Caro Montanari, a proposito dell’articolo Il ritorno della Mummia pubblicato sul numero di gennaio 2013, non condivido i toni dispregiativi usati e più volte ripetuti (aizzano); non condivido la sua convinzione che i mali dell’Italia provengano esclusivamente da Berlusconi. Affermo che Berlusconi ha governato poco più di 9 anni, non 20 anni come Lei dice (questo già glielo avevo fatto notare) ma Lei persevera nel volerlo negare, ed incalza: cito testè: "il responsabile di vent’anni di malgoverno…". Per quanto riguarda, il suo "imbarazzo"… come dettoLe, in Italia vige la democrazia "checché se ne dica", va al potere chi viene eletto…
Poi, se vogliamo discutere sul tipo di legge elettorale è un altro discorso, mi trova perfettamente d’accordo, ma le ricordo che, sia in materia di legge elettorale (quella in vigore non ha nulla a che fare con quella uscita dal referendum… anni addietro, quindi mi domando a cosa è servito quel referendum?), sia per quello che riguarda il conflitto di interessi, l’abolizione province, la riduzione parlamentari ecc. tutto ciò è il frutto di un inciucio di tutta la classe politica, non di una parte; capisco che talune cose non siano state fatte da una parte perché parte in causa, ma le altre parti, quelle, che non si chiamano Berlusconi, sono state al governo e maggioranza politica nel Paese: perché non le hanno fatte? Glielo dico io: inciucio. Che Lei le proponga o meno, troveranno lo stesso posto che hanno trovato in passato, il cestino. Cordiali Saluti da Ludwigshafen
La lunga lettera di Alessio Pennino da Ludwigshafen, peraltro abbondantemente accorciata, porta un punto interessante, che è quello dell’inciucio. Verissimo. Non a caso infatti la Mummia, all’epoca un giovane imprenditore di successo, entrò in politica grazie all’appoggio dell’allora capo dei governi a guida socialista, Bettino Craxi.
Già allora, se non ricordo male, questo ingresso si connotava con una forte aggressione alla magistratura, colpevole di avere spezzato il giro di malaffare nella „Milano da bere“, per citare uno slogan famoso in quegli anni. Di più. La sciagurata legge sulle emittenze televisive, che permette alla Mummia di essere continuamente rieletto nonostante i disastri che combina, porta la firma di Oscar Mammì (repubblicano) e di Bettino Craxi (socialista). Infine, per venire all’oggi, la legge sull’abolizione delle province, che avrebbe messo a posto per buona parte i conti dello Stato (e dei contrinbuenti), pur presentata dal governo Monti, non era voluta da nessuno tra i partiti, perché nelle province vengono piazzati i politici di secondo rango che, pur utili nelle campagne elettorali e nella raccolta di voti, in un secondo momento devono, appunto, essere parcheggiati da qualche parte, a spese del contribuente. Ma, nella sua lettera, Pennino, insieme a qualche altra stramberia, mi accusa di falso perché abbiamo scritto che nelle liste elettorali del Pdl c’era Cosentino, uscito invece dalle stesse (dopo che siamo andati in stampa) con il penoso coup de teatre che abbiamo visto tutti. Benissimo.
Chiediamo venia per l’errore ed invitiamo tutti gli italiani, oltre a lamentarsi, a sottoscrivere anche l’abbonamento al giornale, perché, con un bilancio più grasso, noi avremmo più personale, e loro meno errori. Quanto a Cosentino, dovremmo essergli grati perché grazie a lui ora sappiamo a chi dobbiamo la pulizia di Napoli dai sacchi dell’immmondizia: alla camorra. Noi lo sapevamo e lo abbiamo anche scritto. Ma una così autorevole conferma ci dà soddisfazione. Ma torniamo a noi e vediamo chi c’è, in assenza di Cosentino, nelle liste del PdL. (E ne citiamo soltanto alcuni!)
Demetrio Arena.
Ex sindaco di Reggio Calabria, comune sciolto lo scorso ottobre per infiltrazione mafiosa. Nonostante la sua candidatura sia sottoposta alla procedura di incandidabilità, Arena si trova al settimo posto nella lista in Calabria per il Senato, subito dopo Scilipoti. Una candidatura di cui l’ex sindaco non ne era neanche a conoscenza, come ha dichiarato alla stampa, ma che comunque non ha ritirato.
Augusto Minzolini. Iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per peculato, per aver sottratto 64 mila euro dalla carta di credito aziendale Rai per spese personali. Oggi l’ex direttore del Tg1 è il numero due della lista per il Senato in Liguria, subito dopo Silvio Berlusconi. (Ps. ultima ora: Assolto per non aver commesso reato. ndr. 14.02.2013)
Denis Verdini. Numero tre della lista per il Senato in Toscana; le accuse che vertono sul coordinatore parlamentare del Pdl riguardano false fatture e appalti truccati relativi al G8 de L’Aquila. Non solo: si parla anche di truffa aggravata allo Stato circa contributi pubblici per testate giornalistiche dal 2002 al 2012.
Roberto Formigoni. Dapprima fece la scelta di riproporsi alle regionali in Lombardia, poi la decisione è caduta sul Senato. La lista è quella del Pdl, con Silvio Berlusconi presidente. Formigoni è stato costretto ad abbandonare il Pirellone per le accuse di corruzione per il denaro avuto della Fondazione Maugeri e dal consulente- mediatore Pierangelo Daccò.
