“Non possiamo dimenticare – ha detto Narducci – l’impegno straordinario che Mirko Tremaglia ha profuso in tanti anni per gli italiani residenti all’estero che per lui hanno rappresentato la ragione di vita della sua azione politica, in coerenza con la sua indole di lavoratore infaticabile per il bene del nostro Paese, oltre gli schieramenti politici. Mirko Tremaglia è stato, purtroppo, anche l’ultimo Ministro per gli italiani nel mondo. Per molti anni si è battuto, con la passione che l’ha sempre contraddistinto, per il doveroso riconoscimento dell’effettività del diritto di voto all’estero di quanti, come me, pur essendo lontani dalla propria patria, nutrono un amore per l’Italia spesso non immaginabile, ma che le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia hanno portato agli occhi di tutti”.
“Mirko Tremaglia – ha proseguito l’on. Narducci – ci ha lasciato proprio nell’anno del centocinquantesimo anniversario, con un’Italia cambiata, che ha bisogno di affrontare le tematiche ancora vive dell’emigrazione, che ha ripreso vigore, seppure con connotazioni nuove, e dell’immigrazione e dei diritti ad essa connessi, in una prospettiva di integrazione. Tremaglia ha saputo dare voce, anche ottenendo la modifica della Costituzione, a quegli italiani che sono dovuti partire verso terre straniere, spesso inospitali, spinti dalla necessità di fuggire dalla miseria e dalla disoccupazione, ha saputo dare valore al loro coraggio e alla loro voglia di essere italiani con nel cuore il sogno e la speranza viva di un futuro migliore, una speranza anche interrotta da tragedie come quella di Marcinelle dell’8 agosto 1956 che Tremaglia volle ricordare istituendo la giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”.
“Il voto all’estero, voluto da Tremaglia e sostenuto in maniera bipartisan, ha introdotto un elemento fortemente innovativo nel quadro dell’ordinamento nazionale – ha ricordato il parlamentare del PD – ed ha segnato una svolta nella consapevolezza degli italiani circa il significato della diaspora, contribuendo al risveglio di una sana coscienza nazionale. In questo contesto, con l’istituzione della circoscrizione estero, fortemente voluta da Tremaglia, si è trovata la soluzione ad una questione istituzionale antica, quella dell’effettività dell’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani all’estero, già affrontata in Assemblea costituente, un diritto che, come ebbe modo di affermare, alla prima conferenza degli italiani nel mondo, l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, contribuisce a rinsaldare essenziali legami tra italiani, dentro e fuori i confini nazionali, a raccordare il patrimonio storico, economico e culturale con l’evoluzione della società italiana, ad operare per la salvaguardia della nostra identità culturale e della nostra lingua. Ritengo che in questo debba avere un ruolo incisivo l’operato degli eletti all’estero”.
L’on. Narducci ha poi richiamato dei ricordi personali vissuti quando era segretario generale del CGIE, infatti a detto: “Ricordo le sue intuizioni, come il cosiddetto Patto di Basilea, con cui si crearono le premesse per le larghe intese sui diritti degli emigrati. Ricordo ancora con emozione i suoi interventi appassionati nel Consiglio generale degli italiani all’estero e la sua forza trascinante nel Comitato di presidenza del CGIE di cui fece parte per molti anni prima della sua nomina a Ministro degli italiani nel mondo”.
Ed infine, concludendo, l’on. Franco Narducci ha sottolineato che “le cattive condizioni di salute lo hanno tenuto lontano dalla Camera dei deputati di cui ha fatto parte per tante legislature, proprio quando avvertivamo di più il bisogno della sua presenza, del suo carisma e della sua fede incrollabile nella dignità e nei valori dell’Italia fuori dei confini nazionali, che Mirko aveva difeso sempre senza esitazioni e senza tentennamenti. Continuare a dare voce nelle istituzioni a quegli italiani che sono fuori dai confini nazionali sarà il modo migliore di rendere onore alla memoria dell’onorevole Mirko Tremaglia”.