Nel suo saluto di auguri per il capodanno, il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani ha ricordato quali avvenimenti decisivi ci attendono per il 2019. Prima di tutto, le elezioni del nuovo parlamento di Bruxelles che sono fissate fra Lisbona ed Helsinki da giovedì 23 a domenica 26 maggio prossimo. In Italia ed in Germania si è scelta la data di domenica 26. In Italia vale la vecchia legge elettorale del 1979 basata sul proporzionale puro, ma con una soglia di sbarramento del 4%. Il territorio nazionale sarà diviso anche stavolta in 5 circoscrizioni: Nordovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia), Nordest (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna), Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio), Sud (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria), ed Isole (Sicilia, Sardegna).
Come al solito, gli italiani residenti in Germania hanno l’opzione di votare al seggio tedesco per candidati tedeschi, oppure al seggio italiano per candidati italiani, ma non per entrambi. Per la stragrande maggioranza dei nostri connazionali il seggio tedesco è molto più facilmente accessibile, poiché i seggi italiani organizzati dai vari consolati saranno necessariamente pochi e sparsi sul territorio in una rete a maglie molto larghe. Attualmente non risulta che si siano già prese decisioni organizzative precise su questo punto. I connazionali che sceglieranno di votare nel seggio italiano, dovranno far bene attenzione a votare per la circoscrizione di loro appartenenza, e non per un’altra. Questo lo decide la sua residenza AIRE.
Chi è domiciliato a Bagnara Calabra, ad esempio, può solo votare per la circoscrizione Sud, chi invece ha il domicilio a Bagno di Romagna, solo per il Nordest. Le schede raccolte saranno poi fatte confluire a Roma ad opera dei diversi consolati. Mentre sono in corso le grandi manovre per la definizione dei capilista, non ci resta che aspettare perché la situazione si chiarisca; il nostro giornale darà in seguito informazioni più dettagliate appena disponibili. Tajani ha sottolineato nel suo breve indirizzo come la partecipazione della popolazione alle elezioni europee sia di fondamentale importanza. In una democrazia moderna basata sulla rappresentanza parlamentare, un parlamento eletto solo da un piccolo percento della popolazione perderebbe di rappresentatività e quindi di autorità. Al limite, parrebbe delegittimato. Tajani ha ricordato che quel Parlamento è l’unica istituzione europea democraticamente eletta. Tutto il resto, come si sa, è un groviglio inestricabile di commissioni, lobby e burocrazia, che un comune cittadino non può minimamente influenzare con il proprio voto.
Indebolire il Parlamento Europeo significa quindi rafforzare “quelli là”. Tajani ha riconosciuto che molti cittadini europei si sentano raggirati, ma astenersi per protesta non sarebbe la soluzione adeguata. Fare un Aventino non ha mai giovato alla democrazia: l’Europa deve cambiarsi, ma non deve venire distrutta. Il nuovo Parlamento resterà in carica come al solito per 5 anni, ma Il numero dei deputati da eleggere, questa volta, è stato ridotto da 751 a 705 come conseguenza della Brexit. Questo sarà l’altro avvenimento decisivo del nuovo anno ed è fissato per il 29 marzo. In seguito a ciò l’Italia si classifica in terza posizione nell’emiciclo di Bruxelles con 76 seggi a lei destinati, contro i 79 della Francia ed i 96 della Germania.
Ciò malgrado la lingua italiana non viene riconosciuta come lingua ufficiale. Una situazione paradossale: nel prossimo parlamento europeo non ci saranno più inglesi, anche se si continuerà a parlare l’inglese.