Nella foto: Alcide De Gasperi. Foto di ©P.d.C.d.M.

Settant’anni dopo, l’Italia ricorda Alcide De Gasperi

Nel settantesimo anniversario della sua morte, l’Italia rende omaggio ad Alcide De Gasperi, un uomo che ha lasciato un segno indelebile nella storia del Paese e dell’Europa. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un discorso toccante, ha onorato la memoria del grande statista, riconoscendone il contributo fondamentale alla costruzione della democrazia italiana e al consolidamento di un ordine internazionale basato sulla pace e sulla giustizia. “A settant’anni dalla sua morte, la Repubblica rende omaggio ad Alcide De Gasperi, uno dei suoi Padri fondatori, onorandone lo straordinario contributo alla causa della libertà, alla costruzione della democrazia e di un ordine internazionale pacifico e più giusto”, ha dichiarato Mattarella.

Nato il 3 aprile 1881 a Pieve Tesino, allora parte dell’Impero Austro-Ungarico, Alcide De Gasperi crebbe in un contesto multiculturale e complesso, che avrebbe influenzato profondamente la sua visione politica. La sua formazione culturale e politica si svolse in un’epoca in cui il Trentino era una terra di confine, attraversata da tensioni nazionali e linguistiche. De Gasperi difese con tenacia l’italianità del suo popolo, ma sempre con un rispetto profondo per la dignità e i diritti di tutte le comunità. Questo suo impegno lo portò a divenire un sostenitore convinto di un’Europa unita, capace di superare i nazionalismi che avevano portato a due guerre mondiali.

De Gasperi iniziò la sua carriera politica nel Parlamento austro-ungarico, rappresentando gli interessi degli italiani del Trentino. Dopo l’annessione del Trentino all’Italia al termine della Prima Guerra Mondiale, egli si affermò come una delle figure di spicco del Partito Popolare Italiano. Tuttavia, l’avvento del fascismo lo costrinse a ritirarsi dalla vita politica attiva e a subire persecuzioni, inclusa la carcerazione. Durante gli anni bui della dittatura, De Gasperi non abbandonò mai i suoi ideali democratici, mantenendo viva la speranza di un’Italia libera e democratica.

La fine della Seconda Guerra Mondiale segnò l’inizio di una nuova era per De Gasperi. Come fondatore della Democrazia Cristiana, fu chiamato a guidare l’Italia nella difficile fase della ricostruzione post-bellica. Sotto la sua leadership, l’Italia riuscì a riacquistare la sua dignità internazionale, nonostante le pesanti eredità lasciate dal fascismo e dalla sconfitta bellica. De Gasperi fu il protagonista di delicati negoziati internazionali, che portarono a una revisione delle dure condizioni imposte all’Italia dai trattati di pace. Tuttavia, il percorso non fu privo di ostacoli.

Uno degli episodi più emblematici della sua determinazione fu il viaggio a Parigi nel 1946, in occasione della Conferenza di Pace. De Gasperi, con l’onere di rappresentare un’Italia sconfitta e moralmente provata dal fascismo, si trovò di fronte a un’accoglienza glaciale. Gli Alleati, ancora diffidenti e poco inclini a considerare l’Italia come un interlocutore, lo fecero attendere diversi giorni prima di concedergli la possibilità di prendere la parola. Questo atteggiamento rifletteva il disprezzo e la sfiducia nei confronti di un Paese che, agli occhi del mondo, era ancora associato all’ombra del fascismo e del nazismo. Tuttavia, De Gasperi non si lasciò scoraggiare e, quando finalmente gli fu concesso di parlare, pronunciò un discorso di grande dignità e fermezza, difendendo il diritto dell’Italia a essere trattata con rispetto e chiedendo condizioni di pace che non umiliassero ulteriormente il Paese.

De Gasperi fu una figura chiave anche nell’adesione dell’Italia all’Alleanza Atlantica, un passo fondamentale per il consolidamento delle democrazie occidentali durante la Guerra Fredda. Ma De Gasperi è ricordato soprattutto come uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, avendo avviato quel processo di integrazione che ha portato alla nascita delle istituzioni europee moderne. Per De Gasperi, l’Europa unita non era solo un progetto politico, ma una necessità morale, un baluardo contro il ritorno dei totalitarismi e delle guerre.

Nel suo discorso commemorativo, il Presidente Mattarella ha voluto sottolineare come l’eredità di De Gasperi sia ancora viva e attuale. “Le sue abilità di statista – sottolinea Mattarella – si rivelarono impareggiabili all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, dove in seno a complessi negoziati internazionali, seppe raggiungere equilibri che affermarono nuovamente la dignità dell’Italia gravemente compromessa dalla dittatura”. De Gasperi non solo riuscì a risollevare un Paese devastato dalla guerra, ma gettò le basi per un’Italia democratica, libera e integrata in una comunità internazionale fondata sulla cooperazione e sulla pace.

L’Italia e l’Europa devono molto ad Alcide De Gasperi. A settant’anni dalla sua scomparsa, il suo impegno per la libertà, la democrazia e l’unità europea rimane un faro per le generazioni future, un esempio di come la politica possa essere al servizio del bene comune e della dignità umana.