La Corte Costituzionale ritiene non punibile l’aiuto dato a chi da malato cronico si è fatto portare all’estero per farsi fare l’eutanasia
Sentenza storica, quella della Consulta italiana che, giorni fa, ha deciso di non punire chi “agevola l’esecuzione del proposito di suicidio di un paziente affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli“. Disposizione che fa ritenere “non punibile” il radicale Marco Cappato il quale aveva acconsentito ad accompagnare in Svizzera per l’eutanasia il cieco e tetraplegico Fabiano Antoniani che non voleva più vivere nelle sue condizioni. Aiuto cui, in Italia ove ciò non è consentito, il codice penale prevede 5 o 12 anni di carcere.
Decisione della Corte Costituzionale, „subordinata“ agli articoli 1 e 2 della legge del 2017 che “tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autode-terminazione della persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge”.
Il decreto giuridico, che „agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile”, non ha valore di legge; quindi, per entrare in vigore, deve essere approvato dal Parlamento al quale é stato trasmesso. Suscitando approvazioni e critiche dei Deputati e Senatori, nonché degli Italiani. Favorevoli o contrari, indipendentemente dal partito cui appartengono o per il quale votano. In effetti, a spingere al “no” è il sentimento religioso che riconosce solo a Dio il potere di dare o togliere la vita agli esseri umani.
Sta di fatto che, arrivata al Parlamento la decisione della Consulta, si sono dichiarati favorevoli i deputati e i senatori dei PD e dei 5S, molti dei quali hanno giustificato il loro parere basato sui dati Istat secondo i quali il 93% degli Italiani è propenso all’interruzione delle cure mediche e all’eutanasia, quando la malattia di cui soffrono è incurabile e comporta molti dolori. Per cui, “lo Stato deve garantire la dignità della vita non la dignità del morire”, come espresso da Mariapia Garavaglia, ex ministro della Salute e membro del Comitato nazionale di Bioetica. Sul tema è necessaria, secondo la presidente dei senatori di Forza Italia, Alessandra Bernini, “una soluzione equilibrata, ed è dovere preciso delle forze politiche, considerare la questione come assolutamente prioritaria“. Ma non favorevole, come espresso dal prof. Alberto Gambino, presidente di Scienza & Vita (Cei) e prorettore dell’Università Europea di Roma, secondo il quale la Corte costituzionale „cede ad una visione utilitaristica della vita umana ribaltando la lettura dell’articolo 2 della nostra Carta che mette al centro la persona umana e non la sua mera volontà, richiedendo a tutti i consociati doveri inderogabili di solidarietà: da oggi non sarà più un dovere sociale impedire sempre e ovunque l’uccisione di un essere umano“.
A ripetere il no all’eutanasia, distinguendola dall’accanimento terapeutico, che afferma “è cosa ben diversa”, è Papa Francesco, convinto che di debba “respingere la tentazione di usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio, causandone direttamente l’eutanasia”.
Giudizio, il suo, che coincide con quella del Cardinale Bassetti, secondo il quale “non esiste un diritto alla morte”. Il credente infatti sa che la morte, come la vita, dipende solo dalla volontà del Padreterno e spera che il Parlamento si renda conto di ciò e, di conseguenza, non approvi l’eutanasia ed assicuri agli operatori sanitari la libertà di scelta. Perché lo Stato deve garantire la dignità della vita non la dignità del morire.
Ciò ha fatto dire a qualcuno: “Cattolici, smettetela di fare pena con le vostre teorie che voi definite sacre”. Ma questo rende veritiera la “deriva anticristiana che affligge il nostro Paese”, come ha scritto giorni fa su Il Giornale Gian Micalessi. Abbandono che fa auspicare l’eutanasia, cioè la scelta della morte che avanza soprattutto nelle società del benessere, ponendo così fine alla vita propria o altrui. Decisione che, in realtà, può sembrare logica ed umana, ma che, invece, è assurda e disumana. Eutanasia e suicidio assistito non è mai dignitoso.