Nuova svolta nel caso giudiziario che vede ancora coinvolta Marinella Colombo nella lotta per ottenere la custodia dei suoi due figli Leonardo e Niccolò. La donna milanese è tornata, infatti, in Germania il 21 febbraio e ha prelevato i due figli avuti dal matrimonio con l’ex marito tedesco Tobias Ritter.
Un gesto estremo, quello del rapimento, dopo che i figli le erano stati portati via lo scorso 8 maggio, attraverso l’applicazione di una sentenza emessa dal Tribunale dei Minori di Milano. Era stato disposto, senza preavvisare la madre, né il suo legale, il prelievo dei due figli Niccolò, 8 anni, e Leonardo, 11 anni, direttamente dalla scuola milanese dove avevano cominciato ad andare, prima di essere riconsegnati alle autorità tedesche e, infine, riportati in Germania dal padre.
Da allora più nessuna notizia per la madre: nessun possibilità di vedere i suoi figli, né di contattarli telefonicamente. Nonostante decine e decine di azioni legali e politiche, (quasi una decina sono state le interrogazioni parlamentari a cui non c’è stata alcuna risposta, ndr), siano state intraprese dalla signora Colombo per avere giustizia, nessun segnale di cambiamento è arrivato. In quello che appare sempre più non solo come una contesa di figli, ma come una vera e propria “resistenza” allo Jugendamt. Si tratta dell’ufficio tedesco preposto ai servizi sociali che ha il compito di verificare il benessere dei minorenni. Sebbene sia riconosciuto il lavoro notevole nei casi di abusi, maltrattamenti e violenze sui bambini, molte sono le associazioni internazionali (ad esempio il Ceed, www.jugendamt-wesel.com/CEED_it.htm), che considerano la sua attività piuttosto controversa: la tendenza a impedire che bambini nati in Germania da un genitore tedesco e uno straniero lascino il Paese, secondo il Ceed, è stata denunciata in centinaia di petizioni al Parlamento europeo, al Consiglio d’Europa e alle Nazioni Unite.
La svolta “extragiudiziale” è proprio di questi giorni. A inizio 2010, Marinella Colombo da conoscenti apprende che i figli vivono in uno stato di evidente prostrazione psico-fisica e da qui la decisione ancora più drammatica: il rapimento e la fuga, secondo le prime ricostruzioni, verso la Polonia.
“La decisione di Marinella Colombo è stata quella di una madre disperata” che non vede i suoi figli e non ha più loro notizie da mesi. A sostenerlo è il legale della Colombo, Laura Cossar. “Che cosa poteva fare, dopo un anno di assoluto immobilismo da parte delle istituzioni?”, si chiede ancora il legale.
Con tutta probabilità, sarà spiccato un mandato di cattura europeo che andrà ad aggiungersi a quello che raggiunse Marinella Colombo nei mesi scorsi e che l’aveva portata in carcere per un giorno, dopo che aveva portato i figli in Italia.
La vicenda è talmente fitta. Che vale la pena fare ancora un passo indietro per ricostruirla senza omissioni. È il 2006 quando Marinella Colombo e Tobias Ritter si separano. I figli, Leonardo e Nicolò, sono in affido congiunto con residenza principale presso la madre, a Taufkirchen, nei pressi di Monaco di Baviera. A inizio 2008 alla signora Colombo viene offerto il trasferimento a Milano per lavoro. Causa? La ditta, dove lavora a Monaco, chiude; aprendo però una sede nel capoluogo lombardo.
A quel punto la signora Colombo avvia le procedure legali per avere il permesso di trasferirsi con i bambini in Italia. Nella dichiarazione che scrive al tribunale tedesco, si impegna a portare i figli una volta al mese a Monaco dal padre e a permettergli di visitarli a Milano. Nel frattempo, il tribunale aveva nominato due curatori dei figli, funzionari legati allo Jugendamt, con il compito di garantire il bene dei bambini. Nel giugno 2007 la richiesta di trasferimento viene respinta, così come accade con il ricorso presentato da Marinella Colombo alla Corte d’Appello.
Non va, però, trascurato il fatto che il tribunale di Monaco, mentre i figli sono in vacanza col padre, chieda all’Interpol “preventivamente” di emettere un mandato d’arresto internazionale per sottrazione di minori, a carico di Marinella Colombo ancora ignara di questo atto “preventivo” del tribunale tedesco. Dopo Qualche mese la donna decide, secondo coscienza di lasciare la Germania, convinta che tramite la giustizia italiana potrà far emergere con chiarezza e con correttezza l’effettivo stato delle cose.
La permanenza in Italia, compreso di un giorno di prigione (e a seguire la firma quotidiana obbligatoria in Questura), dura pochissimo: il 9 dicembre il giudice Gora rende esecutivo con un decreto la richiesta tedesca di rimpatrio dei ragazzi. Marinella Colombo fa un ultimo tentativo di mediazione per far sì che i figli possano avere una vita serena, ma il marito chiede l’immediata esecuzione del decreto e il 9 maggio i ragazzi vengono riportati, senza alcun preavviso, in Germania.
Il resto è cronaca di questi giorni, con Marinella Colombo che, dopo essere stata privata per nove lunghi mesi dei suoi figli, si è decisa a tornare in Germania a riprendersi, illegalmente, i suoi figli per poi scappare all’estero. “Se davvero, come sembra, si trova in Polonia – spiega ancora il suo avvocato, Laura Cossar – è al riparo da una richiesta di estradizione perché la Polonia non la concederà alla Germania”. La storia, dunque, non finisce qui. Anzi il prossimo 17 marzo sarà la Corte di Cassazione italiana ad aggiungere un altro tassello al caso di Marinella Colombo.