Gentilissimo sig. editore p. Bassanelli, sono un sostenitore del Corriere d’Italia da quando si chiamava La squilla e questo giornale è statosempre in passato un giornale corretto, pluralistico, democratico e soprattutto con buone parole e buone maniere. Da quando avete messo come redattore questo stalinista, lui pensa che tutti i lettori abbiano le sue idee di estrema sinistra. Ormai l’ideologia comunista è tramontata in tutte le nazioni, perfino a Cuba. Però nel mondo c’è rimasto ancora un posto per lui. Mandatelo nella Corea del Nord.
Quello che mi ha indotto ad inviarvi tutto il mio disappunto su questo vostro scribacchino maleducato è la lettura della lettera di disappunto della Gemeindereferentin della Missione cattolica di Villingen riguardo all’articolo sulla Mummia del gennaio 2013. Ora, nel numero di Febbraio 2013, si può leggere nell’articolo Il gatto e la volpe quanto segue: egli scrive che vi è un politico che fa promesse a destra e a manca, che l’Imu verrà tolta, che ci sarannno quattro milioni di posti di lavoro, che si può fare il ponte sullo Stretto, via le tasse ecc. Questo si può scrivere e criticare ed è lecito. Ma quando scrive che viene promessa una minorenne per tutti, questa non soltanto è una volgare offesa, ma si tratta di parole che istigano all violenza verso i minorenni ed alla pedofilia. Questo in un giornale di Chiesa non è più sopportabile.
Questo vostro giornalisa dovrebbe rispettare anche chi non la pensa come lui. Per essere concreti, in queste elezioni in Italia tra il Pd e il Pdl ci sono soltanto 120mila voti di differenza e anche il movimento 5 stelle non la pensa come il Pd. Allora tutti questi milioni di persone che sono la maggioranza, sono tutti deficienti? Un po’ di rispetto per favore!
(lettera da Trossingen)
Risponde l’editore, pdr. Tobia Bassanelli
Falsità? No, ironia!
Gentile Mario Noce,
mi fa molto piacere dialogare con un lettore della primissima ora della testata, quando il Corriere d’Italia era ancora in fasce – si fa per dire – e portava pure un altro nome, La Squilla. Abbiamo festeggiato da poco i 60 anni ma gli obiettivi sono rimasti quelli di sempre: essere a servizio dei connazionali in Germania, segnalandone problemi e lotte, interpretandone attese e speranze, dando voce alla loro vita ed ai loro dibattiti, senza sconnettersi per questo dalla realtà socio-politica dei paesi di origine (l’Italia) e di nuova residenza (la Germania), dell’Europa, e dai grandi temi relativi i flussi migratori, la società multiculturale, le minoranze etniche. E prendendo posizioni nette e chiare quando è necessario. Come al presente, in relazione per esempio alla situazione politica dell’Italia, giunta sull’orlo del collasso non sicuramente per opera dello Spirito Santo, ma almeno in gran parte per colpa di chi l’ha governata negli ultimi anni.
Essere critici con qualcuno, nel caso concreto a cui lei si riferisce sono sotto tiro PdL e Movimento 5 stelle, non significa mancare di rispetto. Purtroppo il linguaggio politico italiano si è molto imbarbarito (pensi solo a quello di Berlusconi verso la magistratura ed a quello di Grillo verso tutti, non entro nei dettagli, li conosce meglio di me). Questo non dispiace solo a lei ed a me. Dispiace a tutti coloro che per questo motivo non riescono più a seguire un dibattito politico, hanno disertato le urne, non si interessano più del bene comune. Il ricorso del nostro articolista alla iperbole della “minorenne per tutti” (in aggiunta alla litania del bengodi di promesse elettorali reali), è chiaramente ironica, solo presente nella fantasia malata di qualche elettore a caccia di premi elettorali. Una iperbole ironica che non ha niente a che vedere col tipo forzoso ed errato di lettura dato da lei. Rientra semplicemente in quel linguaggio che vuol marcare le posizioni, amplificandole, per mettere in guardia da promesse fuori dalla realtà.
Il giornalista che esprime liberamente le sue opinioni e che lei vorrebbe confinare nella Corea del Nord (perché ”stalinista”, “scribacchino male educato”, alla faccia del confronto e del linguaggio rispettoso, e dei diversi riconoscimenti giornalistici ottenuti nel passato per il suo lavoro) è lo stesso che nelle penultime elezioni politiche (quelle del 2006) si era candidato nella lista di Casini (allora alleato di Berlusconi). Se ora, come tanti altri – dopo la diaspora di Casini, lo stesso Fini ha divorziato dal PdL, perfino la Lega non ha voluto Berlusconi come candidato Premier – se ora è su un altro fronte, ci sarà ben un motivo. Chi mette l’impegno politico a servizio delle proprie aziende e dei propri guai giudiziari, non riesce ad ingannare a lungo. O prima o dopo, anche i suoi più stretti collaboratori se ne accorgono. Io penso che la democrazia non ha bisogno di partiti padronali, quelli legati ad una persona, perchè ha potere economico, mediatico, carismatico (come pare Grillo). O prima o dopo si sgonfiano. Meglio prima che dopo. Nei momenti di crisi è normale che ci sia la caccia al “messia”, a chi può fare il miracolo per uscirne. Il populista, gioca sempre facile. Ma, sui tempi lunghi, se non riempie di contenuti pratici e realistici le sue prediche e le sue requisitorie contro tutto e tutti, se non cambia in meglio la situazione, rischia la sparizione, a volte anche la forca.
Lei fa bene a ricordare la scarsa differenza di voti tra PD e PdL. Quel minimo scarto che ha permesso al PD di vincere e di avere quindi il premio di maggioranza alla Camera, se non erro gli è stato dato dal voto all’estero. Un po’ come a suo tempo con Prodi. Un peso in Parlamento da sfruttare al massimo. Il nostro non è un voto di serie B, un lusso inutile, può essere determinante (una osservazione che dovrebbe stimolare la massima partecipazione all’estero, ma purtroppo non è così). Giusto che gli italiani in Germania e in Europa pretendano dai parlamentari eletti oltre confine, in particolare da quelli del PD, una seria rappresentanza dei loro problemi, e direi anche intransigenza su almeno due cose: il riconoscimento come prima abitazione della casa in Italia dei residenti all’estero (se sfitta) ed il funzionamento dei servizi consolari. Credo che su questo, possiamo essere tutti d’accordo.