Prima di fare della musica "il suo lavoro", ha studiato Filologia classica e Scienze naturali. Che rapporto aveva prima con il mondo della musica e cosa è cambiato?
Da ragazzo ho frequentato il liceo classico e successivamente mi sono iscritto al corso di laurea in Agraria con la specializzazione finale in Scienze Forestali. La natura ha sempre esercitato su di me un influenza fortissima e se non avessi poi scelto la via della musica mi sarebbe davvero piaciuto restare a contatto con essa anche come professione. Fin da piccolo pero ho avuto la consapevolezza di avere una vocalità e nella seconda meta degli anni 60,periodo magico della musica pop mi ero dedicato al canto, continuando successivamente nella direzione della musica classica. Ad un certo punto è stato necessario prendere la decisione di dedicarmi allo studio universitario od a quello musicale e la responsabilità e la riconoscenza verso la natura che mi aveva dato questo dono prezioso mi ha portato senza esitazioni al canto ed al teatro d’opera.
Devo dire che quando ci si dedica anima e corpo alla professione artistica la competizione con gli altri non esiste, la ricerca principale è quella di raggiungere la propria meta, il miglioramento ottimale delle proprie capacità senza misurarsi con chi ha iniziato prima o dopo la stessa strada.
Si è esibito in diverse città e su diversi palchi. Quale ha, secondo Lei, più valenza storica?
In questi quasi 41 anni di carriera ho avuto la fortuna di esibirmi in moltissimi grandi teatri e tutti esercitano un’attrazione ed un fascino unici. Entrare in scena al Mariinsky ed essere Boris proprio sul palcoscenico che ha ospitato la prima esecuzione di quest’opera è un’esperienza indescrivibile. E cosa dire della Scala,della Fenice,del Bolshoi…non è davvero possibile fare classifiche in questo caso,ogni grande teatro ha la sua storia unica ed irripetibile ed è un privilegio poter farne parte
Per un artista lirico cantare in un teatro costruito e creato per il canto è la cosa più importante e più bella, i teatri all’aperto o le Arene non avranno mai il fascino di un tempio.
Ha avuto modo di lavorare con maestri come von Karajan, Abbado e Muti: che differenze ha percepito Lei nella loro direzione musicale.
Durante la mia carriera ho avuto la fortuna di lavorare con i più grandi direttori: Karajan, Giulini,Solti,Muti,Abbado, Bychkov, Gergiev, Jansons e molti altri. Ognuno ha avuto o ha della qualità e caratteristiche molto personali ed uniche,da ognuno di essi ho avuto la fortuna di imparare moltissimo. Devo dire però che Karajan èil Maestro che,scegliendomi,ha cambiato la mia vita in 24 ore, trasformandomi in poche ore da giovane promessa a realtà del teatro d’opera.