All’estero per il momento vale: buona notte e sogni d’oro!
Prendiamo lo spunto dall’ultima lettera giunta in redazione e che tocca l’argomento della mancata possibilità di ricevere la carta d’identità elettronica, sia dai consolati sia dai propri comuni d’iscrizione AIRE.
Al momento vale: sei residente all’estero? E allora attaccati al tram.
Non puoi ricevere un documento d’identità di ultima generazione che sia regolarmente riconosciuto dai paesi dell’unione Europea!
Il lettore Thomas Di Napoli di Heidelberg ci scrive:
“sempre più frequentemente la “vecchia” carta d’identità italiana, non elettronica, viene in BW (n.d.R. Baden Würtemberg) e probabilmente anche altrove accettata di malavoglia se non addirittura rifiutata come documento di riconoscimento”. Riferendosi a delle non meglio specificate normative europee, “diverse banche, Post- o Bürgerämter contestano la validità di questi documenti d’identità di tipo cartaceo mentre allo stesso tempo i Consolati Italiani non sono (ancora) predisposti al rilascio dei nuovi documenti elettronici ai residenti all’estero, iscritti AIRE. Questo stato di cose crea un notevole disagio sia a me che a molti connazionali: sarebbe magari ideale, da parte Vostra, pubblicare sul Corriere d’Italia un articolo al riguardo, possibilmente insieme alla presa di posizione del Consolato su questa problematica e sul come intende risolvere questa spiacevole situazione. Ringraziando per l’attenzione, Thomas Di Napoli, Heidelberg”
Caro Lettore, seguiamo il consiglio e torniamo su un argomento che il nostro giornale ha già affrontato diverse volte. E visto che la soluzione non sembra arrivare, volentieri pubblichiamo questo nostro articolo con l’augurio di “buona notte e sogni d’oro!”.
Buona notte, poiché l’amministrazione statale, che dovrebbe garantire a ogni cittadino italiano il riconoscimento e la possibilità di circolazione all’interno dell’Unione Europea con un documento accettato dai governi di questi Paesi, sembra veramente dormire.
Se partiamo dal presupposto che è interesse dello Stato -e quindi anche dovere dello Stato- fornire ai propri cittadini documenti d’identità validi per il proprio territorio e per l’Unione Europea, possiamo facilmente affermare che in questo caso, e come spesso capita, lo Stato nei confronti degli italiani all’estero è dormiente. E siamo convinti che non si tratti di una questione di Governo.
Lo Stato dovrebbe, infatti, essere una macchina che offre servizi, tutela e garanzie ai propri cittadini indipendentemente dal Governo in carica. E noi, che viviamo in Germania, lo sappiamo benissimo. Noi, che viviamo in Germania, sappiamo benissimo che se al Governo c’è la Signora Merkel, o il Signor Schulz, io la macchina la posso immatricolare nel giro di poche ore, il mio “Personalausweis” me lo danno nel giro di pochi giorni, come tutte le altre prestazioni che la pubblica amministrazione mi deve. Ecco la differenza, che forse è sostanziale, tra la concezione dello Stato in Germania e la concezione dello Stato che regna in Italia. L’Istruzione, la Giustizia, la tutela dei minori, i diritti amministrativi del cittadino, sono principi a sé stanti e indipendenti dalla guida politica della società. È bizzarro leggere una nota come questa diffusa dall’Agenzia AISE: “Ieri abbiamo approvato all’unanimità la mia risoluzione a Commissioni congiunte Esteri e Affari Costituzionali alla presenza del Sottosegretario Stefano Candiani per sostenere il Governo sulla realizzazione della carta di identità elettronica anche per gli Italiani all’estero”. Così Simone Billi, deputato della Lega eletto in Europa. “La carta di identità in versione cartacea, facilmente falsificabile, è ormai ampiamente superata e viene talvolta contestata in alcuni Paesi esteri e alla frontiera, risultando particolarmente problematica per gli italiani residenti all’estero”, annota Billi, che aggiunge: “questa risoluzione votata all’unanimità dimostra l’interesse del Governo e di tutto il Parlamento per noi italiani all’estero, diversamente dal passato, quando i Governi e il Parlamento a maggioranza di Sinistra non hanno mai prestato una vera attenzione a noi italiani all’estero, finalmente “Italian First” anche per noi all’estero”.
Sostenere il Governo sulla realizzazione della carta d’identità elettronica? Italian first, anche per noi all’estero? Ma di cosa stanno parlando?
Il rilascio di un documento d’identità e di viaggio a ogni cittadino, in Italia o all’estero, dovrebbe essere un fatto normale in un Paese civile. Un fatto normale che non dovrebbe occupare “Commissioni congiunte” alla presenza di sottosegretari e soggetti simili. E torniamo a noi italiani di Germania. Vi pare mai di dover leggere che una commissione parlamentare al Bundestag si stia occupando dei Personalausweise? Ecco. Finché sarà necessario ricorrere ai politici per risolvere problemi che l’amministrazione statale dovrebbe poter risolvere da sola, in automatico, e allora stiamo freschi. E se poi pensate che per avere al momento una carta d’identità cartacea, che serve a poco e niente, da un qualsiasi consolato, possono trascorrere anche tre mesi e allora stiamo ancora più freschi. Continuiamo ad aspettarci dal politico di turno una soluzione che in uno Stato moderno dovrebbe essere fuori dai giochi dei partiti politici.
Si tratta, infatti, di una questione tecnica, burocratica, amministrativa. E finché le soluzioni sono affidate alla politica e allora continuiamo a stare freschi.
La Politica, con la “P” maiuscola sa fare certamente di tutto, tranne che trovare soluzioni pratiche, tecniche e veloci. Lo dimostra anche la dichiarazione del Signor Billi Simone che della carta d’identità elettronica ne fa una questione di “destra” e di “sinistra”. Il cittadino dovrebbe essere sempre al centro. Mai a destra e mai a sinistra. Al centro, s’intende, dell’attenzione dello Stato.