Risposta dell’on. Schirò al Fatto Quotidiano
L’11 settembre scorso è comparso sul giornale di tiratura nazionale IL FATTO QUOTIDIANO un articolo firmato da Lorenzo Giarelli in cui si elencavano i casi di assenteismo cronico di numerosi parlamentari eletti all’estero che però si mostravano attivissimi nella campagna per il No al referendum. Fra questi erano nominati Mario Alejandro Borghese (Argentina), Fausto Longo (Brasile), Fucsia Nissoli (Nord e Centroamerica), Luis Lorenzato (Brasile), e la nostra Angela Schirò (Centroeuropa).
Ricordiamo che, secondo il nuovo ordinamento che oggi sappiamo definitivamente approvato dal referendum, a partire dalla prossima legislatura il numero dei deputati all’estero viene tagliato da 12 a 8, e quello dei senatori da 6 a 4, con una perdita netta di 6 poltrone in tutto. Così i parlamentari eletti all’estero si sono schierati compatti per il NO. I loro argomenti erano del tipo: “È una riforma finta, un inutile taglio alla rappresentanza, un gravissimo colpo contro gli italiani all’estero, una violazione della democrazia”, ecc.
A proposito dell’articolo di Giarrelli, ci è pervenuta la risposta dell’on. Schirò in cui essa a sua volta attacca IL FATTO QUOTIDIANO accusandolo di calunnie e bassezze ai danni dei parlamentari esteri. Riassumiamo in breve i punti contenuti nel suo scritto, precisando che essi si riferiscono soltanto all’onorevole Schirò, e non gli altri suoi colleghi esteri, dei quali fino al momento attuale non c’è nota alcuna presa di posizione.
Per prima cosa l’on. Schirò fa notare che il lockdown ha obiettivamente ostacolato per tutta la sua durata la sua libera circolazione isolandola nella sua residenza estera (vive a Karlsruhe). Essa però non ha mai cessato la sua partecipazione a distanza, seguendo costantemente nel suo Home Office i lavori parlamentari, soprattutto quelli delle commissioni, intervenendo più volte in diverse situazioni, come chiunque può constatare sul suo sito. Inoltre essa ha continuato ininterrottamente la sua attività in loco, promuovendo e partecipando a decine di incontri, conferenze e iniziative politiche del suo partito (PD).
Passato il lockdown, fino al 14 luglio l’on. Schirò è stata affetta da problemi di salute, malgrado i quali è riuscita a presentarsi personalmente alle votazioni di luglio e di inizio settembre alla camera. I rappresentanti del PD (Fassino, Delrio, Quartapelle ecc.) si sono schierati con lei manifestandole la loro solidarietà.