Il Sottosegretario Ricardo Merlo avanti a ritmi sudamericani
Si ripetono le note stampa che raccontano dell’impegno serrato del nostro Sottosegretario MAECI con delega per gli italiani all’estero, Ricardo Merlo del MAIE, Movimento associativo italiani all’estero, per i servizi consolari in America latina, con tanto di apertura, riapertura, rinnovamento e ristrutturazione delle sedi consolari sudamericane.
Olé! Se abbiamo capito bene, il Sottosegretario ha ricevuto dal governo la delega per gli italiani all’estero e non certo la delega per gli “italiani in America latina”. È, infatti, ormai sotto gli occhi di tutti come il politico Merlo si sforzi di restituire ai suoi elettori il favore ricevuto, che è stato quello di dozzine di migliaia di preferenze. Preferenze tutte sudamericane. Il “grazie per la fiducia”, pertanto, va in quella direzione, in direzione pampa argentina. Ed è anche comprensibile, ma solo fino a un certo punto. Il MAIE, nato cresciuto e pasciuto in America latina, sta perdendo ogni possibilità di mettere piede anche nella vecchia Europa con la quale non ha ancora alcuna aderenza. A poco è servito il tentativo di ramificazione sul territorio con le nomine dei coordinatori MAIE nei vari Paesi europei e addirittura la nomina di coordinatori continentali. È fuori dubbio che i portabandiera MAIE s’impegnino a segnalare al vertice del loro partito le tendenze, le esigenze e le attese dei connazionali, che sono poi potenziali elettori, residenti in Europa.
La parola d’ordine al vertice del partito, che poi coincide con la persona di Ricardo Merlo Senatore e sottosegretario agli esteri, sembra essere però, al momento, “prima l’America latina e poi tutto il resto”. Come mai? Beh, una spiegazione ci sarebbe. Non mancano gli annunci che questo Governo, di cui il MAIE in porzione minoritaria è parte, potrebbe avere vita non proprio lunghissima. E allora, vista così, l’azione del sottosegretario deve per forza essere frenetica e concentrata, a ritmo di samba appunto, per dare ai suoi elettori quello che ha ricevuto e cioè la meritata attenzione. E bisogna fare in fretta poiché, una volta caduto il governo, arrivederci MAIE e arrivederci Sottosegretario Merlo. Non è quindi escluso che tutte le azioni, a ritmo di cha cha cha, in America latina siano una sorta di preparazione alla prossima campagna elettorale. I voti MAIE sono lì ed è lì che vanno coltivati. Tra un tempo non molto lontano, il Senatore Merlo potrebbe dover tornare nelle piazze di Buenos Aires per dire: vedete? Ho fatto in poco tempo quel che ho potuto, per voi miei cari aficionados!
Comunque se Ricardo Merlo, el Senador, hombre mucho latino americano, non ascolta i delegati del suo MAIE sparsi sul vecchio continente (ad eccezione della Gran Bretagna con l’annuncio di riapertura di un ufficio consolare a Manchester, dove però è la Brexit a fare correre tutti ai ripari, e l’esotica Tenerife per togliere la polpetta dal piatto al PD della Senatrice Garavini) questi sono affari suoi e del suo partito.
Non sono più affari suoi se non ascolta Comites, CGIE e tutte le forme organizzate delle collettività italiane in Europa. Ultimo esempio che ci riguarda da vicino è la Germania. Nel mese di marzo il Senatore Merlo era a Berlino. Per tutti un sorriso, per tutti una frase di comprensione. Fatti, però, uguali a zero. Nessuna risposta alle lettere dei presidenti Comites Ferro e Di Rosa. Nessuna risposta agli allarmi sui servizi consolari lanciati dall’Intercomites nella persona del Coordinatore Tommaso Conte. I due presidenti Comites di Francoforte e Saarbrücken avevano chiesto una soluzione rapida per il consolato onorario nel Saarland, che Calogero Ferro, Presidente Comites di Francoforte ha definito uguale “a un buco nero, come quello fotografato recentemente nel profondo dello spazio”. Il presidente del Comites di Norimberga definisce “un imbroglio” il consolato onorario impiantato nella sua città. Per Saarbrücken è stato chiesto il semplice distacco di personale per tappare i buchi nei servizi consolari.
Al Sottosegretario Merlo è stato fatto presente che nella Saar non deve flirtare (come ha fatto ultimamente a braccetto con il direttore generale MAECI Vignali in America latina) né rimodernare locali per la sede consolare poiché in quel Land un governo regionale già li ha messi a disposizione degli italiani già attrezzati e a costo zero. Risultato “manco por la capeza”, detta in spagnolo casareccio, ed è un peccato perché con una telefonata il Senatore avrebbe potuto disporre il collocamento in quel Land di poche unità di personale al servizio di oltre 35.000 italiani che gli sarebbero stati molto grati, altrettanto grati come gli italiani dell’America del Sud. Anche il Saarland ha naturalmente un rappresentante MAIE e non si capisce se riuscirà mai a far comprendere al suo capo quanto sia importante la partita in quella parte e in altre zone della Germania. La partita del MAIE nel frattempo si gioca in America e l’America è lontana, anche dai nostri problemi nel cuore della vecchia Europa.