No ai sussidi sociali tedeschi per una disoccupata dell’Unione. Lo decide la Corte di giustizia europea.
La Germania non deve pagare ad una disoccupata rumena. Soddisfazione del governo federale, critiche delle associazioni umanitarie. La Corte di giustizia europea, in una recente sentenza, ha confermato ciò che già è previsto nel Sozialgesetzbuch tedesco. “Cittadini dell’Unione che non lavorano e che si spostano soltanto per godere dei vantaggi del sistema sociale di un altro Stato possono essere esclusi da determinate prestazioni sociali”: questo il testo del giudizio della Corte. Ciò vale anche quando gli interessati hanno, sì, l’intenzione di lavorare, ma nessuna realistica possibilità di ottenere una occupazione. Il caso è approdato alla Corte di giustizia europea dopo che il tribunale sociale di Lipsia si era dichiarato incompetente. Si tratta del caso di una cittadina rumena di 25 anni con un figlio a carico, la quale si era rivolta al locale ufficio di collocamento per ottenere le prestazioni sociali (il cosiddetto Harz IV).
L’ufficio di collocamento di Lipsia aveva rifiutato la richiesta e la causa era finita appunto all’alta Corte europea. Essa sentenzia anche che, se la donna e suo figlio non possiedono sufficienti mezzi di sussistenza “non hanno diritto al soggiorno in Germania secondo le direttive valide per i cittadini dell’Unione”, né hanno il diritto di appellarsi alle direttive contro le discriminazioni valide per i cittadini dell’Unione stessa.
Le associazioni umanitarie si dichiarano contrarie alla sentenza e sottolineano il fatto che sono pochi i migranti che si spostano in altri Stati dell’Unione soltanto a causa delle prestazioni sociali.
Maria Loheide, della presidenza della Politica sociale della Diakonie Deutschland, fa presente che i migranti non vogliono essere dipendenti dagli uffici sociali. Secondo dati dell’Ufficio federale tedesco del lavoro, nel maggio 2014 hanno ottenuto le prestazioni sociali -denominate Harz IV- 61.200 cittadini rumeni e bulgari. Tra questi ce ne sono molti il cui diritto alle citate prestazioni è inequivocabile, perché hanno perso il lavoro dopo un periodo di regolare occupazione. “Casi di truffe del sistema di tutele sociali non si possono registrare in maniera rilevante, né si può parlare di sovraccarico dello stesso” –continua Loheide, mentre la deputata dei Linke, Ulla Jelpke, afferma che la sentenza “lascia aperte molte domande”.
Al contrario, lodano la decisione della Corte le associazioni delle città e delle regioni federali. Ulrich Maly, presidente delle citate associazioni, dichiara che la sentenza “ha senso perché assicura la accettabilità del sistema di tutele sociali anche nel contesto europeo”. Soddisfatto anche il governo federale. Rappresentanti della Cdu/Csu e della Spd, ma anche dei liberali, rilevano il fatto che il giudizio della Corte europea impedisce abusi nel meccanismo del sistema delle tutele sociali. Il Ministero del lavoro, per parte sua, sottolinea che “il giudizio conferma l’interpretazione del governo”. “Ora –fanno sapere al ministero- si tratterà di valutare i dettagli”.
“Questo sarà necessario –aggiunge poi la Delegata del governo per migrazioni, rifugiati e integrazione, Aydan Özoguz- in quanto la Corte ha deciso per i disoccupati, ma non specifica se la sentenza sia valida anche per i cittadini dell’Unione europea in cerca di lavoro. Questo, la Corte dovrà valutarlo in un’altra procedura.” Il deputato europeo liberale Alexander Lambsdorff richiede quindi al governo di ritirare il progetto di legge sull’abuso del sistema sociale, non essendo esso più necessario.
Ai cittadini europei che vengono in Germania a cercare lavoro, non spetta l’ALG II fin dal primo giorno. La legge tedesca prevede una fase di transizione: la prassi dei JobCenter locali, però, inizialmente è stata incostante e spesso fuori dalle normative in vigore. Fatto sta che, l’italiano che viene in Germania può usufruire del sussidio sociale soltanto dopo tre mesi di residenza. Ma attenzione: chi si reca al JobCenter e comunica all’impiegato che è in cerca di lavoro, non otterrà niente! Il diritto al sussidio sociale find al primo giorno spetta soltanto a chi viene in Germania per „altri motivi“, vale a dire non per motivi di lavoro.
Solo gli italiani che vivono in Germania da tanto tempo e hanno ottenuto il cosiddetto EU-Daueraufenthaltsrecht“, hanno pieno diritto a ricevere il sussidio sociale. Diverso è, invece, il discorso, per chi fin dall’inizio ha un lavoro, anche un minijob di 450 euro (o meno) al mese. Costui può ricevere fin da subito Hartz IV, ma non avrà diritto ad ottenere Arbeitslosengeld I neanche dopo aver lavorato oltre dodici mesi. Ecco perché bisogna valutare attentamente ogni offerta di lavoro.