Ursula Von der Leyen e il mistero delle dosi di vaccino
Ursula Von der Leyen annuncia che vuol fare il bis a capo dell’Europa, ma forse gli europei vorrebbero da lei anche qualche maggiore chiarezza. Quando si parla di corruzione raramente si pensa a Bruxelles, eppure certi episodi ci dovrebbero insegnare che è ora di controllare meglio cosa succede ai vertici dell’Unione Europea. Tre gli aspetti fondamentali: la scelta politica di privilegiare i grandi colossi della finanza, dell’agricoltura, dell’industria, dell’energia rispetto alla platea delle piccole e medie imprese, l’altra scelta strategica di follie “green” che anche qui vanno a vantaggio solo di alcuni specifici gruppi e ai danni degli interessi dei cittadini (il tutto pur ammantato da vantaggi ambientali a volte discutibili o nulli se non intrapresi a livello globale) e infine la gestione delle emergenze, come quella della pandemia e relativo acquisto dei vaccini.
Si riparla ultimamente di Vaccini e situazioni annesse, perché la maledizione del COVID sembra continuare ad aleggiare sui cieli europei. Mentre il parlamento italiano ha finalmente votato nelle scorse settimane – suscitando le ire di Conte e Speranza – l’avvio di una commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia, anche a seguito delle indagini della Procura di Bergamo, si riapre la questione vaccini. Non solo sulle polemiche sull’opportunità delle vaccinazioni di richiamo, ma sui costi di acquisto dei vaccini e soprattutto sugli enormi sprechi che sembrano siano connessi a decisioni europee assurde, sempre coperte da un estremo riserbo che rasenta l’omertà. In poche parole, centinaia di milioni di dosi devono essere ora distrutte perché in scadenza, dosi inutilizzate ma che erano costate somme imponenti e di cui si è continuato l’acquisto anche quando era evidente che non sarebbero mai servite, tra l’altro poiché non più in grado di combattere i nuovi ceppi di virus man mano scoperti. Alla luce dei sospetti sulle conseguenze a lungo termine delle vaccinazioni, in molti ora non vogliono oltretutto più vaccinarsi temendo che il vaccino Pfizer possa essere stato almeno concausa di molte neo-patologie, eppure l’Europa ha continuato a comprarne milioni di dosi sempre più inutili. Così i magazzini – come ha documentato in TV una recente inchiesta di Report – sono straboccanti di dosi ormai in via di scadenza. Qui sta un punto centrale: L’UE aveva obbligato ad acquistare i vaccini Pfizer con contratti rimasti segreti per anni nonostante le pressioni, le proteste e le denunce di diversi parlamentari europei. Acquisti, appunto, a costo “segreto” e decisi (sembra un film, ma è realtà) direttamente dalla presidente Ursula Von der Leyen tramite SMS ed intese dirette con la Pfizer. Adesso si pone addirittura il problema di pagare per lo smaltimento delle dosi inutilizzate visto che – per esempio – in Italia su una platea di 18 milioni di cittadini potenzialmente “fragili” solo 2,1 milioni hanno accettato di vaccinarsi per i richiami. Risultato: 21 milioni di dosi comprate (pagate in media circa 15,5 euro l’una) ma rimaste inutilizzate, e man mano da eliminare per scadenza. Ma anche solo conservare i vaccini costa e – sempre secondo Report – si parla di 370.000 euro al mese solo per lo stoccaggio e la conservazione, ovvero più di 4 milioni di spese all’anno sostanzialmente per nulla.
Lo stesso sta avvenendo in tutti i paesi dell’Unione in una vicenda che ha tutte le caratteristiche dell’imbroglio visto che l’UE avrebbe acquistato senza gara 4,2 miliardi di dosi, che a circa 15 euro l’uno sono 60 MILIARDI, il doppio di una legge finanziaria italiana.
Dal 2021, secondo la testata online Politico.eu, sarebbero già state distrutte circa 215 milioni di dosi, 0,7 per ogni cittadino europeo, anche se alcuni paesi come la Francia non hanno fornito i propri dati e quindi probabilmente le fiale scartate sono state anche di più. Visto che gli acquisti sono stati una decisione “politica” e non sono mai stati forniti i prezzi effettivi delle fiale per la presunta necessità di segretezza, il parlamento europeo e la Corte dei conti europea – dopo molti dibattiti poco pubblicizzati dai media – hanno comunque iniziato le indagini per verificare la regolarità del rapporto UE-Pfizer. Una vicenda che assume tutti i connotati del giallo se si considera che la scelta di fondo di eliminare i concorrenti di Pfizer ha un risvolto politicamente piccanti visti i passati rapporti personali del marito di Ursula Von der Leyen con la multinazionale americana che dall’operazione-vaccini ha guadagnato una montagna di miliardi con contratti e prezzi, sembra, fissati via SMS tra la stessa presidente e la Pfizer, messaggi ora ufficialmente introvabili. Qui va bene la frase tratta dall’Amleto di William Shakespeare: C’è del marcio in Danimarca…” e noi diremmo: “C’è del marcio in Europa…”. Va ricordato come sia stata proprio la Von der Leyen ad accentrare su di sé le decisioni imponendo la segretezza e sostenendo che pubblicizzare informazioni commerciali avrebbe potuto danneggiare l’azienda americana. Le indagini hanno fatto emergere molte zone d’ombra arrivando alle denunce pubbliche del New York Times all’ Unione Europea accusata di nascondere i fatti. Chi ha buona memoria ricorderà che la concorrenza a Pfizer fu di fatto azzerata anche per le forsennate campagne di stampa che sottolineavano i potenziali effetti collaterali dei vaccini prodotti dai suoi concorrenti (come AstraZeneca), che peraltro proponevano costi infinitamente inferiori a Pfizer (con rapporti anche di 1/20, ovvero 20 vaccini AstraZeneca costavano come un solo vaccino Pfizer), vaccini usati in tutto il mondo ma non in Europa, diventata monopolio Pfizer. Mentre ora emergono progressivamente – non più negabili – anche effetti collaterali degli stessi vaccini Pfizer, perché si era arrivati a quelle scelte e perché troppe forniture decise quando l’epidemia stava già nettamente calando e portando così alla beffa finale di milioni di dose pagate ed ora da buttare? Fatti sconcertanti e senza risposta per un tema che, in vista delle elezioni europee, tornerà sicuramente di attualità anche perché, se la Von der Leyen vuole ricandidarsi alla guida europea non dovrebbe prima chiarire queste vicende?