Il 25 marzo 2015, la proposta di legge AC 2794, a prima firma FitzGerald Nissoli (deputata del gruppo Per l’Italia, eletta in Nord America e Centro America), sul riacquisto della cittadinanza italiana, è stata assegnata alla I Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, in sede referente. La proposta di legge reca “Modifica all’articolo 17 della legge 5 febbraio 1992, n.91, in materia di riacquisto della cittadinanza da parte dei soggetti nati in Italia da almeno un genitore italiano, che l’hanno perduta a seguito di espatrio”.
La proposta di legge, che è stata sottoscritta da 317 deputati, appartenenti a tutti i gruppi presenti in Parlamento, prevede che “I nati in Italia, figli di almeno un genitore italiano, che hanno perso la cittadinanza in seguito a espatrio, per cause non direttamente imputabili a loro stessi o per motivi di lavoro, riacquistano la cittadinanza italiana facendone espressa richiesta al Consolato italiano che ha giurisdizione nel territorio di residenza estera purché ciò non sia in contrasto con accordi bilaterali internazionali in vigore”.
“Con questa proposta di legge – afferma l’on. Fucsia Nissoli ,che ringrazia tutti i colleghi che hanno sostenuto l’iniziativa – vogliamo venire incontro proprio alle aspettative di quegli italiani che vivono all’ estero e che hanno perso la cittadinanza ma che vogliono riacquistarla in seguito a mutamenti avvenuti nei vari ordinamenti giuridici. Infatti – spiega – il dispositivo per il riacquisto della cittadinanza contenuto nell’ art.17 della legge del 1992 n. 91 ha esaurito la sua funzione e per riacquistare la cittadinanza si deve ricorrere al dettato dell’articolo 13 della stessa legge. Tuttavia, credo che un debito di gratitudine nei confronti di chi, italiano all’estero privo di cittadinanza italiana, ha continuato a conservare nel cuore l’amore per l’Italia debba portarci a fare in modo di permettere il riacquisto della cittadinanza superando l’art. 13 della legge 91/1992, cioè senza un anno di residenza legale sul territorio nazionale ed iscrivendosi nel registro Aire del Consolato italiano territorialmente competente all’estero”.
“Si tratta – prosegue Nissoli – di una proposta che arriva mentre il Paese è impegnato a discutere sulla cittadinanza agli immigrati e io credo che l’immigrazione e l’emigrazione siano due facce della stessa medaglia; e se è giusto concedere la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia ritengo che sia altrettanto giusto permettere a chi è nato in Italia, e magari è stato anche sotto le armi, di riacquistare la cittadinanza dopo averla perduta, non per propria colpa, recandosi all’estero. I movimenti umani che, oggi, sono accentuati rispetto al passato, pur nei cambiamenti dei contesti di vita non possono prescindere – sottolinea la deputata Pi – dalla dimensione della cittadinanza come appartenenza, una cittadinanza che può essere anche plurale, ma mai slegata dalla dimensione umana che caratterizza ogni persona e la sua relazionalità nel contesto socio-culturale di appartenenza in cui definisce la propria identità anche nel rispetto delle proprie radici”.
La deputata ha citato, nella premessa alla proposta di legge, Pasquale Stanislao Mancini, ricordando che “la cittadinanza riflette l’appartenenza dell’individuo alla comunità di persone che costituisce la base sociale dello Stato, ovvero, in sintesi, l’appartenenza dell’individuo a uno Stato, e si carica di intensi significati politici e ideologici, tanto in relazione al modo in cui gli Stati europei regolavano nel secolo scorso l’attribuzione della propria cittadinanza, quanto in relazione al fatto che solo ai cittadini era (ed è) concessa una piena partecipazione alla vita socio-politica della comunità statale.
Il concetto di cittadinanza – continua la deputata eletta all’estero – richiama quindi il nucleo più centrale dei valori e del sentire di una comunità nazionale e l’essenza stessa di una appartenenza non solo di esperienze e tradizioni ma anche di tensioni e aspettative verso il futuro”. Un sentirsi comunità che gli italiani all’estero manifestano sotto ogni punto di vista e che ci deve spingere a “riconoscere sul piano giuridico una situazione di fatto, una identità italiana che non è mai venuta meno”, scrive Nissoli sottolineando che in questo abbiamo “una lacuna legislativa da colmare per dare veste giuridica ad una cittadinanza che già è viva nei cuori. Cosa che tenta di fare questa proposta di legge”.