La Commissione europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva sulle acque potabili che vuole spingere gli Stati membri a puntare sulle acque dei rubinetti: più acque pubbliche nelle città e maggiore qualità dell’offerta nelle abitazioni in modo da ridurre drasticamente l’abuso di acqua in bottiglie di plastica.
La nuova campagna di contrasto all’inquinamento e allo spreco di risorse lanciata dall’Unione Europea dovrà essere obbligatoriamente recepita negli ordinamenti giuridici nazionali e dovrebbe riscrivere completamente le normative sulle acque potabili.
Le nuove disposizioni intendono migliorare nettamente gli standard qualitativi della rete di distribuzione idrica. Si intende intervenire a livello infrastrutturale, con un ammodernamento della rete, cosa che dovrebbe garantire anche maggiori posti di lavoro, oltre che l’accesso all’acqua potabile ad un maggior numero di persone.
Il meccanismo non sarà quello di imporre ma quello di invogliare e cambiare la mentalità dei cittadini europei su questo tema. Si prevedono campagne di sensibilizzazione per incoraggiare i gestori di ristoranti e bar a offrire acqua del rubinetto in caraffa anziché vendere quella minerale in bottiglia, per esempio.
L’acqua diventerà un bene e diritto di tutti, a casa e nei luoghi pubblici e Bruxelles si impegnerà a garantire l’accesso all’acqua potabile per tutti i cittadini, con particolare attenzione alle zone e utenze più periferiche e vulnerabili. I distributori saranno obbligati a rendere trasparenti informazioni su consumi, struttura dei costi addebitati in bolletta e prezzo al litro e dovranno essere fornite anche maggiori informazioni nutrizionali e qualitative. In particolare la Commissione vuole introdurre 18 nuovi parametri nei criteri per stabilire la sicurezza dell’acqua. Sono state implementate nella Direttiva le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità per ridurre la presenza di batteri patogeni e virus, come pure la presenza di sostanze nocive come uranio, micro cistine algali, legionella, clorati e altri ancora. Queste modifiche dovrebbero garantire una riduzione del rischio da consumo dall’attuale 4 all’1%. Secondo le stime effettuate da Bruxelles questa rivoluzione nel modo di consumare l’acqua dei cittadini europei dovrebbe garantire un risparmio complessivo di circa 600 milioni di euro, oltre a ridurre il consumo di acqua in bottiglie inquinanti di quasi il 20%. Con l’aggiornamento della direttiva sull’acqua potabile, la Commissione aggiunge un importante tassello sul piano legislativo al percorso verso l’attuazione della strategia dell’ EU sulla plastica, presentata il 16 gennaio 2018.
Una migliore gestione dell’acqua potabile scongiurerà perdite d’acqua evitabili e contribuirà a diminuire l’impronta di CO2, uno degli obbiettivi 2030 di sviluppo sostenibile e tra gli obiettivi dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.
L’Italia è attualmente ai vertici della classifica mondiale sia per consumo totale, che per consumo pro capite di acqua in bottiglia. Siamo, infatti, secondi a livello mondiale e primi in Europa per consumo pro capite, con 243 litri di acqua in contenitori inquinanti annui. Si stima che negli oceani finiscano 8 milioni di tonnellate di plastica all’anno, pari a un camion ogni minuto!!
Questi dati allarmanti hanno spinto diversi ricercatori a cercare di trovare soluzioni alternative alla plastica per contenere l’acqua. Una soluzione innovativa, ideata da un team di ingegneri inglesi, è “Ohoo”, una capsula d’acqua, commestibile, biodegradabile, economica e piacevole alla vista e al tatto. Costituita da una doppia membrana gelatinosa, composta da una mistura di alginato di sodio, ricavato da alghe marine, e di cloruro di calcio, la sfera può essere riempita da qualsiasi liquido, con capienza di 250ml e può essere facilmente ingerita in un sol boccone. È inoltre igienica, perché va sbucciata da un primo strato di membrana gelatinosa, prima di poter essere ingerita. Per produrle si sfrutta la tecnica della gelificazione (usata in cucina), che consiste nel trasformare una sostanza liquida in un gel attraverso l’aggiunta di un agente gelificante. Il processo non è neppur oneroso visto che il costo di produzione di una singola bolla è di soli 2 centesimi. Ooho potrebbe arrivare sul mercato entro un anno.
In attesa del prototipo finale, sono diverse le iniziative che si impegnano a ridurre la quantità di rifiuti nelle acque dei nostri mari: da composti di materie plastiche trasformati in pannelli per costruire case, economiche e resistenti, alle confezioni di birra che diventano cibo per i pesci; tante idee geniali per gli animali e per l’ambiente.