca, Frank-Walter Steinmeier, ha cambiato la decisione iniziale affermando la disponibilità ad avviare colloqui con CDU e CSU. La complessità della fase di formazione del nuovo Esecutivo e gli effetti sulla politica Europea e in genere internazionale è nelle parole di Sigmar Gabriel (SPD), Ministro degli Esteri del governo uscente, per il quale, a proposito del congresso straordinario di SPD, „il mondo sta osservando quanto accade a Bonn“.
Schulz ha sottolineato quanto ottenuto da SPD nei colloqui esplorativi: investimenti per le infrastrutture (2miliardi di euro per alloggi popolari, 2miliardi per nuove scuole a tempo pieno, 3.5miliardi per asili nido), contributi all’assicurazione sanitaria equamente divisi tra datore di lavoro e dipendente. Non ha invece trovato approvazione la richiesta di SPD, in particolare della sinistra socialdemocratica, di aumento dell’aliquota massima dell’imposta sul reddito (dal 42 al 45%). La CDU/CSU, su iniziativa della CSU, ha ottenuto un limite massimo annuale al numero di rifugiati (200mila). Nella eventualità di un’altra Grande Coalizione, Schulz si è detto intenzionato a impegnarsi per ottenere un riesame del provvedimento dopo due anni. La gestione della immigrazione extracomunitaria è un tema di particolare rilievo nelle scelte correnti degli elettori tedeschi e rappresenta un punto programmatico molto importante per la CSU, in prospettiva delle prossime elezioni per il rinnovo dei seggi del Landtag (Dieta Statale) della Baviera, soprattutto nel confronto elettorale con AfD, che ha posto la questione al vertice del proprio programma.
Nella eventualità di un fallimento del negoziato con SPD rimarrebbero due opzioni: un governo di minoranza, composto soltanto dalla CDU/CSU o con la partecipazione di FDP o Verdi, oppure nuove elezioni. Nessuna delle due opzioni è gradita ad Angela Merkel, che ha detto di voler completare il negoziato con i Socialdemocratici entro il 12 febbraio. Qualora fosse raggiunto l’accordo, è già previsto che i 440mila iscritti al Partito Socialdemocratico siano chiamati ad esprimersi per decidere, in modo definito, sulla partecipazione alla coalizione di governo. Se vi fosse il consenso allora Angela Merkel si presenterebbe al Bundestag per ottenere la maggioranza assoluta necessaria per iniziare il suo quarto mandato alla Cancelleria. Tale sviluppo è previsto si svolga entro marzo. Un arco di tempo di 6 mesi – dallo svolgimento delle elezioni legislative federali all’avvio del nuovo Esecutivo – che sarebbe il più ampio nella storia della Repubblica Federale Tedesca.