A sostenerlo è il Coordinamento degli impiegati a contratto degli istituti Italiani di Cultura – Cristina Rizzotti (Stoccarda), Nicola Fresa (Amburgo) e Beppe Scorsone (Monaco di Baviera) – che ha inviato una lettera al Ministro degli Esteri Frattini in cui si sottolinea, tra l’altro, che "tutti i tagli di cui parliamo sono strutturali (per capirci: per sempre) e non congiunturali come per altre categorie del Mae (solo per il 2012)".
La lettera – che qui riportiamo – ha per oggetto "Tassazione degli stipendi del personale a contratto del degli Affari Esteri".
"Gentile Ministro On.le Frattini, la categoria del personale a contratto del Suo Ministero , è quella che, sia percentualmente che in termini assoluti, a decorrere dall’1.1.2012, verrà maggiormente penalizzata a livello economico, poiché chiamata a pagare sulle proprie retribuzioni il contributo più consistente in ambito dei tagli ai dicasteri previsti dalle recenti misure di risparmio. La cosiddetta “Manovra d’agosto” produrrà di fatto per i dipendenti in parola, a seguito dell’innalzamento del 25% della loro base imponibile, un maggior prelievo fiscale, che non sarà circoscritto al solo 2012 – come avvenuto per le indennità del restante personale -, bensì, dopo una fase di transizione, andrà a regime dall’1.1.2013 . L’applicazione del nuovo imponibile agli stipendi dei dipendenti a contratto determinerà inesorabilmente un più alto gettito fiscale anche a seguito del passaggio alle nuove aliquote.
A ciò è necessario aggiungere il maggior prelievo fiscale, che verrà altresì operato dagli Uffici delle imposte dei paesi esteri, ai quali i dipendenti sono tenuti a dichiarare il reddito prodotto in Italia. Il fisco del paese di residenza, infatti, pur non tassando direttamente gli stipendi del dipendente a contratto, applica nella fattispecie il principio del cumulo dei redditi con il coniuge, la cui aliquota verrà conseguentemente e sensibilmente aumentata. Come se tutto ciò non bastasse, al personale in questione vengono centellinate di anno in anno, le “detrazioni per i carichi di famiglia”.
Trattasi di un diritto acquisito per ogni lavoratore italiano, ma di una chimera per il personale a contratto del Suo Ministero, che si vede vittima di una singolare interpretazione delle leggi in materia, che, se da un lato prevedono aumenti a regime dell’IRPEF, dall’altro non garantiscono similmente la corresponsione a regime delle deduzioni fiscali per carichi di famiglia, che, come già avvenuto in passato, andranno nuovamente in scadenza il 31.12.2011.
Signor Ministro, il personale a contratto di questo Ministero – regolato da una norma, il D.Lgs. 103/2000, che da anni non vede aggiornamenti all’evoluzione dei tempi – viene chiamato da sempre a rimpinguare le casse della Farnesina con la rinuncia ad istituti contrattuali peraltro garantiti a tutti i lavoratori del pubblico impiego, quali il diritto ad una carriera e alla classificazione professionale, al rinnovo del CCNL (l’ultimo CCNL del personale a contratto è stato sottoscritto il 12.4.2001, stesso anno per il Contratto Integrativo!!), agli aumenti retributivi che, in taluni casi, si fanno attendere da oltre 10 anni gettando il personale coinvolto in situazioni al limite della soglia di povertà, al mancato adeguamento dei contratti alle leggi locali qualora più favorevoli, ecc, ecc.
In considerazione di quanto sopra illustrato, il personale a contratto della Farnesina La prega di voler porre fine a questo scempio nei confronti di una quota ragguardevole di personale delle nostre Sedi estere. I dipendenti a contratto, costituendo infatti il 50% dell’organico totale della Rete consolare nonché degli IIC, contribuiscono, con le loro capacità professionali e la loro preparazione, al buon funzionamento della Rete estera della Farnesina. Prendendo le mosse dai dettati di quella norma – il D.Lgs.103/2000 – che non vede aggiornamenti da anni, ci permettiamo di rammentare il contenuto della stessa, che all’art. 157, sulle retribuzioni dei dipendenti a contratto, recita: "la retribuzione deve comunque essere congrua ed adeguata a garantire l’assunzione degli elementi più qualificati".
Signor Ministro, essendo sotto gli occhi di tutti che le retribuzioni non sono più congrue ed adeguate come previsto dalla legge, La preghiamo di voler intervenire affinché la riduzione delle agevolazioni fiscali non trovino applicazione per il Suo personale a contratto. La ringraziamo per quanto vorrà intraprendere".