Luigi Cesaro. Numero due nelle liste al Senato in Campania, il presidente della Provincia di Napoli, detto anche "Giggino a’purpetta" è indagato per associazione camorristica e mantiene stretti rapporti con il cland dei casalesi.
Renato Farina. Conosciuto come "Agente Betulla". Anche se le possibilità che venga riconfermato sono poche -è il decimo in lista per Lombardia 2 – l’ex deputato pidiellino ha su di sè una pena di sei mesi patteggiata per aver favorito il sequestro di Abu Omar.
Raffaele Fitto. Capolista alla Camera per il Pdl in Puglia, l’ex ministro per gli Affari regionali del governo Berlusconi è stato condannato dalla Procura di Bari per corruzione, nello scandalo delle tangenti nella sanità pugliese.
Renata Polverini. Dopo lo scandalo Fiorito – ex capogruppo regionale in carcere per peculato – la presidente dimissionaria della Regione Lazio è la numero 3 nella lista Lazio 1 alla Camera. Lo scorso novembre la Polverini è stata iscritta nel registro degli indagati della Procura di Roma in merito ad un’inchiesta sull’aggiudicazione di alcuni appalti della sanità regionale.  
Francesco Battistoni. Candidato alla Camera per il collegio Lazio 2 (l’intera regione esclusa Roma e provincia), il consigliere regionale viterbese è il sesto della lista. Grande rivale di Franco Fiorito nella vicenda dei fondi quintuplicati ai gruppi politici del Lazio, Battistoni è iscritto nel registro degli indagati della Procura di Viterbo nell’inchiesta sulle fatture gonfiate relative alle sue spese private.
Naturalmente parliamo qui della crema delle liste berlusconiane. Se andassimo a vedere meglio le liste regionali dovremmo scrivere vere e proprie cronache giudiziarie. Ma immagino che Pennino a questo punto insorga: E il Pd? È davvero pulito? In realtà, veramente puliti, sono in pochi anche se in fatto di mascalzoni il Pdl batte tutti senza concorrenza.
Nicodemo Oliviero. A differenza del Pdl, il Pd ha fatto, appunto, molta più attenzione nella pulizia delle sue liste. Eppure qualcuno è riu-scito a farla franca, come l’ex tesoriere della Margherita che fu sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta.
Francantonio Genovese. Abuso d’ufficio per un affidamento illegittimo. Anche Genovese è riuscito a scampare al codice etico del Partito Democratico e a portare avanti la sua campagna elettorale nella lista alla Camera in Sicilia.
Post Scriptum. Nelle liste Pdl per il Senato, Circoscrizione estero, in Sudamerica abbiamo … indovina chi? Ma sì, abbiamo Lui! Esteban Caselli, di cui molto si è parlato anche in questo giornale: colui che lo stesso Berlusconi definì „pericolosissimo“. Di Caselli pubblicammo un video che lo vedeva come grande corruttore nelle raccolte falsificate delle schede.
Ps. Ultim’ora. Formigoni sembra implicato anche nella questione dei fondi illeciti all’ospedale di Don Verzè.
Ps. Ultim’ora. Nelle liste Pdl in seconda fila c’è anche un certo ex sindaco di Buccinasco, Loris Cereda, buttato fuori da un torneo di scacchi perché barava. Qui sotto riportiamo una nota di agenzia. Godiamoci la notizia, così, tanto per ridere.
Auricolare con suggeritore e occhiali scuri, forse muniti di microtelecamera per riprendere le mosse dell’avversario. Sarebbero questi i trucchi usati, secondo la Federazione scacchistica italiana, dall’ex sindaco di Buccinasco Loris Cereda, per barare a scacchi in un campionato ufficiale a squadre. Per questo, la procura della Federazione ha radiato Cereda con un provvedimento senza precedenti. Cereda, sotto processo per un presunto giro di tangenti relativo al periodo in cui guidava la giunta Pdl di Buccinasco, è stato considerato colpevole di «cheating», vale a dire farsi suggerire le mosse da un complice che nel frattempo consulta, fuori dalla sala torneo, uno dei tanti computer scacchistici che oggi sono pressoché imbattibili dagli esseri umani. Cereda era stato arrestato nel marzo del 2011 per presunte tangenti legate agli appalti per alcuni lavori pubblici. (Agi)
Ps. Ultim’ora! Sembra che anche Cosentino ce la faccia ad essere ripescato in secondo turno nelle liste PdL della Campania. Questo è pienamente comprensibile se si pensa che Cosentino controlla i voti camorristi in Campania, di cui il PdL ha assolutamente bisogno.
Ps. Ultim’ora. Luigi Cesaro sembra affiliato al clan di Cutolo, che lo definisce pubblicamente „il suo autista“.
Ps. Ultim’ora. Nonstante il mio articolo Il ritorno della Mummia abbia fatto storcere il naso a molti, compresi alcuni missionari, ora la traduzione dello stesso mi viene chiesta per la pubblicazione dal Wall Street Journal, che senz’altro non è l’ultimo dei giornali al mondo. Al telefono il redattore si dichiara molto sorpreso che molti italiani credano ancora alle frottole di qualche buffone. A questo punto però vorrei porLe a mia volta una domanda. È peggio „aizzare“, come Lei ed altri dite o non è piuttosto vero che voltarsi dall’altra parte significa essere complici? Cordiali saluti anche a Lei,
Mau. Mont.